La ripartenza post Covid-19, definita fase 2, è nei prossimi piani di Governo. Il programma di palazzo Chigi prevede un primo step con riapertura minima delle attività (tra le quali librerie, cartolibrerie, attività di silvicoltura…) concordata tra il Governo e i rappresentanti delle imprese e dei sindacati.
Lo spiraglio di una ripartenza post Covid-19 si è palesato alla luce della diminuzione di nuovi casi di contagio da Coronavirus: dopo una fase di plateau, sembra esserci una discesa della curva che tende a flettere verso il basso.
L’obiettivo tuttavia è quello di contenere l’indice di contagio R0, pertanto la ripartenza post Covid-19 sarà graduale e ponderata con cura e attenzione secondo nuovi modelli organizzativi.
Fa parte di un secondo step la ripresa degli spostamenti che sono stati bloccati fino al 3 maggio 2020. Tuttavia una totale normalità resta ancora un difficile traguardo ed è molto probabile che bisognerà iniziare a pensare ad una convivenza forzata con il virus.
Per questo motivo è necessario prendere coscienza delle regole e delle giuste procedure che bisogna rispettare per ritornare a ripopolare gli spazi dei luoghi di lavoro. Ma come fare?
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Va ricordato che tra il Governo e i rappresentati delle parti sociali è stato siglato il 14 marzo 2020 il “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” attraverso il quale sono state definite, per le aziende, le indicazioni operative valide per l’intero territorio italiano. Definito dal premier Conte, durante la conferenza stampa del 10 aprile 2020 “la Bibbia”, ovvero il testo di base di riferimento che verrà costantemente aggiornato, integrato e rafforzato dal pool di esperti tecnici che lavoreranno al fine di garantire un rientro dei lavoratori nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza secondo protocolli sanitari molto rigorosi.
Il premier, ha dichiarato: “Siamo già al lavoro per far ripartire le aziende in piena sicurezza. Due pilastri: pool di esperti e protocollo di sicurezza sui luoghi del lavoro”. Il pool che si compone di psicologi, sociologi, esperti di organizzazione del lavoro, manager di aziende dialogherà col comitato tecnico scientifico in modo da modificare le logiche dell’organizzazione del lavoro sino ad ora consolidate, ripensando ai radicati modelli organizzativi di vita economica e sociale che tengano conto anche della qualità della vita.
Il gruppo di esperti presieduto da Vittorio Colao, che porterà avanti la task force verso la ripartenza post Covid-19, si compone di importanti personalità che risiedono in Italia e all’estero tra i quali Prof. Giovannini, Prof.ssa Maggino, Prof.ssa Mazzuccato, Prof. Moretti, Prof.ssa Sadun.
Il tempo che intercorre dal DPCM annunciato il 10 aprile 2020 fino al prossimo 3 maggio 2020 potrà essere utile per le aziende per predisporre la sanificazione dei locali e predisporre le giuste misure di sicurezza.
Alcune attività hanno già iniziato a programmare i rientri dei dipendenti, prevedendo l’adozione di misure specifiche per la tutela dei lavoratori da Covid-19. Tra gli esempi interessanti, che provengono da grandi realtà aziendali, c’è quello della nota casa automobilistica Ferrari.
Come si stanno organizzando, invece, i cantieri ferroviari?
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Ripartenza post Covid-19: il modello sicurezza Ferrari
Al progetto è stato dato il nome di “Back on Track” e nasce dalla collaborazione tra un pool di virologi esperti – Dott. Nicola Bedin, Presidente di Lifenet Healthcare, Prof. Roberto Burioni dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – e il pool di salute dei medici dell’azienda del cavallino rampante coordinati dal Dott. Maurilio Missere con il patrocino della Regione Emilia Romagna. Obiettivo di Back on Track è quello di organizzare l’ambiente di lavoro al fine di garantire lo svolgimento dell’attività lavorativa dei dipendenti in piena sicurezza.
La prima fase interessa la riapertura delle sedi di Maranello e Modena secondo le modalità dettate all’interno del protocollo Covid-19 sicurezza lavoro del 14 marzo 2020 adattato alle specifiche esigenze delle aree di lavoro Ferrari.
