A che punto si trova il processo complessivo relativo alla riforma del catasto? La domanda è necessaria, risulta infatti importante comprendere a quale “step” sia giunto l’epocale percorso di revisione. Dopo l’approvazione del decreto sulle commissioni censuarie, si è passati alla determinazione del meccanismo di individuazione del valore patrimoniale medio mediante specifici algoritmi.
Per comprendere in quale direzione si sta andando possono risultare molto interessanti le parole di Maurizio Savoncelli, il presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, che, intervistato la scorsa settimana da Ediltecnico (leggi qui l’intervista integrale) ha chiarito alcuni punti a riguardo: “Dalle simulazioni che abbiamo effettuato – spiega Savoncelli – abbiamo potuto evidenziare alcune discrasie sull’algoritmo proposto che necessita di correzioni, su cui tutti si sono trovati d’accordo. Ritengo che il secondo decreto attuativo della riforma del catasto sarà sottoposto al vaglio del Consiglio dei Ministri in queste settimane ed è verosimile aspettarsi la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale non prima dell’estate, probabilmente per fine settembre”.
Già nelle scorse settimane il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati era sceso in campo con una propria proposta in materia di riforma del catasto, elaborando il proprio punto di vista in materia attraverso uno strumento particolare, un video online: con l’obiettivo è di semplificare un tema complesso ed illustrarlo a contribuenti ed Istituzioni. Leggi in proposito l’articolo Riforma catasto: istantanee di riforma in un video dei Geometri.
I Geometri hanno segnalato all’Agenzia delle Entrate alcuni punti critici: le Entrate sarebbero infatti orientate ad inaugurare la riforma del catasto in maniera opposta a quanto suggerito dal CNGeGL, ritenendo che si possa partire con una valutazione empirica del calcolo dei metri quadri, ragionando su una consistenza media in metri quadri di ciascun vano e, ancora, utilizzando in questa prima fase i dati immobiliari estesi a zone ampie come le unioni di Comuni. Secondo il numero uno dei geometri italiani tutto questo si colloca in totale opposizione alla spirito della riforma. “A nostro avviso occorre che il cittadino diventi protagonista della procedura di rideterminazione della rendita catastale del proprio immobile, attraverso un’adesione volontaria alla riforma e con l’aiuto di un tecnico. In questo modo, prevedendo anche la totale deducibilità fiscale del costo del professionista, sarebbero direttamente i proprietari a inviare al catasto i dati e le consistenze. Si eviterebbero pertanto i rischi di contenziosi e di malcontento che un processo dall’alto quasi inevitabilmente genererebbe”.
I Geometri si scagliano pertanto contro l’approccio intrapreso dall’Agenzia: un metodo ancora empirico non idoneo a fotografare esattamente lo stato di fato in materia.
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