La ristrutturazione edilizia, come spiegato dettagliatamente nel Testo Unico dell’Edilizia (si veda in particolare l’art. 3 del DPR 380/01), è un intervento con cui si effettua la trasformazione di un edificio tramite opere che possono modificarne, totalmente o parzialmente, la struttura originale.
Come facilmente si può immaginare, a prescindere dal tipo di interventi (manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo ecc.), la ristrutturazione di una casa ha sempre un impatto importante sul bilancio di una famiglia ed è quindi opportuno considerare con attenzione tutte le possibilità che si hanno a disposizione per affrontare la spesa necessaria con la massima tranquillità.
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Quali soluzioni finanziarie si hanno a disposizione per ristrutturare una casa?
In molti casi, per affrontare i lavori di ristrutturazione, i proprietari richiedono un mutuo ipotecario, un finanziamento a lungo termine che può anche avere una durata di 35-40 anni. Tuttavia, non è sempre necessario ricorrere a questa soluzione. Esistono infatti sul mercato diverse opzioni che consentono di ottenere liquidità con procedure spesso non complesse: ne sono esempi i bonus edilizi, i prestiti personali, la cessione del quinto, i finanziamenti finalizzati e il leasing immobiliare.
A prescindere dalla soluzione che si intende scegliere, è sempre consigliabile effettuare la simulazione di un prestito, perché si potrà avere un quadro preciso dell’impegno che ci si andrà ad assumere per un periodo più o meno lungo. Ciò premesso, analizziamo le varie alternative al mutuo.
I bonus edilizi
I bonus edilizi sono agevolazioni fiscali che lo Stato mette a disposizione dei cittadini che effettuano lavori di ristrutturazione. Ne sono esempi il Bonus Ristrutturazioni e l’Ecobonus. Questi bonus non possono essere considerati come finanziamenti diretti, tuttavia sono agevolazioni che riducono il costo degli interventi di ristrutturazione e, di conseguenza, possono rendere non necessario il ricorso a un mutuo casa, la cui richiesta comporta procedure burocratiche piuttosto complesse e anche costi non indifferenti (oltre agli interessi passivi si devono considerare diverse altre spese: di perizia, notarili, d’istruttoria, assicurative).
I prestiti personali
Un’altra opzione che si può valutare per affrontare le spese di una ristrutturazione della casa è il prestito personale. Con questa espressione si indica di norma un finanziamento non finalizzato, ovvero non vincolato all’acquisto di uno specifico bene. La somma che viene erogata da una finanziaria o da una banca può essere utilizzata per finanziare i lavori di casa riducendo l’impatto delle spese edilizie sulla liquidità.
Rispetto a un mutuo, il prestito personale comporta un carico burocratico inferiore. È inferiore anche la durata: nel caso dei prestiti personali, infatti, si va di solito da un minimo di 12 a un massimo di 120 mesi.
La cessione del quinto
La cessione del quinto è una forma particolare di prestito personale riservata ai dipendenti o ai pensionati. La denominazione di questo finanziamento deriva dal fatto che la rata mensile non può eccedere un quinto dello stipendio o della pensione netti. Il rimborso, inoltre, avviene tramite una trattenuta in busta paga (effettuata dall’azienda) o sul cedolino pensionistico (effettuata dall’ente previdenziale); ciò evita dimenticanze e ritardi nei pagamenti.
È una formula in cui l’importo della rata è costante e, in quanto tale, rende più semplice pianificare le spese familiari. Anche in questo caso, l’iter burocratico per la richiesta non è complesso e abbastanza veloce.
I finanziamenti finalizzati
I finanziamenti finalizzati, proposti sia da banche che da finanziarie, funzionano diversamente dai tradizionali prestiti personali. Sono infatti legati all’acquisto di un determinato bene o servizio. Anche in questo caso, l’aspetto burocratico è meno pesante rispetto a quello di un mutuo casa.
Il leasing immobiliare
Il leasing immobiliare è una soluzione meno comune rispetto alle forme di finanziamento citate in precedenza. Può essere considerato come una sorta di contratto di locazione nel quale una società finanziaria acquista un immobile che poi viene concesso in utilizzo al richiedente dietro al pagamento di un canone. Terminato il contratto, il richiedente può decidere di acquistare l’immobile pagando la quota residua o di rinunciare all’acquisto.
Il leasing immobiliare è molto diverso dal mutuo. Di norma, quando si richiede un mutuo si può ottenere al massimo l’80% del valore dell’immobile; sarà quindi necessario disporre della quota residua per poi finalizzare l’acquisto. Nel caso del leasing immobiliare, si ha la copertura fino al 100% del valore dell’immobile. Le rate del mutuo sono di solito più basse rispetto a quelle di un leasing immobiliare, ma la durata di quest’ultimo è inferiore. Infine, le agevolazioni fiscali del leasing immobiliare sono di norma molto favorevoli.
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