La seconda fase prevede lo screening volontario da parte dei dipendenti mediante l’analisi del sangue attraverso la quale verificare lo stato di salute in relazione al virus. Lo screening è disponibile anche per i parenti conviventi dei dipendenti e per il personale dei fornitori che hanno rapporti con la società.
Il terzo passaggio prevede l’utilizzo di un’app da parte del personale interessato al progetto, attraverso la quale sarà possibile ricevere supporto medico, monitorare lo stato di salute e tracciare i contatti. Questo permetterà in caso di positività da Coronavirus di rintracciare tutti i contatti eventualmente coinvolti.
La società fornirà inoltre un servizio di assistenza sanitaria e psicologica al proprio personale telefonicamente o direttamente a casa e il dipendente che contrae Covid-19 riceverà una speciale copertura assicurativa gratuita e alloggi adatti all’autoisolamento, con supporto medico e infermieristico a casa, insieme al supporto di attrezzature mediche (come medicinali, ossimetro e, nel caso di emergenza, ossigeno).
La società Ferrari fa sapere che condividerà i risultati del progetto Back on Track con la Regione Emilia Romagna, mettendo così a disposizione della comunità le pratiche più avanzate per la protezione della salute dei lavoratori.
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Ripartenza post Covid-19: per i cantieri ferroviari come procedere?
Cambiando scenario lavorativo, per quanto riguarda i cantieri ferroviari, ANCEFERR (Associazione Nazionale Costruttori Edili Ferroviari Riuniti) fa sapere, con una comunicazione ad RFI, che indicazioni ad hoc sono state predisposte per chi opera sulle linee ferroviarie.
Si tratta di un dettagliato elenco delle misure adottabili per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid- 19 nei cantieri edili che ricalca quelle già condivisi da Anas S.p.A., RFI, ANCE, Feneal Uil, Filca – CISL e Fillea CGIL il 19 Marzo 2020, ma tiene conto delle specificità di imprese che operano lungo la linea ferroviaria.
L’ANCEFERR con le sue 58 imprese che assicurano manutenzione ordinaria e straordinaria al trasporto su rotaia, non avendo mai smesso di lavorare anche in questo periodo in situazioni urgenti, si dice pronta alla ripartenza post Covid-19 e alla graduale riapertura dei cantieri.
Il presidente ANCEFERR Pino Pisicchio, ha dichiarato: “Il nostro lavoro essenziale per la tutela della sicurezza dei viaggiatori, dovrà farsi carico in questo contesto pandemico, della salute dei nostri lavoratori impegnati sulle reti ferroviarie per questo, fermo restando il rispetto di tutte le disposizioni generali abbiamo elaborato un protocollo integrativo che tiene conto di tutto: dalla pulizia alla sanificazione di ogni oggetto o spazio, al ricambio d’aria negli abitacoli dei mezzi d’opera, al trasporto del personale, ai dispositivi di protezione che tutte le nostre imprese hanno da tempo già provveduto ad ordinare”.
Nella comunicazione a RFI che accompagna il dettagliato documento, ANCEFERR sottolinea che la riapertura dei cantieri dovrà essere “preceduta dalla fase di formalizzazione e condivisione, con il Direttore dei Lavori ed il Coordinatore per la Sicurezza, delle revisioni ed integrazioni dei Piani di Sicurezza e Coordinamento (PSC), della necessaria formazione e informazione e quant’altro necessario al proseguimento dell’attività lavorativa del cantiere, in piena emergenza sanitaria”.
