A MCE 2012 il Secondo Forum Nazionale sulla Certificazione Energetica

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Il 27 marzo è andato in scena presso il Centro Congressi della Fiera di Milano a Rho il Secondo Forum Nazionale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, organizzato dal Comitato Termotecnico Italiano in collaborazione con la MCE Mostra Convegno Expocmnfort 2012, durante il quale sono emersi parecchi spunti di riflessione sia sull’ attuazione della certificazione energetica in Italia sia sulle importanti novità che sono in cantiere e alle quali il Ministero dello Sviluppo Economico sta lavorando, senza non poche difficoltà.

Rapporto 2012 sulla Certificazione energetica
Ad aprire i lavori è intervenuto il prof. arch. Giuliano Dall’O’, docente del Politecnico di Milano e membro del CTI, che ha presentato il  “Rapporto 2012 sullo stato di attuazione della certificazione energetica degli edifici in Italia”. Molti i risultati messi in evidenza, tra i quali spiccano i 1.375.023 certificati redatti in Italia da quando è entrata in vigore la normativa, risultato tra i migliori in Europa. Tuttavia di questo totale circa il 95% è stato redatto al Nord (700.000 certificati circa in Lombardia, 250.000 in Emilia Romagna e 240.000 in Piemonte), il 4% al Centro, solo l’1% al Sud e 5 sono le regioni, sempre settentrionali, ad aver istituito un catasto energetico (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta).

Gli elenchi dei certificatori riconosciuti dalle varie regioni annoverano 42.232 professionisti , segno che molti di essi hanno visto nella certificazione energetica una nuova professione ed una possibilità di lavoro importante, in un periodo difficile che ben conosciamo. Tornando al rapporto pubblicato, distribuito gratuitamente a tutti i presenti, oltre a fare anche un quadro dettagliato delle differenze legislative tra le varie regioni d’Italia riporta alcuni dati di carattere statistico.

Merita, in questo contesto, una citazione particolare l’esperimento svolto nella Regione Calabria (al quale mi fregio di aver collaborato) che, seppure non si sia data una propria legislazione, ha provato ad analizzare tutti i certificati energetici registrati presso l’ufficio competente, pochi  a dire il vero (solo 334 nel corso di tutto il 2011 contro 2117 autodichiarazioni), e dal quale è emerso, tra le tante cose, che solo il 31% di quelli depositati risulta conforme alla normativa, ne segue un desolante elenco di errori comuni nel quale a farla da padrone è la mancanza di raccomandazioni per l’efficientamento dell’edificio. Si evidenzia, inoltre, come circa il 30% dei certificatori sia di provenienza non regionale, dato che aumenta i dubbi circa la possibilità di certificati energetici redatti via web e spediti per  posta al committente. Queste risultanze, uniche in Italia per le regioni mancanti di propria normativa, possono dare un’ idea di come si debba lavorare ancora molto, in alcune regioni, sulla credibilità della certificazione energetica come strumento per il mercato immobiliare e per l’efficienza energetica del parco immobiliare.

Risultati e nuova direzione
È stato tuttavia opportunamente sottolineato come, laddove invece applicata in modo convinto, la certificazione energetica abbia incentivato in maniera importante l’edilizia efficiente, soprattutto per i nuovi edifici. In queste regioni, infatti, costruire e immettere sul mercato immobili con classi energetiche anche pari e non solo inferiori alla C, o addirittura alla B, sarebbe imbarazzante sia per i progettisti che per i costruttori.

Sulla base degli importanti risultati raggiunti da queste regioni capofila e, di contro, sulla base dei desolanti risultati calabresi, appare evidente come ci sia la necessità di puntare sull’adeguamento delle normative regionali e sulla qualità e professionalità dei certificatori energetici e come i controlli, se accompagnati da sanzioni, potrebbero dare quella credibilità alla certificazione energetica che, come detto, in molte regioni oggi non è stata oggettivamente raggiunta. Muoversi in questa direzione, inoltre, scoraggerebbe alcune discutibili iniziative che, oltre a drogare il mercato, palesano una certa sufficienza di professionalità: parlo di offerte a basso costo (leggi articolo “sOFFRIAMO a basso costo” con la Certificazione Energetica) che di continuo vengono proposte su internet e non solo.

Nuove disposizioni legislative
Molto interessante è anche risultato l’intervento dell’ing. Roberto Moneta del Ministero dello sviluppo economico che ha esposto i prossimi passi in tema di disposizioni legislative. Primo fra tutti è la risoluzione delle procedure di infrazione e il completamento e adeguamento dei provvedimenti attuativi del d.lgs. 192/2005. La Commissione Europea, infatti, ha dato dei pareri motivati sull’assenza di ispezioni degli impianti termici di media e grossa taglia in rapporto ai costi/benefici delle attività di controllo: a tal proposito sarà emanato un DPR o un DM di integrazione ed adeguamento del d.P.R. 412/1993. C’è poi da risolvere la questione delle autodichiarazioni, inammissibili secondo la Commissione, e il cui DM sembra essere già pronto, manca alla sua approvazione il passaggio alla Conferenza Stato Regioni e al Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti. Manca inoltre l’allargamento della normativa alle locazioni, punto che verrà affrontato, tuttavia, nel corso del recepimento della Direttiva Europea EPBD2 (la 31/2010).

