Danni e difetti pietra naturale e laterizio: patologie da errata posa di infissi e serramenti

Analizziamo con una serie di casi studio, quali sono le cattive e le buone pratiche legate all’istallazione degli infissi e serramenti e in che modo queste possono influire sui rivestimenti lapidei e i laterizi

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(di M. Aguanno, D. Cagnoni, C. Lisci) Le pietre naturali e i laterizi da sempre si prestano all’utilizzo generalizzato in vari contesti climatici/ambientali e soprattutto alle più diverse destinazioni d’uso.

La peculiarità sta nel fatto che, in base al loro peso e formato possono essere posate con diverse tecniche e tecnologie di posa, fra queste: imbottitura di malta tradizionale, imbottitura di malta tradizionale con il supporto di graffe e zanche metalliche, posa mediante adesivi, posa a secco mediante ancoraggi metallici.

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Nel caso di facciate continue, facciate a nastro o pavimentazioni, la presenza di serramenti e infissi costituiscono delle zone nevralgiche dell’involucro edilizio che meritano una singolare attenzione in quanto ne interrompono la continuità, alterandone la tenuta all’acqua, l’efficienza termo-energetica e anche l’isolamento acustico.

Ciò significa che è d’obbligo una progettazione attenta rispettosa requisiti dei prestazionali dei materiali, tenendo conto di alcuni aspetti:

  • della classe di assorbimento e stabilità dimensionale delle lastre a contatto con l’acqua e alle variazioni termiche;
  • degli stati di forzo a seconda dell’esposizione alle sollecitazioni agenti (escursioni termiche, effetto dei cicli di gelo-disgelo, azione dei sali, corrosione in ambienti acidi, pressione esercitata dal vento e dalla pioggia battente etc.);
  • del corretto dimensionamento di tutti gli elementi che si accoppiano alle lastre lapidee;
  • della durabilità di ciascun elemento;
  • della durabilità e compatibilità non solo del singolo elemento ma anche della durabilità dell’intero sistema pietra-sistema di fissaggio;
  • della compatibilità con i materiali sigillanti e isolanti per evitare l’alterazione chimica e la formazione di sottoprodotti dannosi che alterano l’estetica del lapideo (macchie, efflorescenze, croste) e che comportano la riduzione delle proprietà fisiche e meccaniche;
  • delle attrezzature e tecniche da utilizzare a seconda delle qualità tecniche dei materiali lapidei (perforabilità, spaccabilità, lavorabilità in funzione della durezza della pietra etc.) e meccaniche (resistenza a compressione, al taglio, carico di rottura in corrispondenza dei fori di ancoraggio, all’urto etc.)

Di seguito si illustrano alcuni casi-studio di danni e difetti derivanti da una errata posa di infissi e serramenti. Ma anche due casi studio sulle buone pratiche di installazione.

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Caso studio: serramento in metallo, installato a filo esterno

Difetti dell’infisso: difetto di progettazione con installazione “in luce”, modalità sconsigliata dalle norme di riferimento UNI 11673 e UNI 11296, perché carente per isolamento termico e acustico. L’infisso è male isolato, la macchia di umidità e la deposizione superficiale bianca indicata dalla freccia ne evidenziano problemi di tenuta termoigrometrica.

Pietra: calcare compatto contenente impurità solfuree, argilla e materia organica.

Patologia complessiva riscontrata: patine derivanti da dissoluzione della matrice carbonatica causate dall’alterazione delle impurità solfuree in presenza di ossigeno e umidità (da ponte termico dovuto a difetti di posa dell’infisso) secondo la seguente reazione, con formazione di condensa acida e gesso (sale idratabile) come prodotto di reazione.

2FeS2 (pirite) + 2H2O + 7O2 → 2H2SO4 (acido solforico) + 2FeSO4

CaCO3 (calcite) + H2O + H2SO4 → CaSO4∙2H2O (gesso) + CO2

La formazione di sali solubili veicola e diffonde ulteriormente l’umidità attraverso la matrice lapidea, innescando altri fenomeni di dissoluzione/deposizione in prossimità della zona già ammalorata.

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Foto 1_Serramento in metallo, installato a filo esterno

Caso studio: serramento in metallo con apertura verso l’esterno accoppiato con altro serramento

Difetti dell’infisso: c’è un problema di assemblaggio nel serramento di destra, che in genere è anche concausa perché un assemblaggio approssimativo genera flussi d’aria attraverso il serramento stesso. Il canalino della vetrocamera ha una strana gobba (evidenziato dall’ellisse rossa). Inoltre, il pilastrino dà stabilità statica, ma di fatto crea un ponte termico importante in discontinuità tra i due serramenti. Quando il pilastrino è realizzato in ferro/acciaio non isolato, il problema può essere aggravato.

