Ho volutamente inserito tra virgolette «piccoli spostamenti» (nel sottotitolo), perché non tutti hanno la fortuna di lavorare a pochi km da casa e di poter quindi scegliere con quale mezzo spostarsi.
Di scelte poi, si occupano spesso i progettisti, che devono vedersela con le abitudini degli utenti, i finanziamenti a disposizione, i vincoli normativi. Progettare percorsi per la mobilità lenta e “accontentare” i cittadini, spingerli a cambiare le proprie abitudini, non è per tutti. Ce ne parlerà infatti a fine articolo l’ing. Giorgia Mancinelli, che ha lavorato tanto in questi anni per rendere il suo Comune (Rimini), più biciclettaro.
Personalmente non ho mai creduto che andare in bicicletta sia la soluzione al problema dell’inquinamento delle nostre città, e non trovo geniale l’idea di disincentivare l’uso dell’auto per motivi salutistici; non a tutti interessa praticare attività fisica. Statisticamente poi, a parità di chilometri percorsi chi va in bici rischia di morire in un incidente ben sette volte di più rispetto a chi viaggia in auto.
Scegliete voi come spostarvi.
Ruberò soltanto 2 minuti del vostro tempo per questo divertente software di calcolo (unica pecca che segnalerò agli sviluppatori: chi ha l’auto a metano, non può “giocare”). Vi aiuterà a calcolare quanto si risparmia a usare la bicicletta al posto dell’automobile. Confido possa agevolare anche i professionisti della mobilità sostenibile; far crescere la domanda di trasporto, quindi più persone che desiderano spostarsi in bicicletta, significa più lavoro da fare, pianificare e migliorare i percorsi ciclabili.
Bicicletta a lavoro, quanto risparmio?
Proverò a fare un rapido esempio traendo alcuni dati da Isfort (Osservatorio “Audimob” sulla mobilità degli italiani), che ci informa sulla distanza media percorsa ogni giorno dai cittadini. Il risultato del calcolo avrà puro valore indicativo, poiché sarebbe necessario introdurre molte più variabili e indicatori più specifici.
Potrebbe interessarti anche: Bicicletta in rotatoria: come sopravvivere nella giungla delle corsie
Poniamo quindi di calcolare il semplice tragitto casa-lavoro.
Andata e ritorno: 10 km totali.
Settimane in cui uso la bicicletta al posto dell’auto in un anno: 30.
(Ho eseguito una stima al ribasso considerando lo stop dei mesi invernali per possibile ghiaccio su strada, malanni fisici, eccessivo caldo dei mesi estivi, pigrizia latente ecc.).
Sul sito, giustamente, è specificato che molto dipende dallo stile di guida dell’automobilista; tutti sappiamo che chi guida con regolarità consuma molto meno carburante, gomme, freni e frizione.
Inoltre, nel calcolo entrano solo i costi proporzionali dell’auto quando la si usa, che sono rappresentati oltre che dal carburante, dal consumo gomme, olio, freni e manutenzioni. Non sono invece considerati i costi fissi di assicurazione, bollo e revisioni di legge, perché si ipotizza che il soggetto debba comunque avere l’auto. Se il calcolo è finalizzato a valutare l’eliminazione definitiva dell’auto, al dato trovato andranno sommati i sopra citati costi fissi.
Diciamo che 480 euro in un anno potrebbero non fare alcuna differenza nei nostri conti in banca, ma rapportati ai 3,2 euro al giorno… beh, ci esce una degna colazione al bar!
Se poi si aggiungono i costi di eventuali garage, e il fatto che paghiamo così tanto per mantenere un oggetto (l’auto), parcheggiata per circa l’80% della sua vita utile, allora viene naturale fare qualche riflessione.
Chissà che non protenderemo tutti per un laccato monopattino elettrico, o per un drone, quando forse trasporteranno uomini e donne. In fondo, il signor Amazon sta testando i nostri cieli per sostituire alle stelle tante scatole di cartone, perché lo ha capito da un pezzo il vantaggio dei veicoli volanti: l’aria è tridimensionale ed è più vasta della superficie terrestre. E c’è una sezione idi atmosfera ancora libera da qualunque tipo di regolamento, rotta, strada. Chapeu, o aiuto.
Leggi anche: Perché la Mobilità sostenibile si progetta
L’esperto risponde
Ho chiesto a Giorgia Mancinelli, ingegnere dei Sistemi edilizi e urbani, esperto promotore della mobilità ciclistica e vice-presidente FIAB Rimini, di affiancarmi in questo percorso dedicato alla mobilità sostenibile.
Ecco le domande che le ho posto in questo approfondimento dedicato al costo di un tragitto casa-lavoro.
Parliamo di Rimini, dato che la conosci molto bene e hai collaborato con il Comune presso l’ufficio Mobilità sostenibile. Qual è il modal split* di questa città e che ruolo ha nello spostamento quotidiano della popolazione?
Il Comune di Rimini, con delibera di Giunta Comunale n.417 del 20/12/2018, ha adottato il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). L’82,4% degli spostamenti per motivi di studio o lavoro (Provincia di Rimini,Spostamenti quotidiani per studio e lavoro fotografati ai censimenti 1991-2001) avviene all’interno dei confini comunali entro il quale circolano 608 automobili ogni 1.000 abitanti (ACI – Automobile Club d’Italia, 2018) che provocano, inevitabilmente, congestione stradale e inquinamento.
Il 59,3% degli spostamenti sistematici avviene entro i 15 minuti di tempo per una percorrenza media di 5 km. Sebbene la conformazione pianeggiante del territorio, il clima e la distribuzione dei servizi favoriscano la mobilità sostenibile, solo il 14% degli spostamenti viene effettuato in bicicletta e il 10% a piedi. Situazione critica per l’utilizzo del mezzo pubblico (autobus e treni), utilizzati solo nella quota del 4%.
Perché è così difficile andare a lavoro e a scuola in bicicletta?
Non si tratta di una difficoltà fisica, quella di utilizzare la bicicletta come mezzo di trasporto, specialmente se si è in stato di buona salute e non si abita a più di 10 km di distanza dal posto di lavoro/studio. È più che altro una fatica mentale: alcuni studi definiscono il tempo di 21 giorni quello necessario per far sì che il cervello registri e memorizzi una nuova abitudine/collegamento neurale. Si tratta quindi solo di questo: creare nuove abitudini, uscire dalla propria “zona di comfort”. Nel tempo medio di 15 minuti di percorrenza della distanza casa-lavoro/scuola si possono percorrere 5 km, che è la distanza media effettuata dai riminesi nei propri spostamenti, quindi perché non la bicicletta?
C’è da dire, inoltre, che a differenza di quello che si pensa, spesso ci vuole meno tempo ad arrivare in un posto in bici piuttosto che in macchina. E poi viene da riflettere quando si scopre che il Comune di Rimini ha realizzato un sondaggio sulla mobilità in alcune scuole del territorio e il risultato emerso è che il 64,7% dei bambini vorrebbe andare a scuola in bicicletta ma «i genitori hanno troppa fretta» (parere dei bambini, mentre i genitori si giustificano affermando che «è più comoda l’automobile»).
* modal split: è la percentuale di spostamenti con un certo tipo di mezzo di trasporto.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento