Anche gli alberi (come gli edifici) necessitano di controlli e verifiche statiche

Anche gli alberi sono strutture soggette a degrado e sollecitazioni: come per l’edilizia, servono monitoraggi periodici e valutazioni tecniche per individuare anomalie e prevenire cedimenti improvvisi.

Come gli edifici esistenti, anche gli alberi richiedono periodicamente manutenzione e controlli strutturali al fine di prevenire possibili crolli e conseguenti rischi per l’incolumità pubblica: in entrambi i casi si tratta di strutture, fondate a terra (gli alberi mediante le radici), soggette a sollecitazioni e invecchiamento nel tempo, rendendo necessario il loro monitoraggio.

Il recente (e non primo) fatto di cronaca avvenuto a Venezia il 2 giugno scorso, quando un leccio è caduto all’improvviso su un gruppo di persone ferendone alcune in modo grave (per fortuna non in pericolo di vita), riaccende l’attenzione su alcuni aspetti (forse dati per scontati).

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Piano e Progetto di Area Verde

Il volume, giunto alla V edizione, è un manuale di pianificazione e di progettazione delle aree verdi, intese nel loro significato più completo e in una visione unitaria che spazia dalle aree naturali al verde agricolo, dal verde urbano alle aree di frangia metropolitana, al verde con funzione di recupero ambientale.Il processo di pianificazione viene strettamente legato a quello di progettazione: quando si realizza un intervento occorre, infatti, rispondere prima alle domande “che cosa”, “dove” e “perché” (pianificazione) e successivamente decidere “come” (progettazione); e ciò vale sia per la realizzazione di un giardino privato, sia per la creazione di un parco pubblico, sia per il recupero ambientale di un’area.Chiariti gli elementi di base e forniti i metodi di valutazione per la pianificazione, il volume propone un percorso progettuale, integrato da proposte, esempi e tabelle utili alla progettazione. Un capitolo viene interamente dedicato ai principi di composizione degli spazi aperti. Data l’importanza della tecnologia GIS e CAD nella prassi progettuale, ne viene fornita un’illustrazione ed una sintesi.Viene proposto uno schema di “Regolamento tipo per le aree verdi in ambito comunale”, di sicura utilità sia per il tecnico pubblico sia per il progettista incaricato.Questa nuova edizione, aggiornata nei contenuti, è stata ulteriormente arricchita con il tema dell’urbanistica verde dove si analizzano i temi dell’urbanistica (densità edilizie, standard, unità urbanistiche elementari, azzonamenti, modelli insediativi, viabilità, altezza degli edifici, spine verdi), valutandoli in tale ottica e fornendo indicazioni operative al riguardo. Inoltre sono state inserite le linee guida per la progettazione e una serie di raccomandazioni operative per alcune tipologie significative di spazi aperti, quali le università, gli ospedali e gli spazi per la produzione.Completano la nuova edizione ulteriori aggiornamenti sulle greenways e sui percorsi verdi urbani, il tutto facilmente reperibile tramite un essenziale indice analitico degli argomenti.Alessandro ToccoliniIngegnere e architetto, già professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali della Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università degli Studi di Milano. È, altresì, presidente dell’Associazione Italiana Greenways, socio ordinario dell’Accademia dei Georgofili, dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria, dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio.

 

Alessandro Toccolini | Maggioli Editore 2024

L’importanza delle verifiche periodiche

Anche gli alberi si “ammalano”, con patologie che possono innescare fenomeni di degrado materico compromettendone la stabilità, soprattutto quando si tratta di piante di grosso fusto dalle masse consistenti. L’analogia col degrado del calcestruzzo e dei ferri di armatura di un edificio, per fare un esempio, non è poi così distante.

Non è stato il caso dell’episodio di Venezia – dove l’albero è caduto per la sola azione del peso proprio (circostanza di per sé già significativa riguardo lo stato di degrado e di potenziale rischio non percepito) – ma anche le sollecitazioni esterne, prevalentemente di natura ventosa, inducono sollecitazioni al limite per le resistenze di alcuni alberi, spesso in concomitanza con eventi temporaleschi estremi.

Di qui l’importanza, recepita già da tempo da parte delle amministrazioni territoriali, di verificare periodicamente lo stato di salute degli alberi pubblici. Analoga attenzione merita di essere presa in considerazione anche da tutti quei proprietari privati di aree verdi per salvaguardare l’incolumità privata, ed eventulmente pubblica qualora siano aree verdi occasionalmente aperte al pubblico.