Pietra: calcare simile al caso precedente, ma contenente più materia organica e argilla.

Patologia complessiva riscontrata: analoga al caso precedente, seppur con origine derivante da difetti dell’infisso differenti dal precedente caso.

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Foto 2_Serramento in metallo con apertura verso l’esterno accoppiato con altro serramento

Caso studio: infisso in ferro

Difetti dell’infisso: fissaggio del serramento frontale, su supporto difficile da trattare (pietra) con fissaggi previsti troppo vicini allo spigolo e telaio metallico senza sigillatura del nodo primario verso l’esterno.

Pietra: calcare compatto costituente la muratura portante di un edificio storico.

Patologia complessiva riscontrata: lesione e formazione del cuneo di rottura per sforzo di taglio in corrispondenza del tassello di ancoraggio.

L’assenza di materiale sigillante di accoppiamento ad alta elasticità fra serramento e muratura ha fatto sì che, materiali con diversa rigidità, si deformassero (e lesionassero nel caso della pietra) in maniera differenziale in presenza di umidità e variazioni termiche, impedendo la libera dilatazione e contrazione termica di ciascuno.

Inoltre, è visibile la corrosione del tassello, che in generale può essere causa diretta o indiretta della diminuzione della vita di servizio del fissaggio del serramento, anch’esso parzialmente ossidato.

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Foto 3_Infisso in ferro

Buone pratiche di installazione

Caso studio: infisso in pvc con persiana incardinata direttamente nella cornice in laterizio

Ambiente: esterno

Materiale: muratura mista con cornice in laterizio

Si procede perforando la cornice con una punta da 18 mm e poi si inserisce un ancorante chimico. Subito dopo viene inserito il perno che servirà a sorreggere le ante. Saranno praticati alti due fori che servono per bloccare i perni di chiusura.

Questa installazione è molto delicata poiché la cornice, durante la perforazione, tende a sfogliarsi e a scheggiarsi. Si deve procedere con attenzione, utilizzando la percussione con molta precauzione in modo da evitare il danno meccanico del laterizio. Le attrezzature utilizzate per la perforazione e lavorazione della pietra devono essere accuratamente scelte in funzione delle proprietà tecniche e meccaniche del laterizio determinate dalla sua durezza.

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Foto 4_Infisso in pvc bianco in stile toscano con persiana incardinata direttamente nella cornice in laterizio

Caso studio: infisso in legno alluminio installato su monoblocco per frangisole

Ambiente: esterno

Materiale della soglia: calcare molto compatto

Il monoblocco è in EPS ad alta densità, con la soglia incollata con apposito collante. È un tipo di intervento molto complicato perché le fasi vanno curate considerando le future dilatazioni e contrazioni termiche differenziali fra soglia e montante che devono essere prevenute con opportuno strato di compensazione. Le soglie sono anche supportate da alcune chiamate metalliche nascoste.

L’installazione è del 2014 e ad oggi non si rilevano fessurazioni o movimenti di alcun tipo. L’abitazione è a Forte dei Marmi e guarda il mare. Subisce quindi anche tutte le intemperie dovute all’atmosfera salina.

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Foto 5_Infisso in legno alluminio installato su monoblocco per frangisole

L’articolo è di Carla Lisci, Massimiliano Aguanno e Daniele Cagnoni.

Massimiliano Aguanno – Amministratore di Lema Serramenti, Geometra, docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie-infissi 2022, Operatore termografico II livello – UNI 9712, Posatore certificato EQF4 – UNI 11673 e membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12 “Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”. Autore, con Daniele Cagnoni del volume Infissi e serramenti: danni e difetti.

Daniele Cagnoni – Titolare di Diemme Infissi, docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie-infissi 2022, docente Legno Legno per la qualifica EQF4 sulla posa in opera degli infissi, Professionista per la posa degli Infissi di Qualità Casaclima e membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12 “Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”.

Carla Lisci – Dottoranda di Ricerca presso il laboratorio Hércules dell’Università di Évora, i suoi studi attuali si concentrano sull’applicazione di formulazioni chimiche utili alla protezione e alla conservazione dei materiali lapidei naturali. Partecipa alle attività finalizzate alla caratterizzazione fisica, meccanica e mineralogica dei lapidei naturali secondo normativa UNI-EN-ISO. Carla Lisci è docente di patologie dei rivestimenti in pietra naturale e laterizio (Modulo I – involucro) del Corso di Patologie Edilizie 2023, organizzato da International Campus, con la collaborazione di ThePLAN e il contributo incondizionato di Maggioli Editore.

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Foto:iStock.com/Maryna Andriichenko

Redazione Tecnica

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