Ampliamenti edilizi: quando il permesso di costruire e quando la SCIA?

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Riprende la serie di post che passa in rassegna i diversi titoli edilizi richiesti per interventi differenti. Dopo avere fatto un recap complessivo dei titoli edilizi a seguito delle modifiche intervenute con il Decreto Sblocca Italia (leggi l’articolo) e esserci soffermati sulle opere di frazionamento e accorpamento delle unità immobiliari (leggi l’articolo), oggi concentriamo l’attenzione sugli ampliamenti edilizi per quali, a volte, occorre il rilascio del permesso di costruire (e annesso pagamento al Comune degli oneri di urbanizzazione) e, altre, una più semplice segnalazione certificata di inizio attività, la c.d. SCIA.

In ogni caso, prima di procedere nella lettura, ricordiamo ai nostri lettori che per sapere davvero tutto sul permesso di costruire e sulla SCIA dopo le modifiche apportate allo Sblocca Italia, l’unica soluzione è quella di acquistare i due manuali dedicati scritti dal nostro blogger ed esperto Mario Di Nicola. Ci riferiamo, ovviamente, a La SCIA in edilizia dopo il decreto Sblocca Italia e a Il permesso di costruire dopo il decreto Sblocca Italia.

A livello tecnico, inoltre, può interessare sapere quali sono i requisiti per progettare un ampliamento di un edificio residenziale. I lettori interessati a questo aspetto specifico potranno trovare tutte le risposte in questo articolo.

Torniamo all’argomento di questo post. Il permesso di costruire è necessario per le nuove costruzioni compresi gli ampliamenti edilizi che, ovviamente, modificano il volume o la sagoma degli edifici.

C’è però una importante eccezione a questa regola generale ed è quella legata ad ampliamenti edilizi di piccola entità riguardanti le strutture pertinenziali (terrazze, cantine, box auto, ecc.). In pratica, per queste tipologie di manufatti edilizi e per ampliamenti fino al 20%, infatti, le nuove disposizioni normative consentono di iniziare i lavori producendo la SCIA.

Sempre con la segnalazione certificata di inizio attività, di cui abbiamo parlato in passato anche in questo articolo, è possibile intervenire in quasi tutte le Regioni italiane nelle quali è ancora in vigore il relativo Piano Casa, attivo dagli anni del secondo governo Berlusconi con l’obiettivo di dare impulso al settore dell’edilizia appena all’inizio della crisi economica.

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