Il protocollo V.A.T.

Esistono infatti piani di controllo periodico eseguiti da personale tecnico specializzato (arboricoltori) con la finalità di valutare lo stato di salute della pianta e quindi anche la sua sicurezza. Il protocollo più utilizzato è il V.A.T. (Visual Tree Assessment), ideato nel 1994 dal Prof. Pierre Raimbault per la valutazione visiva della stabilità dell’albero, fondata su principi biomeccanici e sulle caratteristiche anatomiche dell’apparato radicale, comprendendo anche le vicende pregresse che hanno caratterizzato la vita dell’albero. Il risultato, mediante l’inserimento dei dati su apposite tabelle, è l’attribuzione di una classe di propensione al cedimento (CPC: trascurabile, bassa, moderata, elevata, estrema) che permette al proprietario o gestore dell’area di acquisire la piena coscienza degli eventuali rischi e dei possibili interventi da perseguire, atti a preservare l’incolumità pubblica.

L’analisi visiva della chioma, del tronco e puntualmente delle radici (con picozza e punteruolo per metterne alla luce limitate porzioni) consente agli arboricoltori di individuare sintomi esterni correlati a difetti o anomalie della parte interna dell’albero. Vengono rilevate le principali misure dell’albero (altezza, circonferenza, ecc…) oltre ad eseguire un’ispezione sonora con un martello, che serviranno alla compilazione di specifiche schede di diagnosi.

La prova resistograph

Gli eventuali difetti rilevati qualitativamente dall’esterno potranno essere confermati ed approfonditi con specifiche analisi strumentali. Esse sono principalmente di carattere non invasivo, come ad esempio la classica prova resistograph per individuare le variazioni di densità tra legno sano e quello decomposto, e quindi valutare la percentuale di parti sane o ammalorate di un elemento ligneo. La prova, utilizzata in edilizia anche per la valutazione delle travi lignee di solai e coperture, è eseguita mediante uno strumento che misura la resistenza alla penetrazione di un ago nel tronco. Il risultato è espresso da un grafico che specifica la forza di penetrazione lungo la stratigrafia di infissione della punta metallica all’interno del legno.

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Prova resistograph in esecuzione, courtesy Ing. Grazzini

La tomografia sonica

Un’altra prova non invasiva, utile ad approfondire la presenza di anomalie interne, è la tomografia sonica, dai principi del tutto analoghi a quella utilizzata nelle indagini sulle strutture murarie storiche. Attraverso l’immissione di onde sonore all’interno del tronco, si valuta la velocità di attraversamento: se risulta alta, significa che il materiale interno è omogeneo, se invece è bassa significa che l’onda ha subito deviazioni a causa di vuoti o difetti. La tomografia consente di esaminare agevolmente intere sezioni di tronco.

Il pulling test

Esiste altresì una vera prova di carico di trazione, chiamata pulling test, per valutare in situ la resistenza meccanica dell’albero a livello della radice. La prova consiste nell’applicare sul tronco una forza di tiro, con modalità controllata, equivalente a quella del vento. La forza è esercitata tramite un paranco o un verricello collegato alla fune fissata su una quota alta del tronco; il valore di carico è determinato da un dinamometro collegato alla fune.

Come comprensibile, si tratta di controlli e analisi di natura qualitativa che, sebbene riescano ad individuare con sufficiente ed apprezzabile precisione le anomalie interne, non possono concludersi con una valutazione priva della pur minima ma fisiologica incertezza, tant’è che si parla di “propensione al cedimento” con diversi livelli di rischio. La prova di trazione, al contrario, può offrire maggiore certezza numerica sulla reale resistenza meccanica dell’albero.

Con un processo del tutto analogo nelle finalità a quello che dovrebbe essere periodicamente svolto sulle strutture degli edifici esistenti, anche il controllo nel tempo della salute e staticità degli alberi garantisce maggiore sicurezza ai fruitori di aree verdi. Come in edilizia, la prevenzione periodica risulta lo strumento più utile a prevenire crolli dalle caratteristiche di accadimento fragile, e quindi pericolosi perché non emettono preavvisi facilmente rilevabili.

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Alessandro Grazzini

Ingegnere edile, dottore di ricerca in Ingegneria delle Strutture, è stato per diversi anni assegnista e ricercatore (a tempo determinato) presso il Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica (DISEG) del Politecnico di Torino, dove continua a collaborare come doc…Continua a leggere

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