Gli impianti di aerazione possono rappresentare un canale di trasmissione per la carica virale che va a disperdersi nell’aria.
Sulla questione prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2 si è espresso anche l’Istituto Superiore di Sanità che attraverso il rapporto ISS Covid-19 n.5/2020 ha fornito indicazioni e raccomandazioni da seguire per mantenere un buon livello di qualità dell’aria all’interno dei locali.
Le buone prassi sono da seguire sia nell’ambito casalingo sia lavorativo, realtà presso le quali è solita la presenza di impianti aeraulici attraverso i quali l’agente patogeno, ovvero l’agente biologico che causa l’insorgenza di Covid-19, può essere diffuso.
Tuttavia va sottolineato che i ricercatori del CNR-ISAC mettono in evidenza che i margini di incertezza, circa la diffusione del contagio da Covid-19, sono ampi: “Per valutare correttamente la probabilità di contagio attraverso quest’ultimo meccanismo (ndr attraverso l’aria -airborne), si deve inoltre distinguere tra ambienti interni (indoor) ed esterni (outdoor) ed è necessario tenere conto di molti parametri, tra cui le concentrazioni di virus in aria e il loro tempo di vita, due parametri poco noti: per il tempo di vita si parla di circa un’ora in condizioni controllate di laboratorio, mentre in esterno il tempo potrebbero essere ridotto dall’influenza dei parametri meteorologici come temperatura, umidità e radiazione solare, che possono degradare le capacità infettive del virus”.
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“In esterno, le concentrazioni di virus rilevate in aree pubbliche a Wuhan sono al limite della rilevabilità (< 3 particelle virali/m3), in confronto alle tipiche concentrazioni di particolato nelle aree urbane inquinate, che possono arrivare a 100 miliardi di particelle/m3. Pertanto, la probabilità di trasmissione con questo meccanismo in outdoor sembra essere molto bassa. Vi può ovviamente essere una maggiore probabilità in specifici ambienti indoor, come ospedali e aree in cui i pazienti sono messi in quarantena, o mezzi pubblici in cui viaggino molti contagiati. In questi ambienti, la sorgente è più intensa e la dispersione del virus in aria più limitata in termini spaziali, per cui si possono osservare concentrazioni più elevate e condizioni microclimatiche più favorevoli alla sopravvivenza del virus. In questi ambienti, è consigliabile mitigare il rischio per le persone suscettibili mediante la ventilazione periodica, le decontaminazioni delle superfici e l’utilizzo di sistemi di condizionamento con tecnologie appropriate, per limitare la circolazione di bioaerosol nell’ambiente indoor”.
A proposito di condizioni indoor, vediamo nel dettaglio quali sono gli impianti di aerazione e Covid-19 che devono essere soggetti a controlli e verso i quali possono essere previsti interventi di disinfezione.
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Impianti di aerazione e Covid-19. Quali sono quelli da controllare?
Per assicurare una corretta disinfezione bisognerà intervenire affinché il circolo impianti di aerazione e Covid-19 venga bloccato, ovvero per evitare che gli impianti di trattamento aria rappresentino un meccanismo di trasmissione dell’agente patogeno, pur rappresentando un rischio secondario.
La definizione di impianto aeraulico è presente nella norma UNI 10339:1995 che definisce tale il complesso di apparecchiature, dispositivi, accessori e controlli necessari per ottenere la qualità dell’aria negli ambienti secondo condizioni predefinite in base alla: temperatura, umidità, assenza di inquinanti e ricambi d’aria.
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Per impianti aeraulici si intendono:
- impianti di condizionamento e di climatizzazione (controllo qualità aria e termoigrometrico);
- impianti di termoventilazione (controllo qualità aria e termico escluso quello igrometrico);
- impianti di ventilazione (controllo qualità aria escluso quello termico ed igrometrico).
Ciascuna tipologie impiantistica e gli apparati installati possono essere estremamente vari a seconda degli ambienti e delle scelte progettuali.
Del sistema impiantistico, degni di nota sono gli apparati terminali tra i quali rientrano le griglie di ripresa, le griglie di aspirazione e le bocchette di mandata.
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Ad esempio le griglie di ripresa aria dai locali possono essere dotate di bocchette ad alette fisse, con o senza serrande di regolazione, la cui pulizia dovrà essere garantita attraverso l’utilizzo di panni puliti in microfibra inumiditi con acqua e sapone, oppure con alcool etilico al 75% asciugando successivamente.
Anche la gestione del ricircolo aria non è da trascurarsi. Ove non è possibile tenere fermi gli impianti, la pulizia periodica dei filtri dell’aria di ricircolo è indispensabile per mantenere bassi i livelli di filtrazione/rimozione adeguati. La polvere catturata dai filtri rappresenta un ambiente favorevole alla proliferazione di batteri e funghi, e comunque di agenti biologici.
In questi casi sarebbe necessario aprire regolarmente le finestre e balconi per aumentare il ricambio e la diluizione degli inquinanti accumulati nell’aria circolata dall’impianto.
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Impianti di aerazione e Covid-19: come procedere con la pulizia?
È possibile raggruppare le fasi operative da seguire per le operazioni di disinfezione da attuare sugli impianti di aerazione.
Si parte con il sopralluogo attraverso il quale effettuare una valutazione delle problematiche igieniche ed epidemiologiche al quale l’edificio è soggetto.
Al fine di non dimenticare alcun impianto e i singoli apparati che ne fanno parte, fondamentale è il censimento degli stessi e della relativa documentazione.
Si prosegue poi con l’individuazione delle problematiche tecniche degli impianti, delle criticità di natura igienico-sanitaria e delle problematiche di sicurezza relative al cantiere (che dovrà essere allestito per eseguire la bonifica), quindi all’analisi funzionale degli impianti.
