Nel passato l’amianto (o Eternit) è stato un materiale largamente utilizzato in molti settori per le sue prestazioni e la sua duttilità. Oggi, da studi scientifici, ne è acclarata la pericolosità: le sue fibre sono cancerogene, soprattutto se inalate. Ma cos’è l’amianto? L’amianto è un minerale che si trova in natura con struttura fibrosa altamente cancerogena. Per raggiungere la consistenza cui sia abituati a conoscerlo è sottoposto a processi di lavorazione a basse temperature e pressione.
Amianto, perchè è così diffuso?
Come dicevamo, l’amianto, in passato, è stato largamente utilizzato soprattutto in edilizia per le sue ottime qualità, prestazioni e bassi costi. È stato ampiamente utilizzato per la coibentazione di coperture di edifici, nelle navi, nei treni e nelle auto. Con l’amianto sono state prodotte tegole, tubazioni, serbatoi per l’acqua, canne fumarie. Ha avuto ampia diffusione nelle vernici, nei forni per la panificazioni e per il filtraggio del vino.
L’amianto risulta altamente resistente al calore e questa sua qualità ha fatto sì che venisse anche utilizzato per indumenti destinati ad essere ignifughi o nei tessuti d’arredamento.
Il divieto in Italia
Il primo Paese a porre in essere una normativa cautelativa sull’amianto è stato il Regno Unito già nel 1930. Il primo Paese a bandirlo definitivamente è stata l’Islanda nel 1983. Il primo Paese a riconoscere il tumore al polmone da Amianto (mesotelioma) è stata la Germania nel 1943.
In Italia è solo con la legge 257 del 1992, in recepimento di una direttiva comunitaria, che si vieta la produzione, la lavorazione e la vendita dell’amianto. Con la stessa legge, viene introdotto nel nostro ordinamento giuridico una tutela in favore dei lavoratori che sono entrati in contatto con l’amianto per esigenze lavorative. Sarà con il Decreto Ministeriale del 6 Settembre 1994 che verranno stabilite tutte le metodologie per il corretto smaltimento dei manufatti in amianto.
In sintesi: l‘incapsulamento, la sovra copertura e la rimozione.
Corretto smaltimento dell’amianto: come funziona?
Con l’incapsulamento dei manufatti in amianto, il prodotto non viene tolto dalla sua sede ma si viene a creare una barriera fisica tra il manufatto stesso e l’esterno. Per la creazione della barriera isolante si usano apposite vernici applicate in più strati. La consistenza della vernice da utilizzare dalle ditte specializzate è specificamente indicata dalla legge.
Con la sovra copertura, il manufatto non viene rimosso dalla sua collocazione originaria, ma viene confinato attraverso la creazione di setti che sigillino e occultino il prodotto.
Con la rimozione, il manufatto di amianto viene rimosso dalla sua allocazione originaria per esser trasportato e smaltito secondo legge. Questa procedura deve avvenire rigorosamente attraverso il ricorso a ditte specializzate che seguiranno dei protocolli stabiliti dal nostro ordinamento giuridico, volti a impedire la dispersione delle fibre di amianto nell’ambiente. Il tutto con estrema attenzione per la salute dei lavoratori e di chi risiede negli ambiente dove è allocato il manufatto in oggetto.
Presenza dell’amianto in italia
È stato stimato che ogni anno in Italia muoiono più di mille persone a causa della esposizione alle fibre di amianto. Le zone maggiormente colpite sono quelle più industrializzate del Nord Italia. Le vittime, per lo più lavoratori che sono venuti a contatto con le fibre di amianto e i loro familiari per esserne venuti a contatto indirettamente (es. tute da lavoro contaminate da fibre di amianto). Le morti nel sud Italia sono, invece, da imputarsi per lo più ad esposizione ambientale.
Studi rilevano che la quantità di amianto ancora da smaltire si aggira attorno ai 40 milioni di tonnellate.
Amianto e salute
I manufatti in fibrocemento amianto o ethernit sono molto pericolosi per la salute. Le fibre una volta disperse nell’ambiente, possono essere facilmente inalate e possono depositarsi nei polmoni. La permanenza di queste fibre estranee al corpo umano per lunghi periodi o per tutta la vita può esporre la salute a gravissime malattie come il tumore del polmone, l’asbestosi e il mesotelioma.
Gli effetti cancerogeni dell’amianto possono essere poi amplificati in determinati soggetti quali i fumatori e coloro che sono esposti in generale ad altri fattori inquinanti.
