In occasione del convegno “Verso il futuro. Idee e strategie per governare il cambiamento”, tenutosi alla Triennale di Milano il 16 giugno 2016, l’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha presentato al Governo una serie di proposte di rigenerazione e riqualificazione urbana.
Secondo l’ANCE è più che mai necessario sfruttare la spinta che arriva dall’Europa, che nel primo semestre del 2016 ha lanciato l’Agenda Urbana Europea con l’obiettivo di trovare soluzioni comuni per migliorare le aree urbane in tutta la Comunità. Per questo l’Associazione ha individuato alcune proposte che delineano gli strumenti utili all’avvio di una nuova politica urbana che punti “alla riqualificazione del patrimonio esistente e alla trasformazione delle città”.
Programmazione delle risorse
In questo contesto ha individuato le tre “leve per la rigenerazione urbana”, che vedono al primo posto una buona programmazione delle risorse pubbliche disponibili. Esistono infatti diversi programmi di investimento pubblici (tra cui, ad esempio, il Piano da 500 milioni per il recupero delle periferie), ma secondo l’ANCE è necessario integrarli e portarli a sistema.
Bisogna inoltre iniziare a ragionare in termini di veri fabbisogni e non di finanziamenti disponibili, evitando logiche di distribuzione a pioggia delle risorse e realizzando interventi in grado di migliorare la qualità della vita e far crescere l’attrattività delle città.
Misure fiscali
Un’altra leva, secondo l’ANCE, è data dalle misure fiscali, che dovrebbero garantire la convenienza economica degli interventi di riqualificazione. Al centro quattro interventi da incentivare fiscalmente:
– la sostituzione edilizia, tramite il bonus Irpef per la riqualificazione, da estendere agli interventi di demolizione e ricostruzione anche in presenza di aumenti volumetrici (purchè comportino un miglioramento in fatto di efficienza energetica)
– la rottamazione dei vecchi edifici, riducendo il carico fiscale nelle operazioni di permuta tra gli edifici vecchi e nuovi e nel trasferimento di immobili a imprese che si impegnino a costruire o riqualificare edifici ad elevati standard energetici.
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– l’acquisto di case ad alta efficienza energetica, tramite la proroga della detrazione Irpef pari al 50% dell’IVA sull’acquisto di abitazioni in classe A o B. Secondo l’ANCE vanno anche rimodulati gli incentivi sulla riqualificazione e gli ecobonus.
– l’uso di capitali privati per la riqualificazione, detassando i dividendi di chi investe nel capitale di rischio di imprese impegnate in operazioni di rigenerazione delle città.
Semplificazione delle procedure
Terza leva per la riqualificazione urbana, la semplificazione delle norme e delle procedure: gli interventi di demolizione e ricostruzione devono essere resi più agevoli ed economicamente sostenibili, e la sostituzione del patrimonio edilizio deve essere visto come strumento ordinario di intervento, anche nell’ottica di contenere il consumo di suolo.
Secondo Claudio De Albertis, presidente dell’ANCE, è importante “guardare ai problemi in modo complessivo. L’ultima Legge di Stabilità sicuramente ha introdotto alcuni provvedimenti importanti ma servono iniziative di respiro più lungo. Questo vuol dire ridare fiducia al mercato e dare una svolta vera al nostro Paese”.
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