Un disegno di legge realizzato per dare uno slancio ai progetti di rigenerazione urbana attraverso incentivi e facilitazioni.
Il nuovo Disegno di Legge prevede una struttura a livello nazionale, incardinata nella presidenza del Consiglio dei ministri e un fondo di 500 milioni l’anno, che sarà ripartito ai comuni tramite bandi regionali.
>> DdL misure per la rigenerazione urbana <<
Vediamo i principali dettagli.
Rigenerazione urbana: il nuovo Ddl all’esame del Senato
Il Senato sta esaminando un nuovo Ddl dedicato alla rigenerazione urbana che prevede l’obbligo bandi regionali con cui saranno distribuite le risorse disponibili.
La commissione Territorio e Ambiente sta attivamente portando avanti l’iter che auspicabilmente potrà trasformare il testo in legge. Proprio il 27 ottobre si sono svolte diverse audizioni che hanno coinvolto Confedilizia, Sunia, Sicet e Federdistribuzioni.
Questo disegno di legge ha sicuramente una grande importanza, specialmente nel momento che stiamo vivendo. L’obbiettivo è infatti destinare fondi per opere di rigenerazione urbana che permetteranno ai cittadini di poter vivere le proprie città in tranquillità e sicurezza, attraverso alcuni punti focali.
Obbligo di concorso per gli interventi di rigenerazione urbana
Il nuovo Ddl prevede l’obbligo di ricorso al concorso di progettazione o di idee, con procedura aperta, nei casi in cui l’amministrazione non riesca a occuparsi della progettazione degli interventi inseriti nel piano comunale.
È previsto inoltre, l’obbligo di affidare ai vincitori il perfezionamento del progetto di fattibilità tecnica ed economica. Con il pagamento del relativo compenso le stazioni appaltanti acquisiscono la proprietà del progetto.
I comuni avranno a disposizione il fondo rotativo per la progettualità, previsto dalla legge 549 del 1995 e i fondi europei Fesr, con cui pagare i progettisti.
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Deroghe per agevolare azioni di rigenerazione
Con il Ddl è prevista anche la possibilità di derogare i limiti di:
– densità edilizia;
– altezza;
– distanza fra i fabbricati;
– rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive;
– verde pubblico o a parcheggi, da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti.
Le aree territoriali ricomprese nei piani comunali di rigenerazione urbana selezionati con i bandi regionali, inoltre, verranno dichiarate di interesse pubblico, con valore anche ai fini delle espropriazioni.
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500 milioni annui per cofinanziare i Piani di rigenerazione comunali
Con i Disegno di Legge viene previsto, ancora, di un fondo nazionale per la rigenerazione urbana finalizzato al finanziamento di bandi regionali ai quali potranno partecipare gli enti locali che abbiano predisposto un piano comunale di rigenerazione urbana
Nel dettaglio, i comuni dovranno individuare gli ambiti urbani che necessitano di interventi di rigenerazione. Una volta individuate le aree di interesse, il comune redigerà il piano comunale di rigenerazione urbana, definendo gli obiettivi, gli interventi e la stima dei relativi costi.
E non solo, il Ddl prevede la costituzione di una cabina di regia presso la presidenza del Consiglio dei ministri, dedicata alla rigenerazione urbana con l’obbiettivo di incentivare l’utilizzo di fondi pubblici disponibili.
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