Legge di Bilancio 2018: il Sistri non funziona, rottamiamolo

Il Sistri non funziona? Allora ripartiamo da zero: la proposta degli emendamenti alla camera per la Legge di Bilancio 2018, che diventerà legge alla fine della prossima settimana

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Negli emendamenti alla Legge di Bilancio 2018 in discussione alla Camera presentati alla Camera, il Sistri attuale sarà lascerà il posto a un nuovo sistema, basato sulle linee direttrici indicate dall’articolo 23 del Dm 78/16 e che potrebbe prevedere l’interruzione dell’obbligo annuale di iscrizione e versamento del contributo Sistri e delle sanzioni.

Intanto, è slittata al 31 dicembre 2018 la piena entrata in vigore del Sistri: per tutto il 2018 non si applicheranno le sanzioni relative, tranne quelle che riguardano l’omissione dell’iscrizione al sistema e il pagamento del contributo. Lo ha stabilito un emendamento alla Legge di Bilancio 2018 approvato in commissione alla Camera.

Sistri, com’è ora e come sarà

Il Sistri è il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti nato nel 2009 ma mai entrato a regime. I contributi Sistri versati dalle aziende ammontano finora a 187 milioni, ma la tracciabilità dei rifiuti rimane in sostanza affidata al sistema tradizionale.

Il Sistri aveva cambiato pelle ed era diventato un sistema che poteva “essere usato davvero” nel 2016… sulla Gazzetta Ufficiale era stato pubblicato il nuovo Testo Unico Sistri. Dal punto di vista operativo, rimaneva in realtà tutto così: gli obbligati all’iscrizione al Sistri e al pagamento dei contributi continuano a operare allo stesso modo fino al restyling dell’infrastruttura telematica secondo le linee guida del decreto in esame. Il “nuovo” testo Sistri non cambiava niente, è per questo che gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2018 prevedono i cambiamenti in questione.

Gli emendamenti prevedono la proroga al 31 dicembre 2018 della sospensione delle sanzioni operative (articolo 260 bis del Dlgs 205/10, commi 3-9), e la sospensione per tutto il 2018 delle sanzioni organizzative, tra le quali quella per mancata iscrizione e omesso versamento del contributo annuale (articolo 260 bis del Dlgs 205/10, commi 1 e 2).

Dichiara il presidente del Gruppo tecnico industria e ambiente di Confindustria, Claudio Andrea Gemme: “La digitalizzazione deve apportare migliorie, innalzare le performance, accelerare i tempi, ridurre i costi. Il Sistri attuale continua a non garantire tali traguardi e le imprese non sono più disposte a finanziare un sistema che promette di cambiare senza mantenere tale promessa”. Senza funzionare, in poche parole.

Il nuovo Sistri dovrebbe infatti prevedere, oltre alla cancellazione di multe e contributi, la sostituzione delle usb e black box con strumenti che garantiscano il funzionamento del sistema, il Mud automatico, l’interazione e il coordinamento con le banche dati della Pa, l’assistenza e la formazione per le imprese.

È la rottamazione del Sistri. Come sappiamo, le rottamazioni funzionano fino a un certo punto. Poi torna tutto come prima, tanto da farci venire il dubbio che qualcosa, anche solo per un minuto, anche solo nelle intenzioni, sia veramente cambiato. Il Sistri cambierà volto nella Legge di Bilancio 2018. Ma cambierà davvero?

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Redazione Tecnica

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