Sono state presentate dal Mibact le Linee Guida di indirizzo sugli interventi di efficienza energetica per ridurre i consumi di energia nel patrimonio storico: sono molto interessanti in quanto offrono indicazioni operative alle soprintendenze. Ma anche ai progettisti.
La riqualificazione di edifici storici è un’operazione importante e delicata. Per la valutazione e il miglioramento della prestazione energetica degli edifici storici bisogna dotare gli operatori di strumenti e indicazioni precise.
Gli obiettivi sono tre:
– colmare le lacune relative agli interventi riqualificativi sul patrimonio culturale;
– ridurre dei consumi energetici;
– fornire agli organi preposti alla tutela del patrimonio culturale criteri e metodi per una compiuta valutazione critica sia dei progetti presentati ai fini del rilascio delle autorizzazioni di legge, sia per quelli predisposti direttamente, perché tengano in considerazione anche gli aspetti della prestazione energetica degli edifici tutelati (in un’ottica di contenimento dei costi di gestione).
Scarica le linee guida del Mibact sull’efficenza energetica del patrimonio storico.
Efficienza energetica come strumento di tutela del patrimonio storico
Ogni volta si interviene in un contesto di beni tutelati, le operazioni rientrano nell’ambito del restauro e le finalità prioritarie sono quelle della conservazione e della trasmissione al futuro (Carta del restauro M.P.I., 1972) di tali beni nelle migliori condizioni possibili. Anche gli interventi di efficienza energetica devono perseguire queste finalità. L’efficienza energetica è quindi uno strumento di tutela, e non un processo di riqualificazione in contrapposizione con le esigenze di conservazione. Le nuove Linee Guida si pongono come strumento di confronto tra le diverse professionalità che interagiscono nel processo di riqualificazione energetica: il progettista, che individua come agire, e i tecnici delle Sopraintendenze, che devono verificare il rispetto dei vincoli.
Per i Progettisti le Linee Guida sono uno strumento per la valutazione della prestazione energetica dell’edificio storico nelle condizioni esistenti e criteri operativi per il progetto degli eventuali interventi di riqualificazione energetica, opportunamente calibrati sul rispetto delle specifiche peculiarità del patrimonio culturale. Per il personale del Ministero viene offerto uno strumento scientifico snello in grado di coniugare rigore scientifico e aggiornamento tecnico sulla materia.
Le Linee Guida del MiBACT sull’efficienza energetica nel patrimonio storico sono state realizzate da un pool di esperti del settore e con il contributo di AiCARR (Associazione italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento, Refrigerazione). Non solo, perché alla realizzazione del testo hanno collaborato anche i maggiori esperti di efficienza energetica e progettazione ambientale e rappresentanti dei beni culturali e del turismo.
La base su cui è sorto il documento sono la Guida AiCARR L’efficienza energetica negli edifici storici, pubblicata nel 2014. Le Linee Guida colmano però alcune lacune normative. Il recente aggiornamento del Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia, operato dalla legge 90/20131 ha condizionato la deroga per la sua applicazione ai beni culturali, nonché, ai fini della tutela paesaggistica, alle ville, ai giardini, ai parchi che si distinguono per la loro non comune bellezza e agli edifici con valore estetico e tradizionale. Infatti, sulla base del nuovo dettato normativo, qualora applicabile anche per gli edifici vincolati, il decreto si applica esclusivamente per:
– l’attestazione della prestazione energetica (art. 6);
– l’esercizio, la manutenzione e le ispezioni degli impianti tecnici (art. 7).
L’esclusione dall’applicazione della norma è prevista solo nel caso in cui ci sia un “previo giudizio dell’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione ai sensi del codice di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, (ovvero gli organi periferici del Ministero) [che] il rispetto delle prescrizioni implichi un’alterazione sostanziale del loro carattere o aspetto, con particolare riferimento ai profili storici, artistici e paesaggistici”.
Ciò comporta un’ulteriore assunzione di responsabilità per il Ministero e giustifica ancora di più l’esigenza di fornire, con un linguaggio tecnico ineccepibile, comprensibile e sintetico, utili riferimenti operativi. Il documento non fornisce metodologie vincolanti ma può solo guidare l’intelligenza e la sensibilità delle figure coinvolte per il raggiungimento istituzionale primario della conservazione del patrimonio culturale, ottimizzandone la prestazione energetica.
Primi tra tutti, i progettisti.
Tutela del patrimonio architettonico
La circolare del 30/4/2015, n. 15 riporta “Disposizioni in materia di tutela del patrimonio architettonico e mitigazione del rischio sismico” ed ha il dichiarato scopo di “sensibilizzare” tutte le figure che hanno influenza sulla gestione del patrimonio culturale, indirizzando ad “un percorso culturale prima che tecnico”, in cui tale disposto si inserisce.L’Italia, come noto, possiede un patrimonio vasto e diffuso di immobili di notevole valore storico-culturale, forse il maggiore a livello mondiale, che già solo per tali motivi deve essere tutelato e conservato in maniera efficiente.A parte tale aspetto, esso, può rappresentare, in una nazione così ricca di valenze culturali, un’importante sorgente di introiti e di sviluppo economico e sociale.Pertanto, la presa di coscienza e la gestione della problematica sismica, in un territorio che è stato di recente indicato come uno dei più critici a livello mondiale, assume un attuale ed urgente significato. Le disposizioni della circolare n. 15/2015 stigmatizzano tali aspetti, raccogliendoli sotto la forma di quadro sintetico-tabellare (l’Allegato 1 della circolare), guidando il tecnico verso le caratteristiche e le potenziali carenze in ottica sismica degli immobili, pubblici e privati, oggetto di tutela. L’Allegato individua due classi di intervento (manutenzione straordinaria e miglioramento sismico) che spesso ricorrono nella pratica, e che sono state indicate come potenziale fonte di inesatte valutazioni rispetto alle azioni sismiche. L’Allegato 1 è quindi un interessante punto di partenza per approfondire le tematiche ad esso correlate e allargare il quadro di conoscenza, spesso anche molto specialistica, che esso stesso sottende. Il presente lavoro è volto a inquadrare gli aspetti inerenti tutela e rischio sismico negli edifici storici, illustrando e specificando i principi cardine al fine di rendere più agevole, e più consapevole, la compilazione dei vari campi, col fine di ottenere le giuste informazioni di ritorno a livello governativo. Il testo, di lettura agile, è indirizzato a coloro che devono familiarizzare con la specificità del patrimonio culturale, siano essi professionisti incaricati della progettazione che del controllo e gestione di tali fasi. Nicola Mordà, Ingegnere civile strutturista, si occupa di problematiche sismiche e diagnostica con riferimento alle costruzioni storiche. Paola Boati Architetto, laureata in Restauro e Valorizzazione nel 2006. Da dieci anni svolge l’attività professionale occupandosi di progettazione sostenibile, ristrutturazioni e restauri, interior design, riqualificazione energetica e facility management.
N. Mordà, P. Boati | 2015 Maggioli Editore
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