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Sistema di gestione Covid-19
Il Sistema di Gestione COVID-19 nasce dall’idea di fornire alle aziende un utile strumento – una sorta di cassetta degli attrezzi – che assicuri la corretta gestione del rischio legato alla diffusione del virus SARS-CoV-2 negli ambienti di lavoro.Si tratta di un vero e proprio sistema di gestione per il rischio legato al contagio da COVID-19 – verificato da auditor esperti – applicabile da aziende di tutti i settori di attività.È stato sviluppato seguendo la struttura ISO dell’ultima revisione delle norme, quali ad esempio la 9001, la 14001 e la 45001 alle quali può integrarsi, ma al contempo risulta autonomo e completo: può quindi essere adottato sia da aziende già certificate, sia da aziende che non hanno ancora sviluppato un sistema di gestione ISO.Una delle maggiori spinte che hanno portato gli autori – consulenti aziendali in materia di sicurezza sul lavoro con esperienza nelle più svariate categorie merceologiche, dalla logistica alla ristorazione, passando per gli uffici amministrativi e i servizi di cura della persona – è rappresentata da quanto indicato sulla circolare n. 22 del 20 maggio 2020 dell’INAIL, nella quale viene stabilito che il contagio da SARS-CoV-2 sul luogo di lavoro è considerato come infortunio e, in quanto tale, soggetto a liquidazione.Il documento chiarisce inoltre che «[…] la responsabilità del datore di lavoro è ipotizzabile solo in caso di violazione della legge o di obblighi derivanti dalle conoscenze sperimentali o tecniche, che nel caso dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 si possono rinvenire nei protocolli e nelle linee guida governativi e regionali di cui all’articolo 1, comma 14 del decreto-legge 16 maggio 2020, n.33 […]».Il Sistema di Gestione COVID-19 può essere considerato come la naturale evoluzione del manuale La gestione del rischio COVID-19, redatto dagli stessi autori, che ha seguito di pari passo l’evolversi dell’epidemia e il conseguente aggiornamento normativo.È stato studiato affinché le aziende possano dimostrare l’avvenuta applicazione di tutte le misure riportate nei protocolli e nelle linee guida governative, ed è facilmente adattabile alle normative regionali.Per il datore di lavoro rappresenta uno scudo, in quanto fornisce tutte le evidenze necessarie a superare eventuali controlli da parte di enti preposti (quali ad esempio INAIL o Dipartimento di Igiene e Prevenzione delle Aziende Sanitaria competenti) o a eventuali audit di terze parti (come clienti o enti di certificazione).Le soluzioni proposte nel Sistema di Gestione COVID-19 sono adattabili alla specificità di ogni tipologia di azienda, dalla più semplice alla più complessa, sia nel caso in cui un’impresa sia dotata di un Sistema di Gestione ISO, sia che non l’abbia ancora implementato.Sono presenti dei preziosi allegati in formato word:- Manualela struttura base del sistema, che offre linee guida per la sua realizzazione e l’eventuale integrazione.- Moduli Realizzati sulla base dell’esperienza degli autori, contengono le prescrizioni minime previste dai vari protocolli.- Procedure Studiate per chiarire come applicare correttamente le misure di prevenzione previste dai protocolli. – IstruzioniDelineate in modo semplice e chiaro, affinché siano facilmente applicabili.- SegnaleticaRealizzata ottimizzando la comprensibilità di figure e indicazioni scritte.Carmine Moretti Ingegnere ambientale, è consulente aziendale e titolare dello studio TMA srl di Bologna. Dal 2003 si occupa di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, formazione e ambiente. È consulente per aziende con sedi dislocate in varie regioni del territorio nazionale. Negli ultimi anni ha realizzato e curato diverse pubblicazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Marco Ballardini Ingegnere ambientale, è consulente aziendale e formatore. Dopo aver lavorato per 10 anni nel settore petrolifero come tecnico specializzato e responsabile di cantiere, dal 2016 ha avviato la collaborazione con lo studio TMA srl di Bologna, occupandosi di consulenza e formazione in ambito sicurezza e salute sul lavoro e sistemi di gestione (ISO 9001 / ISO 14001 / ISO 45001). Gli autori desiderano ringraziare Francesca Ceccolini per il lavoro di editing svolto, per la collaborazione e l’insostituibile aiuto nella redazione e preparazione di questo lavoro.Un sentito ringraziamento va anche agli auditor che hanno fornito un prezioso contributo: l’Architetto Franco Ienna e il Dottor Piero Cristilli.
Carmine Moretti, Marco Ballardini | 2021 Maggioli Editore
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