Rimozione amianto: gli obblighi
L’obbligo di bonifica dei manufatti in amianto grava sui proprietari. A tal proposito si deve distinguere tra amianto friabile e amianto compatto. Il primo può essere sbriciolato con facilità manualmente, il secondo per essere ridotto in polvere necessita di attrezzi meccanici. Quest’ultimo, di solito si trova in combinazione con il cemento. In presenza di amianto friabile il proprietario, o l’Amministratore di un Condominio, ha l’obbligo di comunicare la presenza del manufatto in amianto all’ASL di appartenenza. E l’omesso adempimento di tale obbligo è suscettibile di sanzione pecuniaria ove la Regione di appartenenza abbia promosso un censimento dell’amianto presente.
Inoltre, nelle Regioni dove sia stato avviato detto censimento, l’ASL può inviare al privato un ordine di smaltimento del manufatto in Amianto: da questo momento il proprietario ha 30 giorni di tempo per adempiere. La bonifica di quest’ultimo è la più delicata e complessa. Le tecniche da utilizzare sono il confinamento, attraverso strutture rigide così da garantire l’integrità dell’involucro confinante. Questa tecnica è temporanea. A essa è preferibile la tecnica della rimozione con conseguente smaltimento.
In questo caso la tecnica della rimozione, seppur definitiva rispetto al confinamento, risulta essere molto complessa dato l’elevato pericolo di dispersione delle fibre nell’ambiente. Pertanto, prima della rimozione, sarà necessario l’isolamento del manufatto e, in alcuni casi, sarà necessario isolare l’intero ambiente circostante.
L’isolamento del singolo manufatto in amianto solitamente avviene attraverso l’utilizzo di apposite borse isolanti (glove-bag). L’isolamento dell’intero ambiente avviene attraverso due tecniche di confinamento: statiche e dinamiche. Le prime, si avvalgono di apposite barriere rigide. Le seconde, si avvalgono di pompe che creano una depressione nell’ambiente da bonificare.
Prima ancora della rimozione del manufatto dall’ambiente che si intende bonificare, lo stesso viene incapsulato con materiali specifici e preparato per il trasporto. Una volta rimosso il materiale in amianto, l’ambiente in cui esso si trovava viene bonificato attraverso l’utilizzo di aspiratori e di acqua per eliminare totalmente il rischio di eventuali fibre disperse.
Rimozione amianto: le ditte specializzate
La rimozione dell’amianto (Eternit) è, come abbiamo visto, una procedura molto complessa e delicata che richiede la conoscenza e l’utilizzo di tecniche volte a evitare la dispersione delle fibre di amianto altamente cancerogene nell’ambiente. Tutte le procedure utilizzate sono volte a salvaguardare la salute di coloro che abitano nelle zone limitrofe, quella dei lavoratori addetti allo smaltimento dell’amianto stesso e l’ambiente.
Per questo la legge prevede che siano delle ditte specializzate ad occuparsi dello smaltimento dell’amianto. Innanzitutto è necessario verificare che la ditta a cui abbiamo intenzione di rivolgerci sia iscritta nell’apposito Albo dei Gestori Ambientali.
Le ditte specializzate per la rimozione dell’amianto devono essere inserite nell’Albo di cui sopra e possedere le seguenti categorie: 10 A e 10 B. L’appartenere alla prima categoria, consente di maneggiare l’amianto che è combinato con il cemento, con la seconda categoria è possibile maneggiare l’amianto diversamente combinato.
L’iscrizione all’Albo dei Gestori Ambientali consente, da un lato, il censimento di tutte le aziende che si occupano di smaltimento amianto, dall’altro garantisce che queste abbiamo le adeguate competenze tecniche e un’idonea struttura in relazione alla delicatezza dell’attività che si apprestano a svolgere.
Amianto: gli obblighi per i privati
Mentre è stata vietata la produzione e la commercializzazione dei manufatti in amianto, il privato detentore ha solo un obbligo di individuare e comunicare questa presenza all’Asl al fine di consentire la mappatura e il censimento dell’amianto presente. L’obbligo di smaltimento si ha nel caso di comprovata pericolosità del manufatto, ossia quando il materiale si presenti in uno stato di degrado e vetustà per cui le fibre di amianto possono facilmente volatilizzarsi.
A questo punto il proprietario può decidere, consigliato da una ditta specializzata, a quale tecnica di bonifica fare ricorso. L’amianto, in quanto rifiuto pericoloso, andrà smaltito come tale.
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