Dalla Regione Campania arriva la proposta al Parlamento, al Governo e alle associazioni: l’istituzione di una legge nazionale più dura sugli abusi edilizi, che “blocchi la costruzione di edifici abusivi da oggi in poi”, come ha spiegato il governatore della Campania Vincenzo De Luca.
“Dopo l’impugnativa da parte del Governo della legge regionale sull’abusivismo, e dopo le polemiche per il terremoto di Ischia, nessuno ha fatto niente. Siamo alla stessa situazione degli ultimi trent’anni”, ha aggiunto. Per questo, secondo lui, sono necessarie pene più severe, rivolte agli autori degli abusi, ma anche a professionisti, imprese e funzionari pubblici coinvolti.
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Bloccare l’abusivismo: la proposta
In sintesi, la proposta della Campania prevede che i reati edilizi siano elevati a “delitti” (e non più “contravvenzioni”) e le seguenti pene: da 3 a 5 anni di reclusione per gli autori degli abusi, la sospensione delle imprese edili, dei professionisti che realizzano gli edifici e dei funzionari pubblici che ne permettono l’allacciamento a acqua, luce e gas, sanzioni alle aziende erogatrici di energia che forniscono utenze e la creazione di un’agenzia nazionale per gli abbattimenti. In più, è proposto anche il prolungamento dei termini di prescrizione (non inferiore ai 6 anni) e la sospensione e/o riduzione della pena solo in caso di abbattimento dell’abuso.
“La proposta della Regione, se tramutata in legge dello Stato, ci consentirà di bloccare nell’immediato l’abusivismo e successivamente di ragionare sulla gestione degli scempi e dei ritardi del passato. Combattere l’abusivismo si può. Basta volerlo” ha commentato De Luca durante la presentazione della proposta.
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Abusi edilizi: le pene per professionisti e imprese
Nello specifico, la proposta prevede che i professionisti che svolgono prestazioni o direzione dei lavori in cantieri abusivi vengano sospesi dai relativi albi professionali per non meno di 2 anni e fino a un massimo di 5.
Le imprese che realizzano edifici abusivi, secondo la proposta, dovrebbero invece incorrere nella cancellazione dal registro delle imprese presso la Camera di Commercio da 2 a 5 anni, e in caso di reiterazione del reato la sospensione per 5 anni.
La proposta della Campania prevede anche la decuplicazione delle ammende.
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