Vi hanno raccomandato di fare più attenzione nell’uso di acqua? Un ottimo, e ormai noto, sistema per favorire il risparmio idrico, è quello fornito dal recupero e riutilizzo dell’acqua piovana. Il recupero delle acque meteoriche consente infatti di evitare sprechi idrici legati all’utilizzo di acqua potabile della rete, soprattutto quando non necessario.
Da studi condotti sul territorio nazionale, risulta infatti che nelle abitazioni civili, circa il 50% del fabbisogno giornaliero d’acqua (che corrisponde a una richiesta pro-capite giornaliera variabile tra 150 e 200 litri) può essere fornito dal recupero delle acque piovane, per gli impieghi quali l’innaffiamento delle aree verdi, il lavaggio di veicoli, le cassette dei WC e il lavaggio del bucato.
Vediamo in dettaglio come progettare e dimensionare al meglio una vasca di raccolta piovana, soprattutto seguendo le ultime normative.
Vasca di raccolta acqua, i passi per il dimensionamento corretto
Il corretto dimensionamento parte da due fattori:
– possibilità di recupero dell’acqua piovana, che è data dalla piovosità media annua e dalla superficie di raccolta di cui si dispone;
– necessità di recupero, ovvero la quantità di cui si vuole disporre.
Per eliminare la sporcizia e i detriti presenti nell’acqua piovana è necessario installare un dispositivo dotato di filtro a vortice in acciaio inox.
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Dove usare l’acqua piovana?
Una volta stoccata l’acqua piovana sono previste due possibilità di utilizzo dell’acqua meteorica: l’irrigazione delle sole aree a verde (orti e giardini) oppure l’utilizzo combinato anche per le cassette WC, la lavatrice, la pulizia delle superfici e delle auto, ecc. installando un’apposita centralina di distribuzione internamente all’abitazione.
Si fa presente che in generale, non è consentito l’uso per scopi alimentari, mentre è perfetta per irrigazione e usi non alimentare.
Come dimensionare una vasca?
In genere il volume di raccolta è di qualche metro cubo, al di sotto del quale non si vede la convenienza. Non vi sono limiti di volume superiore, ma il tutto è logicamente legato all’occupazione di spazio.
Bisogna tenere a fianco la norma E DIN 1989-1:2000-12, considerando diverse variabili, come la resa annua della pioggia in litri, la superficie del tetto ed il materiale con il quale è costituito il manto di copertura.
Nota la resa annuale della pioggia in litri, si calcola il volume del serbatoio moltiplicando il valore della resa annua per il periodo secco medio, ossia il numero di giorni durante i quali si può verificare l’assenza di precipitazioni (in letteratura considerato solitamente di 21 giorni), il tutto diviso per il numero di giorni di un anno, 365. In base al valore ottenuto è sufficiente scegliere fra i vari serbatoi in commercio.
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Quali materiali?
Le vasche di raccolta possono essere realizzate con moltissimi materiali, in genere calcestruzzo o plastiche. Per quelle di dimensioni maggiori si opta per il calcestruzzo, per le altre vengono usate le materie plastiche. In genere, sono sostanze che non cedono sostanze tossiche all’acqua.
Esse possono essere prefabbricate, soprattutto se di piccola dimensione, ma è possibile trovare anche vasche di alcune decine di metri cubi prefabbricate (in genere si utilizzano le dimensioni di 2,50 m x 3m x 6 o 12 m).
I componenti delle vasche sono:
– un involucro,
– elementi di raccordo al sistema di raccolta delle acque piovane,
– un impianto di sollevamento (pompa),
– elementi di collegamento al sistema di utilizzo.
Sono poi presenti tutti quei sistemi di controllo di volta in volta necessari: misuratori e regolatori di livello, valvole di chiusura, chiusini di accesso ecc.
Per quanto riguarda l’involucro, esso o è direttamente realizzato con materiali impermeabili oppure viene impermeabilizzato. Questo accade raramente, quasi solamente se la vasca è realizzata in opera. Anche nel caso del calcestruzzo si preferisce adottare tecniche produttive (vibrocompressione) ed inserimenti di additivi impermeabilizzanti che consentono una buona tenuta all’acqua evitando la successiva posa dell’elemento di tenuta all’acqua.
Si deve infatti tenere presente che piccole fuoriuscite di acqua non vengono considerate un danno.
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Il dimensionamento statico delle vasche, ovvero…
È un elemento importante da tenere in conto, in quanto esse sono spesso interrate e, spesso, sottostanti a zone carrabili. Di conseguenza i carichi alle quali esse sono soggette sono molto elevati.
Gli elementi caratteristici di calcolo sono la geometria della vasca, la portanza e l’angolo di attrito del terreno, la profondità di posa della vasca, i carichi relativi all’uso della parte sovrastante della vasca.
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