“A meno di clamorose accelerazioni da qui a febbraio 2018, è molto probabile che l’attuale legislatura si chiuda senza l’approvazione definitiva del disegno di legge per il contenimento del consumo di suolo”. Lo ha dichiarato l’ing. Sandro Simoncini, docente di Urbanistica e Legislazione Ambientale all’Università La Sapienza di Roma e Presidente di Sogeea, nel suo intervento pubblicato su Monitorimmobiliare.
Infatti, a un anno dall’approvazione del provvedimento alla Camera, l’iter del disegno di legge sul consumo di suolo si è fermato per la mancanza di accordo tra Senato e Regioni, inoltre, precisa Simoncini:“negli ultimi due mesi, l’attività delle commissioni Ambiente e Agricoltura sul tema è stata trascurabile, anche a fronte di una risoluzione da parte degli enti territoriali che lascia poche speranze sulla possibilità di trovare una via d’uscita”.
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Un provvedimento invasivo
“A parte banali convergenze su premesse e dichiarazioni di principio, la critica al testo in esame da parte delle Regioni è radicale: innanzitutto viene messa in dubbio la stessa legittimità del Parlamento a legiferare sulla materia, soprattutto se tale intervento non si limita alla stesura di una legge-quadro che preveda deleghe ampie e capaci di tenere conto delle specificità locali” continua Simoncini “Il provvedimento uscito dalla Camera, tra le altre cose, viene considerato eccessivamente invasivo rispetto ai poteri regionali, assai carente riguardo a temi come la rigenerazione urbana o la tutela paesaggistica e potenzialmente dannoso per le possibili incompatibilità con gli attuali piani urbanistici dei singoli Comuni”.
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Il disegno di legge sul Consumo di Suolo si salverà?
Le commissioni del Senato hanno proposto un tavolo di confronto per sbloccare la situazione, ma, sostiene Simoncini “al momento è davvero difficile ipotizzare una svolta positiva. Segnali in tal senso non ne arrivano, anche perché, nel corso della legislatura, molte Regioni si sono dotate di una normativa ad hoc o stanno per farlo proprio in questi mesi. Il rischio è dunque quello di veder naufragare definitivamente un disegno di legge che, pur con tutti i suoi limiti e la sua ampia perfettibilità, avrebbe comunque incardinato il contrasto al consumo di suolo tra le priorità di medio termine nel nostro Paese”.
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