Le osservazioni giunte da più parti ma soprattutto le rilevanti mancanze o le inadeguate indicazioni contenute nel nuovo codice 36/2023 e nei relativi allegati, hanno reso necessario un primo intervento correttivo (qui la bozza del testo approvato) del testo che dovrà poi essere seguito dalla risoluzione del Regolamento attuativo che al momento è rinviato ai 38 Allegati e alla loro abrogazione (verso 38 regolamenti o verso un Regolamento unico già circolante in bozza?).
Di fatto gli interventi necessari e urgenti attualmente richiesti al d.lgs. 36/2023 sono riconducibili a pochi elementi ricorrenti:
- costruzione di una visione complessiva delle finalità della norma e coerente declinazione della struttura regolativa;
- semplificazione delle procedure;
- rendere comprensibile la finalizzazione di tutti i processi e la conseguente definizione dei percorsi autorizzativi;
- chiara definizione delle procedure esistenti e di quelle mancanti nel testo;
- riscrittura o modifiche sostanziali di alcuni allegati, risultato di un trasferimento acritico di norme settoriali inadeguate quando non superate e provenienti da decreti ministeriali obsoleti se non già abrogati.
Per quanto riguarda la questione di maggior rilievo costituita dalla necessità di realizzare un quadro normativo caratterizzato da:
- una visione complessiva e integrata dei vari ambiti regolati dalla norma;
- una logica continuità nella definizione dei processi resi facilmente comprensibili da una semplificazione delle disposizioni;
- una chiarezza inequivocabile delle prescrizioni;
si ritiene si tratti di una speranza destinata a rimanere tale con buona pace di tutti gli operatori del settore costretti a trovare risposte nella giurisprudenza progressivamente emanata dal Consiglio di Stato, dalla Corte dei conti e dalla Corte di Cassazione.
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Il Nuovo Codice degli Appalti 2023 commento operativo
Quest’opera costituisce uno strumento operativo per la conoscenza e l’utilizzo delle modifiche normative introdotte dal Nuovo Codice degli Appalti (decreto legislativo n. 36/2023) nei vari ambiti delle procedure relative ai contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.Anche per questo quaderno l’organizzazione del testo ha mantenuto l’impostazione di riconoscibilità delle informazioni presentate in modo da facilitare la consultazione dei vari argomenti trattati utilizzando schemi e tabelle che restituiscono con immediatezza gli aspetti di sintesi dei vari argomenti.Le parti di testo con i riferimenti normativi (riportate integralmente) sono limitate soltanto agli elementi di maggior rilevanza per consentire l’immediata verifica del dettato normativo letterale degli aspetti più importanti.Sono affrontati tutti i temi e gli aspetti teorico.pratici per il direttore dei lavori, nello specifico:◾ Il responsabile unico del procedimento◾ La programmazione e la progettazione di lavori e degli acquisti di beni e servizi◾ Validazione, verifica e iter autorizzativo del progetto◾ Stazioni appaltanti ed operatori economici◾ Contratti di importo inferiore alle soglie di rilevanza europea◾ Scelta del contraente◾ Esecuzione delle opere◾ Contenzioso e strumentiMarco AgliataArchitetto, libero professionista, impegnato nel settore della programmazione, esecuzione e monitoraggio di opere pubbliche e private, esperto di problematiche ambientali, energetiche e della sicurezza.Svolge attività di consulenza per Enti pubblici e privati sulla programmazione e utilizzo delle risorse nazionali e comunitarie, progettazione, direzione lavori, attuazione, gestione e manutenzione degli interventi con particolare riguardo al recupero edilizio, difesa del suolo, valorizzazione territoriale e sostenibilità ambientale.È autore di numerosi volumi in materia di opere pubbliche e problematiche ambientali.
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Indice
Il percorso del correttivo
La legge 21 giugno 2022, n. 78 (legge delega), in conseguenza dell’emanazione delle Direttive Europee, ha conferito al Governo il compito di emanare entro i 6 mesi successivi i decreti legislativi necessari a regolare il settore dei contrati pubblici. Il decreto legislativo 36/2023, codice dei contratti pubblici, è stato approvato in data 31 marzo 2023 con efficacia al 1° luglio 2023. La legge citata prevedeva, inoltre, la facoltà del Governo, entro i due anni successivi alla data di entrata in vigore dei decreti legislativi, il Governo può apportare correzioni e integrazioni rese necessarie dall’applicazione pratica nel rispetto dei medesimi principi e criteri direttivi della stessa legge (articolo 1, comma 4 della legge 78/2022).
