Doppio binario per risolvere l’annoso problema dei ritardi dei pagamenti della PA nei confronti delle imprese, che vantano crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Le due soluzioni prospettate, che saranno discusse in aula lunedì 2 aprile, sono contenute in un pacchetto di emendamenti al Decreto sulla Riforma Fiscale presentato in Commissione Bilancio e Finanze del Senato.
Ma vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta. La prima novità riguarda la proposta di procedere immediatamente allo sblocco di un miliardo di euro alle pubbliche amministrazioni per onorare i crediti più vecchi. Queste risorse sono già state previste nel Decreto Liberalizzazioni, ma si attende, appunto, che venga rese effettivamente disponibili nelle casse della PA.
La seconda novità proposta negli emendamenti prevede invece che le imprese che vantano dei crediti non riscossi nei confronti della PA li possano cedere alle banche pro solvendo, ossia, in sintesi, rispondendo dell’eventuale insolvibilità da parte della pubblica amministrazione.
In altri termini, l’impresa che cede il proprio credito sarà comunque tenuta a garantire la solvibilità del debitore, in questo caso la PA. A livello tecnico e operativo questa operazione dovrà essere chiarata da un successivo decreto del Ministero delle finanze, ammesso e non concesso che l’emendamento passi all’esame delle Camere.
Ma nel pacchetto di emendamenti non ci sono solo i pagamenti delle PA alle imprese. Come già anticipato da Ediltecnico.it, tra le altre proposte di modifica al Decreto di Riforma Fiscale hanno trovato posto una congerie di esenzioni e sconti relativi all’IMU: salvati (in parte) dalla nuova Imposta municipale unica sarebbero quindi le case popolari, i terreni e fabbricati rurali, i beni architettonici di valenza storica e gli edifici inagibili.
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