Assoedilizia si scaglia contro un aspetto non secondario della riforma del catasto in atto: quello relativo agli strumenti idonei a portare a conoscenza degli interessati la variazione delle rendite ed i nuovi valori.
In un articolo uscito ieri sulle pagine del quotidiano Libero, il presidente dell’associazione Achille Colombo Clerici ha esplicitato tutti i suoi dubbi in materia di revisione dei classamenti e di metodo per comunicare le variazioni ai cittadini proprietari di casa.
Per una sintetica rassegna dei prossimi passaggi relativi al percorso di revisione della materia catastale leggi l’articolo Riforma del catasto, si scaldano i motori: ecco la tabella di marcia da qui al 2019.
“L’impressione – scrive Colombo Clerici – è che il processo di revisione dei classamenti e dei valori immobiliari, disciplinato dalla riforma contenuta nella legge delega fiscale, si stia delineando come un vero procedimento kafkiano. Uno sgomento soprattutto per i piccoli proprietari di casa che vedono allontanarsi sempre più la possibilità di difendersi davanti a una burocrazia tributaria protetta da un sistema normativo più adatto a far giustizia sommaria. Rischiano infatti di essere travolti i piccoli contribuenti che faticosamente cercano di salvaguardare il proprio risparmio”.
“Rileviamo che è sovvertito il sistema per portare a conoscenza degli interessati la variazione delle rendite ed i nuovi valori – spiega Colombo Clerici -, aspetto rilevantissimo, poiché dal momento della piena conoscenza scattano i termini per l’impugnazione innanzi alle commissioni tributarie. Prima il contribuente era garantito dal sistema della notificazione: aspettava al suo domicilio che gli consegnassero nelle mani l’atto tributario che lo riguardava, cioè l’accertamento della nuova rendita. Ora questo atto se lo deve andare a cercare. All’albo pretorio, attualmente online in molti comuni, dove certamente l’affissione non è una notificazione, nonostante la legge la definisca tale. Ad abundantiam si prevede che la comunicazione gli arrivi in ufficio mediante la pec (posta elettronica certificata): beato colui che ha l’uno e l’altra. Ma il sistema, stiamone certi, non è sicuro nemmeno per le grandi immobiliari (…)”.
Per ulteriori informazioni consulta anche l’articolo Equità fiscale: obiettivo possibile o utopia per la riforma del catasto?
“Se il problema fosse semplicemente quello di far emergere l’evasione fiscale del settore e stanare gli immobili fantasma – prosegue il presidente di Assoedilizia sulle colonne di Libero -, mettendoli a regime, potremmo concordare. Ma qui rischiano di essere travolti i piccoli contribuenti, i più deboli ed indifesi, che faticosamente cercano di salvaguardare giorno dopo giorno il proprio risparmio investito nella casa, che son sempre stati ligi al fisco, che sperano di lasciare ai propri figli il frutto del proprio lavoro. Tralasciamo pure di parlare delle complicatissime (…) formule tecniche ( algoritmi, funzioni statistiche etc.) nelle quali si racchiude tutto il meccanismo di determinazione dei valori sulla base dei quali si concretizzerà il debito tributario. Tralasciamo di dire che la comprensione di tale meccanismo, sia pure attraverso la presenza dei rappresentanti di categoria nelle commissioni censuarie, è difficile. La legge delega in materia fiscale del marzo 2014 parlava di “esperti (..) anche indicati dalle associazioni di categoria del settore immobiliare. Il decreto legislativo del dicembre 2014, entrato in vigore il 28 gennaio scorso, parla invece di “indicazione delle associazioni di categoria operanti nel settore immobiliare”. Come dev’esser intesa questa apertura al possibilismo normativo?”
È questo uno degli interrogativi lanciati da Colombo Clerici nell’articolo di ieri, mentre è tutto pronto per il varo del decreto che aprirà ufficialmente la revisione dei fabbricati. La conclusione del numero uno di Assoedilizia pone seri dubbi sull’opportunità del nuovo metodo: “Il legislatore si affanna a mascherare il fatto che pur anche una miriade di mezzi di comunicazione, anche collettiva, non può equivalere e quindi sostituire la semplice consegna dell’atto nelle mani del destinatario. Sorge il pensiero che il proprietario immobiliare, per essere veramente sicuro, debba monitorare permanentemente il Catasto, per controllare se i dati della rendita siano cambiati. C’è da chiedersi quanto ciò soddisfi l’esigenza del rispetto della nostra Costituzione e dei principi fondamentali del nostro ordinamento”.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento