Piano Città e ddl consumo di suolo, Inu spara a zero sul Governo

Il Piano Città e il ddl Catania contro il consumo del suolo sono una delusione: nessuna innovazione, pochi soldi, idee vecchie, indecisioni sulle aree agricole. Lo ha affermato il Presidente dell’Inu Federico Oliva.

“Ci contavamo su questo governo, ma ha deluso:  il piano città e il provvedimento sul consumo di suolo sembravano nelle premesse meglio di come poi si sono rivelati”. Lo ha detto nel corso della giornata di chiusura di Urbanpromo social housing (www.urbanpromo.it), la manifestazione sulle politiche abitative sociali organizzata a Torino dall’Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit, il presidente dell’Inu Federico Oliva.

Il presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica ha spiegato: “Il Piano Città non porta nessuna innovazione. I 200 milioni sono pochi per una politica complessiva di rigenerazione urbana di livello nazionale, e  per di più praticamente nulli sono i fondi nuovi, si tratta di recupero di vecchi stanziamenti, addirittura a partire dagli anni Novanta del secolo scorso. Inoltre il Piano Città si basa su un modello stravecchio, è un’operazione di cantierizzazione di progetti fermi”.

Oliva a Urbanpromo social housing ha criticato anche il ddl contro il consumo di suolo, il provvedimento che prende il nome dal ministro delle Politiche agricole Catania: “E’ uno spot di un ministro che ha voluto farsi mettere sotto i riflettori  per un tema di cui tutti parlano. Il ddl stoppa il consumo delle aree agricole, mi chiedo: le altre?”. Il presidente Inu ha proseguito: “Inoltre non è stabilito cosa sono le aree agricole, e non vengono definiti gli strumenti attraverso i quali si dovrebbe smettere di consumare suolo agricolo. Poi mi chiedo perché non si è detto chiaramente che gli oneri di urbanizzazione vanno a finanziare la rigenerazione urbana”.

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Nel suo intervento Oliva ha sottolineato l’importanza delle risorse per l’attuazione di una politica per le città: “Però il governo, nonostante gli sforzi, non è riuscito a fermare l’incremento del debito pubblico. Non abbiamo più risorse che arrivano alle città dalla fiscalità generale, i trasferimenti si sono progressivamente azzerati. Dobbiamo trovare un’altra fonte di finanziamento: la via è una redistribuzione sociale della rendita che è un po’ acciaccata ma ancora resiste. Occorre una nuova fiscalità, oltre che un uso più intelligente della fiscalità locale,  per finanziare la città pubblica. Parlo dei servizi, delle infrastrutture, degli spazi pubblici”.

Nella giornata conclusiva di Urbanpromo social housing è stato avviato il lavoro che porterà nei prossimi giorni a un aggiornamento del manifesto del social housing, messo a punto nella prima edizione dello scorso anno: un elenco di raccomandazioni per mettere in atto politiche abitative virtuose.

Redazione Tecnica

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