Nei prossimi giorni, poi, dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri l’ultimo decreto attuativo mancante del d.lgs. 192/2005 sui requisiti professionali dei certificatori energetici che conterrà anche importanti novità sui controlli a campione dei certificati, ma non sono stati esposti ulteriori dettagli in merito.

Tavoli tecnici
È al vaglio del Ministero anche l’applicazione della metodologia comparativa per calcolare livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici predisposta dalla Commissione europea (Regolamento n.244/2012 del 16 gennaio 2012 pubblicato sulla G.U. del 21 marzo 2012) e per il quale il Ministero ha istituito un tavolo tecnico con il CTI e l’RSE.

Un altro tavolo tecnico sta predisponendo la revisione di requisiti minimi già contenuti nel d.P.R. 59/2009 e i nuovi parametri dell’edificio di riferimento.  In merito alla certificazione energetica la nuova normativa porrà l’accento sul rafforzamento dell’aspetto comunicativo, le raccomandazioni e le potenzialità di efficientamento energetico per gli edifici esistenti, l’apertura a nuove classi energetiche più performanti e l’omogeneità a livello nazionale delle procedure di calcolo.

Incentivi
Ultimo punto esposto dall’ing. Moneta, non meno importante, quello relativo agli incentivi con le revisione dei certificati bianchi e con il “conto termico” che sarà aperto anche agli enti pubblici e che dovrebbe essere più favorevole, ma non ci sono dettagli, in presenza di interventi di efficientamento dell’involucro degli edifici. Al pari del conto energia che trova copertura nelle bollette dell’energia elettrica, il conto termico dovrebbe trovare copertura nelle bollette del gas.

Altri interventi
Gli interventi, tanti, sono continuati con l’esposizione da parte di alcuni tecnici del CTI del lavoro di aggiornamento della normativa tecnica UNI TS 11300 parte 1 e 2, la cui inchiesta pubblica dovrebbe partire a breve e che si prevede possa essere pubblicata entro il 2012 e la parte 4 la cui inchiesta pubblica è conclusa e che sarà pubblicata nelle prossime settimane. Con le UNI TS 11300 1 e 2 verranno anche introdotti nuovi abachi di riferimento sia sui ponti termici che sui componenti edilizi, ma vi sarà anche la revisione delle norme sui dati climatici, ormai obsoleti, e il ricalcolo dei gradi giorno.

Il prof. ing. Federico Butera del Politecnico di Milano, ha invece sottolineato come il certificatore energetico debba pian piano occupare una nuova figura professionale, il consulente dell’energia, all’interno di una progettazione integrata degli edifici fornendo consulenza ad architetti ed ingegneri progettisti sulle migliori soluzioni in merito all’efficienza energetica in relazione alle condizioni ambientali, di confort e di costo. Successivamente hanno preso la parola alcuni rappresentanti di categoria, tra i quali i rappresentanti di Anima, Assotermica e degli Ordini Professionali, ma anche rappresentanti delle regioni e Accredia. Infine è intervenuto anche il pubblico che ha arricchito la tavola rotonda finale con interventi e domande.

Due interventi interessanti
Mi preme, in ultima battuta, menzionare due interventi. Il primo da parte della Presidente di Assotermica, Paola Ferroli, che si è chiesta, non senza una vena polemica e sicuramente a giusta ragione, il perché dell’assenza (o del mancato invito) di un qualsiasi rappresentante del Governo, eppure nella stessa giornata variamente presenti ad una manifestazione non meno ma neanche più importante come Vinitaly a Verona, non foss’altro per una maggiore esposizione mediatica dell’evento.

Il secondo di Mauro Fasano della Direzione Generale Ambiente Energia e Reti della Regione Lombardia, in risposta ad Alberto Musa di Accredia il quale chiedeva, da consumatore, se i certificati energetici nel caso di edifici esistenti non siano diventati dei fogli di carta da inserire nella cartellina dell’atto di vendita conservata dai notai. Considerazione giusta, ha risposto Fasano, ma lo scopo della certificazione energetica, più volte ribadito dalla Commissione Europea, è quello di una trasformazione del mercato immobiliare (da qui l’obbligo di indicare l’indice di prestazione energetica negli annunci commerciali) che fornisca la possibilità all’acquirente di poter scegliere tra diversi edifici nella consapevolezza che i costi di conduzione dei servizi energetici di uno possano essere maggiori o minori rispetto ad un altro e, non con minore importanza, di disporre di uno strumento relativo all’edificio acquistato che possa dare delle indicazioni utili per scegliere di effettuare un intervento di ristrutturazione piuttosto che un altro per migliorare la prestazione energetica e quindi ottenere un risparmio di denaro a fronte di un minor tempo di ritorno dell’investimento in un ottica più ampia che mira alla lotta contro le emissioni clima-alteranti di CO2.

Enrico Ninarello

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