Per individuare le problematiche si procede attraverso un’ispezione tecnica che prevede prelievi microbiologici di superficie, aria, acqua di condensa e particolato.
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Prima dell’esecuzione della pulizia (rimozione meccanica del particolato depositato all’interno delle condotte) e la disinfezione (cioè il trattamento con appositi prodotti disinfettanti) è necessario mettere in atto delle misure di contenimento della contaminazione ambientale in base all’ambito di lavoro e stato degli impianti.
La pulizia e la disinfezione devono interessare l’impianto in ogni sua parte, quindi gli apparati presenti, dalla presa dell’aria esterna fino all’ultimo terminale, considerando sia le condotte di mandata sia quelle di ricircolo.
Una programmazione periodica delle ispezioni secondo un piano di controllo e monitoraggio garantisce una migliore risposta degli impianti di aerazione e Covid-19 e consente una migliore gestione del rischio igienico sanitario da essi derivante.
Per ulteriori informazioni consulta:
Articolo originariamente pubblicato su Ingegneri.cc
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Il Sistema di Gestione COVID-19 nasce dall’idea di fornire alle aziende un utile strumento – una sorta di cassetta degli attrezzi – che assicuri la corretta gestione del rischio legato alla diffusione del virus SARS-CoV-2 negli ambienti di lavoro.Si tratta di un vero e proprio sistema di gestione per il rischio legato al contagio da COVID-19 – verificato da auditor esperti – applicabile da aziende di tutti i settori di attività.È stato sviluppato seguendo la struttura ISO dell’ultima revisione delle norme, quali ad esempio la 9001, la 14001 e la 45001 alle quali può integrarsi, ma al contempo risulta autonomo e completo: può quindi essere adottato sia da aziende già certificate, sia da aziende che non hanno ancora sviluppato un sistema di gestione ISO.Una delle maggiori spinte che hanno portato gli autori – consulenti aziendali in materia di sicurezza sul lavoro con esperienza nelle più svariate categorie merceologiche, dalla logistica alla ristorazione, passando per gli uffici amministrativi e i servizi di cura della persona – è rappresentata da quanto indicato sulla circolare n. 22 del 20 maggio 2020 dell’INAIL, nella quale viene stabilito che il contagio da SARS-CoV-2 sul luogo di lavoro è considerato come infortunio e, in quanto tale, soggetto a liquidazione.Il documento chiarisce inoltre che «[…] la responsabilità del datore di lavoro è ipotizzabile solo in caso di violazione della legge o di obblighi derivanti dalle conoscenze sperimentali o tecniche, che nel caso dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 si possono rinvenire nei protocolli e nelle linee guida governativi e regionali di cui all’articolo 1, comma 14 del decreto-legge 16 maggio 2020, n.33 […]».Il Sistema di Gestione COVID-19 può essere considerato come la naturale evoluzione del manuale La gestione del rischio COVID-19, redatto dagli stessi autori, che ha seguito di pari passo l’evolversi dell’epidemia e il conseguente aggiornamento normativo.È stato studiato affinché le aziende possano dimostrare l’avvenuta applicazione di tutte le misure riportate nei protocolli e nelle linee guida governative, ed è facilmente adattabile alle normative regionali.Per il datore di lavoro rappresenta uno scudo, in quanto fornisce tutte le evidenze necessarie a superare eventuali controlli da parte di enti preposti (quali ad esempio INAIL o Dipartimento di Igiene e Prevenzione delle Aziende Sanitaria competenti) o a eventuali audit di terze parti (come clienti o enti di certificazione).Le soluzioni proposte nel Sistema di Gestione COVID-19 sono adattabili alla specificità di ogni tipologia di azienda, dalla più semplice alla più complessa, sia nel caso in cui un’impresa sia dotata di un Sistema di Gestione ISO, sia che non l’abbia ancora implementato.Sono presenti dei preziosi allegati in formato word:- Manualela struttura base del sistema, che offre linee guida per la sua realizzazione e l’eventuale integrazione.- Moduli Realizzati sulla base dell’esperienza degli autori, contengono le prescrizioni minime previste dai vari protocolli.- Procedure Studiate per chiarire come applicare correttamente le misure di prevenzione previste dai protocolli. – IstruzioniDelineate in modo semplice e chiaro, affinché siano facilmente applicabili.- SegnaleticaRealizzata ottimizzando la comprensibilità di figure e indicazioni scritte.Carmine Moretti Ingegnere ambientale, è consulente aziendale e titolare dello studio TMA srl di Bologna. Dal 2003 si occupa di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, formazione e ambiente. È consulente per aziende con sedi dislocate in varie regioni del territorio nazionale. Negli ultimi anni ha realizzato e curato diverse pubblicazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Marco Ballardini Ingegnere ambientale, è consulente aziendale e formatore. Dopo aver lavorato per 10 anni nel settore petrolifero come tecnico specializzato e responsabile di cantiere, dal 2016 ha avviato la collaborazione con lo studio TMA srl di Bologna, occupandosi di consulenza e formazione in ambito sicurezza e salute sul lavoro e sistemi di gestione (ISO 9001 / ISO 14001 / ISO 45001). Gli autori desiderano ringraziare Francesca Ceccolini per il lavoro di editing svolto, per la collaborazione e l’insostituibile aiuto nella redazione e preparazione di questo lavoro.Un sentito ringraziamento va anche agli auditor che hanno fornito un prezioso contributo: l’Architetto Franco Ienna e il Dottor Piero Cristilli.
Carmine Moretti, Marco Ballardini | 2021 Maggioli Editore
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