Tante volte si è sentito parlare di emissioni atmosferiche, soprattutto negli ultimi decenni in cui l’argomento qualità dell’aria ambiente è divenuto di interesse collettivo; ma avete mai sentito parlare di emissioni indoor? È ancora lontano dall’essere trattato attentamente eppure è un argomento di altrettanta rilevanza. È a partire dal 2000, con l’emanazione del documento “The Right to Healthy Indoor Air”, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’aria indoor come un diritto umano fondamentale da salvaguardare.
Gli ambienti indoor sono gli ambienti confinati di vita e di lavoro come le abitazioni, gli uffici di tipo non industriali, i cinema, gli ospedali, le scuole, i ristoranti, i negozi, in cui le persone trascorrono parte del loro tempo venendo a contatto con sorgenti di inquinamento.
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Quali sono le fonti inquinanti
Le fonti di inquinanti sono molteplici e di diversa natura, che variano dal fumo di tabacco, ai processi di combustione, ai prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa, all’uso negli uffici di stampanti, plotter e fotocopiatrici. Le emissioni possono derivare anche dai materiali utilizzati per la costruzione come isolamenti contenenti amianto ad esempio, o dai mobili di legno truciolato, compensato o con pannelli di fibre di legno di media densità, ma anche moquette e rivestimenti di divani; tutto questo può essere aggravato dalla comparsa di muffe a causa di un non corretto funzionamento del sistema di ventilazione o condizionamento dell’aria.
I riferimenti normativi
In Italia non esiste una normativa specifica per il controllo della qualità dell’aria indoor, tuttavia l’accordo siglato nel 2001 tra Ministero della Salute, Regioni e Provincie autonome, riguardante “Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati” (Accordo 27 settembre 2001), concretizza l’intendo nazionale di prevenzione della qualità dell’aria negli ambienti indoor.
Per colmare questo vuoto normativo si fa riferimento alle normative specifiche per ambienti di lavoro (D. Lgs. del 9 aprile 2008), per strutture alberghiere (“Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-recettive e termali”, G.U. del 4 febbraio 2005 ), per ambienti scolastici (“Linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei fattori di rischio indoor per allergie e asma”, G.U. del 13 gennaio 2011, far riferimento anche alle ‘Disposizioni in materia edilizia scolastica’), ecc. che prevedono varie raccomandazioni obbligatorie relative alla presenza delle canne fumarie, alla volumetria degli alloggi, al divieto di fumo, e che garantiscano ambienti di vita sani e sicuri.
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