Per l’espropriazione diritti uso civico occorre la sdemanializzazione

La sdemanializzazione degli usi civici collettivi non può verificarsi direttamente con l’esecuzione di una procedura di espropriazione per pubblica utilità ma occorre un provvedimento formale

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Come spiega Massimo Moncelli, autore del Manuale tecnico degli usi civici , edito da Maggioli Editore, gli usi civici sono un’antica forma di diritto collettivo su proprietà altrui.

Si tratta di diritti originari che competono ai residenti di una specifica zona e consistono nell’utilizzazione in comune di diritti reali che, per loro natura, sono inalienabili, inusucapibili e imprescrittibili, nonché permanentemente legati agli abitanti di un territorio e soggetti al regime giuridico dei beni demaniali.

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In origine avevano lo scopo di garantire i “necessari bisogni delle popolazioni che hanno per oggetto determinate necessità della vita, nella cui soddisfazione trovano la loro misura e il loro compimento” [C. Calisse, Per il riordinamento degli usi civici, Roma, 1927] ma nel tempo hanno acquisito una funzione di conservazione del territorio, diventando
uno strumento di tutela dell’ambiente.

Gli usi civici sorgono nel Medioevo ma la loro storia è più che viva dato che circa ¼ del territorio nazionale tutt’oggi è gravato da usi civici.

Sul tema usi civici è spesso intervenuta la Cassazione, la quale ha precisato molti aspetti dubbi tra i quali per ultimo ciò che riguarda l’espropriazione di tali diritti e la relativa sdemanializzazione.

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Cosa si intende per sdemanializzazione

Per sdemanializzazione si intende il provvedimento di competenza regionale, con il quale si cancella dal terreno interessato il vincolo dell’inalienabilità e imprescrittibilità del diritto, sottraendolo al patrimonio collettivo indisponibile del comune, che in conseguenza di ciò potrà alienarlo, seppur in conformità con le condizioni impartite dall’Ufficio regionale usi civici.

Vediamo nel dettaglio cosa hanno disposto recentemente le Sezioni Unite civili della Corte di Cassazione, su questo aspetto in rapporto all’espropriazione.

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Usi civici non espropriabili per pubblica utilità senza sdemanializzazione

Con la sentenza n. 12570 del 10 maggio 2023, le Sezioni Unite civili della Corte di Cassazione si sono espresse sui diritti di uso civico che interessano i beni collettivi precisando che tali diritti non possono essere estinti per effetto di un decreto di espropriazione per pubblica utilità poiché la loro natura giuridica assimilabile a quella demaniale lo impedisce, essendo, perciò, necessario, per l’attuazione di una tale forma di espropriazione, un formale provvedimento di sdemanializzazione.

Quindi il dubbio posto è: si ritiene ammissibile l’espropriazione per pubblica utilità dei beni gravati da usi civici di dominio della collettività, prescindendo da una loro preventiva espressa sdemanializzazione?

Per le Sezioni riunite la risposta è no, in quanto se l’espropriazione deve escludersi per tutti i beni appartenenti al patrimonio indisponibile “poiché questi non possono essere sottratti alla loro destinazione” se non nei modi stabiliti dalle leggi che li riguardano (art. 828 c.c.), per cui occorre un’espressa norma di legge per consentirne l’espropriazione per pubblica utilità, lo stesso principio deve essere estendibile – a maggior ragione – al demanio pubblico (dello Stato e degli enti territoriali), che ha già una destinazione di interesse pubblico, la quale può essere modificata solo con il venir meno della demanialità, o con la destinazione ad altro uso, disposta dall’autorità competente.

Questa impostazione è applicabile anche ai beni di uso civico collettivo una volta che essa implica un regime di loro indisponibilità.

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Manuale tecnico degli Usi Civici

Il manuale tecnico degli usi civici ha l’obiettivo di fornire le necessarie conoscenze per eseguire l’accertamento riguardante la reale presenza dell’uso civico, la verifica sullo stato delle terre e le operazioni di sistemazione, come la legittimazione del possesso o la vendita. Si tratta di compiti sempre difficili e a volte problematici, perché ci si trova di fronte a possessi ultradecennali, a volte oggetto di atti di trasferimento che possono sembrare corretti, ma che sono invece nulli per i motivi più vari. Le conseguenze di un errore, a causa dell’imprescrittibilità del diritto, sono di una enorme rilevanza; basti pensare che il demanio civico resiste anche al piano regolatore e di conseguenza può vanificare tutti gli schemi seguiti dagli urbanisti. Nel testo sono esaminate anche le origini dell’istituto e la legislazione preunitaria e moderna, illustrando in particolare le principali caratteristiche e le numerose implicazioni di carattere estimativo, anche in considerazione delle conseguenze nel processo di esecuzione immobiliare. Include l’accesso a un corso completo sugli usi civici della durata di 6 ore tenuto da Massimo Moncelli per la parte tecnico-estimativa e da Maurizio Lucca per la parte giuridica. Massimo Moncelli Laureato in Scienze Agrarie, è esperto di estimo ed economia immobiliare, membro del Royal Institution of Chartered Surveyors e della Società Italiana di estimo e valutazioni. È iscritto nell’Elenco dei Docenti della Scuola Superiore della Magistratura e nell’albo degli esperti scientifici del MIUR. Autore di numerosi articoli e pubblicazioni tecniche in materia di estimo civile e legale.

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Foto:iStock.com/nathaphat

Redazione Tecnica

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