Dopo la chiusura dei tavoli tematici con gli stakeholder, avvenuta il 24 settembre 2024 presso il Mit i passaggi successivi sono:
- trasmissione di uno schema di decreto legislativo per l’esame preliminare del Consiglio dei Ministri;
- successivo parere del Consiglio di Stato;
- parere della Conferenza unificata;
- parere delle Camere.
Tutto questo dovrebbe avvenire entro il 31 dicembre 2024 con la conseguente approvazione; nelle more rimane, ovviamente, la piena vigenza delle norme attualmente in vigore e riferite al d.lgs. 36/2023.
Le principali modifiche in itinere
Le tematiche di sintesi sulle quali si sta orientando il correttivo sono indicate nello schema seguente (Fig.1).
Sulla base delle problematiche e criticità emerse durante la consultazione indicata gli ambiti che dovrebbero essere oggetto di integrazioni sono:
- i livelli e i contenuti della progettazione in materia di lavori pubblici (articolo 41 del codice);
- richieste di modifiche del Libro IV, Parte II, Titolo IV relativa alla finanza di progetto (artt. 193, 194 e 195 del codice);
- i requisiti di ordine speciale (idoneità professionale, capacità economica e finanziaria, capacità tecniche e professionali) per la partecipazione degli operatori alle gare di contratti pubblici (articolo 100 del codice);
- l’applicazione delle norme della legge 49/2023 (Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali) all’ambito dei contratti pubblici;
- intervenire sulle norme del subappalto per chiarire meglio i termini e le modalità del subappalto e le possibilità di attivare i sub-contratti (articolo 119 del codice);
- integrazioni alla disciplina della revisione prezzi rafforzando l’obbligatorietà e le modalità di applicazione in relazione alle diverse tipologie di contratti pubblici (articolo 60 del codice);
- conseguenti adeguamenti degli Allegati I.7 (progettazione) e II,12 (sistema di qualificazione e requisiti degli esecutori di lavori pubblici) in coerenza con le integrazioni indicate nei punti precedenti.
Gli ulteriori ambiti in corso di valutazione
Gli argomenti oggetto di proposte (presentate alla VII Commissione della Camera), oltre quelli sinteticamente già indicati, interessano le seguenti tematiche:
- semplificazione della procedura negoziata senza bando;
- rafforzamento del ruolo del direttore dei lavori in merito alla sua funzione tecnica e di controllo;
- riduzione dei termini del collaudo (da 6 a 4 mesi) per opere non rilevanti;
- modifiche sul limite delle varianti, sugli accordi quadro e sui concorsi di progettazione (da svolgere in due fasi);
- attuazione dell’appalto integrato solo nei casi di prevalenza dell’elemento tecnologico (normativa precedente);
- rafforzare il monitoraggio sui Criteri Ambientali Minimi e sugli obiettivi di sostenibilità;
- introduzione di nuovi metodi per la valutazione dell’anomalia delle offerte;
- aggiornamento delle percentuali relative alle spese generali;
- costruzione dei criteri di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa finalizzati alla valorizzazione dei requisiti qualitativi ridicendo il peso della componente prezzo.
Conclusioni
Come già indicato nella parte iniziale di questa nota, le modifiche individuate e quelle in valutazione si limitano ad affrontare singoli aspetti verticali di alcuni articolo senza intervenire su una visione più generale. Trattandosi di un correttivo forse non si poteva aspettare un percorso diverso ma resta irrisolto il problema di fondo che è costituito dal fatto che le norme italiane di attuazione delle Direttive Europee sui contratti pubblici non riescono a diventare uno strumento semplice, sintetico ed efficace che consenta agli operatori di avere riferimenti e certezze che non abbiano bisogno di indagini normative e giurisprudenziali per capire le possibili interpretazioni applicabili.
Più tempo si è costretti a dedicare alla comprensione delle norme, minore sarà l’attenzione alla qualità degli interventi, con una sicura crescita, oltretutto, del tempo di attuazione dei progetti.
Non dovrebbe essere difficile, sulla base di un monitoraggio elementare sui tempi di attuazione medi in Italia (parliamo di 10 12 anni per progetti anche di 5-6 milioni di euro) delle opere e dovrebbe essere ancora meno complicato capire quali sono i punti di massima criticità che hanno generato questa condizione.
Tutto questo presuppone, però, alcune condizioni ineludibili:
- conoscenza, competenza ed esperienze riuscite nel settore in questione, dalla programmazione (totalmente assente) alla esecuzione dei lavori;
- visione delle problematiche portanti e capacità di individuazione delle disposizioni da declinare e rendere comprensibili a tutti in prima lettura;
- l’assimilazione profonda della cultura dell’importanza che la cosa pubblica sia finalmente gestita nell’interesse.
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