Rinnovabili non fotovoltaiche, ecco la bozza del decreto: cosa cambia?

Sono in dirittura di arrivo le (tanto) attese novità in materia di incentivi alle rinnovabili non fotovoltaiche. È stata finalmente messa a punto la bozza di decreto per gli incentivi alle fonti rinnovabili come ad esempio eolico e biomasse: a tracciare le linee di demarcazione in materia è stato il Ministero dello Sviluppo Economico.

Efficienza e sostenibilità economica dei bonus sono i punti cardine della bozza, in ossequio alle linee direttive stabilite dalla Strategia energetica nazionale e alle linee guida in materia di aiuti di Stato per l’energia e l’ambiente. La bozza di decreto viene ora inviata alla Conferenza Unificata per l’acquisizione dei pareri: il parere della Conferenza dovrebbe essere pronunciato durante la riunione del prossimo 7 ottobre.

Nel decreto resta fermo il tetto di 5,8 miliardi di euro all’anno. Il decreto cesserà di avere effetto 30 giorni dopo il raggiungimento di questa soglia o comunque entro il 31 dicembre 2016.

Una delle novità fondamentali del provvedimento sta nella modifica della modalità di calcolo rispetto al precedente decreto del 2012. La spesa misurata con il vecchio decreto conteneva infatti sia la spesa già maturata, relativa agli impianti in esercizio, che la spesa presunta, relativa agli impianti ammessi agli incentivi ma non ancora in esercizio. Con il nuovo decreto invece per gli impianti non ancora entrati in esercizio si misurerà la spesa presumibilmente effettiva, attribuendo cioè agli impianti una data di entrata in esercizio. Attraverso tali modalità, l’ammontare dell’incentivo non verrà attribuito subito ma sarà differito nel tempo, dando modo ai vecchi impianti prossimi a terminare il periodo di incentivazione di uscire dagli incentivi e di far calare la spesa, compensando a quel punto l’entrata in esercizio dei nuovi.

Leggi anche l’articolo La Green Economy 2.0 non è più un miraggio, neanche in Italia.

L’accesso agli incentivi avverrà attraverso le aste e i registri: per quanto riguarda le aste, i contingenti di potenza saranno ripartiti in 800 MegaWatt per l’eolico onshore, 30 MW per l’eolico offshore, 20 MW per la geotermia, 110 MW per il solare termodinamico. Nelle procedure per accedere agli incentivi, saranno escluse le offerte di riduzione inferiori al 2% della base d’asta e quelle superiori al 40%.

Con riferimento ai registri, i contingenti saranno 60 MW per l’eolico a terra, 80 MW per l’idroelettrico, 30 MW per la geotermia, 90 MW per le biomasse, 6 MW per gli impianti a moto ondoso, 10 MW per il solare termodinamico, 120,5 MW per gli ex zuccherifici.

Non potranno usufruire degli incentivi gli impianti eolici offshore sopra i 5mila kW, gli impianti oceanici, che sfruttano le maree e il moto ondoso, sopra i 5mila kW e alcuni impianti a biomasse e biogas.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento