Si sarebbe dovuto tenere il 28 maggio il referendum abrogativo promosso dalla Cgil per cancellare la normativa sul lavoro accessorio, su cui si basa l’utilizzo dei voucher. I voucher saranno però aboliti: la maggioranza parlamentare ha scelto la soluzione più drastica per affrontare la questione. Le conseguenze valgono anche per le imprese edili e per i Professionisti. Ci sarà un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2017 per permettere di utilizzarli a chi li ha già acquistati. Il decreto legge arriva oggi in Consiglio dei ministri e prevede lo stop dei voucher da sabato, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. E’ già partita la corsa all’acquisto dell’ultimo voucher. Con l’abolizione totale, e senza la proposta di una valida alternativa, c’è il rischio di un aumento (e non di un ritorno, visto che c’è sempre stato) del lavoro nero. Nel campo dell’edilizia e delle professioni tecniche il rischio è alto. L’accusa che viene fatta al Governo è quella di aver cercato un equilibrio politico a sinistra: questa ricerca ha giocato un ruolo importante nella scelta di eliminare qualsiasi possibilità di fare il referendum.
Salta anche l’altro referendum, quello che doveva ripristinare la piena responsabilità solidale tra committente e appaltatore, correggendo la legge Biagi. Per neutralizzare il referendum il governo ha utilizzato un decreto legge recependo il testo unificato. Il Ddl va incontro alle richieste della CGIL. Nel decreto si torna alle vecchie regole sugli appalti: alla possibilità, per il dipendente che non è stato pagato dalla ditta che ha vinto la gara, di rivolgersi all’azienda che aveva dato l’appalto; in più, viene introdotto il divieto di accordi tra sindacati e aziende che escludono questa possibilità del dipendente.
L’esame del decreto legge su voucher e appalti inizierà alla Camera, forse giovedì 23 marzo.
Il decreto sui voucher
Il decreto (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 64 del 17 marzo 2017 ed entrato in vigore lo stesso giorno) annulla i voucher. Per le imprese resta la possibilità di estendere il lavoro a chiamata, al massimo per 400 giorni in tre anni, utilizzabile per tutte le fasce d’età e non più limitato ai giovani sotto i 25 anni e agli over 55, cosa che invece valeva per i voucher. Per gli imprenditori, l’utilizzo dei voucher era più pratico.
Il testo precedente del decreto proponeva un limite annuo complessivo di utilizzo di 3mila euro per famiglie e solo per imprese senza dipendenti. Per i Professionisti e gli imprenditori senza addetti il valore nominale del voucher sarebbe aumentato a 15 euro (10 euro per le famiglie). Il lavoratore pagato con voucher non poteva ricevere compensi oltre 5000 euro all’anno (2 in meno rispetto agli attuali 7000 euro). Il tetto per ciascun committente sarebbe stato di 2000 euro.
Venivano indicate anche le categorie di persone che potevano essere pagati con i voucher: disoccupati, pensionati e giovani con meno di 25 anni, disabili e soggetti in comunità di recupero, extracomunitari con permesso di soggiorno (senza lavoro da oltre sei mesi). I professionisti e le imprese dovevano comunicare la prestazione alla sede territoriale dell’Ispettorato al lavoro almeno 60 minuti prima, pena: multa da 400 a 2.400 euro per ogni comunicazione non fatta. L’utilizzo non corretto era soggetto a una sanzione da 600 a 3.600 euro e faceva scattare la trasformazione in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
Il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ap), aveva depositato una proposta alternativa:
– contenere da 2mila a 1.500 euro il tetto annuo delle remunerazioni con voucher dello stesso lavoratore,
– il divieto di impiego nei cantieri edili,
– la semplificazione della gestione dei buoni da parte delle famiglie,
– la liberalizzazione del lavoro intermittente ma sempre con un tetto di 400 ore nel triennio.
L’edilizia è uno dei settori in cui i voucher venivano utilizzati di più. Il nuovo presidente dell’Ance, Gabriele Buia, aveva espresso un parere molto deciso sui Voucher utilizzati in edilizia: leggi I Voucher in edilizia non possono funzionare: i motivi. A quanto pare, è stato accontentato dal Governo. Ora infatti, i voucher sono stati definitivamente cancellati dal nuovo decreto. Ci sarà un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2017 per permettere di utilizzare quelli che sono stati già già acquistati.
Maurizio Landini della Fiom dice che «è quello che volevamo». «Il sistema va cambiato ma non abolito» ha dichiarato invece Anna Maria Furlan della Cisl, che ha parlato di un «ritorno al lavoro nero». Vincenzo Boccia di Confindustria: «La scelta non ci piace e nemmeno il modo: se si deve fare meglio il referendum». Confcommercio: «epilogo paradossale». Confimprese: «il governo ha sacrificato i voucher alla lotta politica senza pensare ai lavoratori e mettendo in difficoltà le imprese». Gli equilibri a sinistra hanno giocato un ruolo importante nella scelta di eliminare qualsiasi appiglio per il referendum.
Decreto sulla responsabilità solidale negli appalti
Nello stesso Decreto, si ripristina integralmente la responsabilità solidale del committente e dell’appaltatore, responsabilità che deve essere «nei limiti in cui il secondo fa accedere il primo a tutta la documentazione relativa alle prestazioni lavorative consentendogli di esercitare il potere di controllo indicato da un decreto ministeriale».
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