Abuso edilizio: nel 2016 costruiti 17 mila immobili illegali

Nel 2016, meno illeciti ambientali e meno fatturato delle attività criminali contro l’ambiente, ma più abusi edilizi. C’è un sacco di strada da fare.

È la sintesi di Legambiente contenuta nel libro “Ecomafia 2017”, edito da Edizioni Ambiente, che raccoglie i numeri delle illegalità ambientali e fa il punto sui risultati che si stanno ottenendo grazie alla Legge sugli ecoreati.

Legambiente sottolinea che “una casa abusiva può costare anche la metà di una costruzione in regola, visto che tutta la filiera ha un prezzo ridotto: i materiali acquistati in nero, la manodopera pagata in nero, zero spese alla voce sicurezza del cantiere”. Contro l’abuso edilizio, Legambiente ha organizzato “Abbatti l’abuso”, una campagna permanente per liberare il Paese dalle case illegali. Il fenomeno dell’abuso e quello delle ecomafie sono due cose diverse ma non sono indipendenti, perché gli aspetti appena elencati sono legati alle imprese dei clan, alle cave fuorilegge, alla movimentazione terra e al calcestruzzo.

La legge sugli ecoreati, la 68 del 2015, è in vigore da due anni e si vedono i primi risultati, che ci sono ma non sono sufficienti: diminuiscono gli illeciti ambientali e il fatturato delle attività criminali contro l’ambiente. I reati ambientali accertati sono passati da 27.745 del 2015 a 25.889 nel 2016: una diminuzione del 7%. Per quanto riguarda il fatturato delle ecomafie, nel 2016 è sceso a 13 miliardi, – 32% rispetto al 2015

Crescono:
– gli arresti: 225 nel 2016, 188 del 2015,
– le denunce 28.818, 24.623 nella precedente edizione di “Ecomafia”,
– i sequestri: 7.277, nel 2015 erano 7.055.

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Ecomafie e abuso edilizio, conclusioni

“L’approvazione della legge sugli ecoreati ha rappresentato uno spartiacque importantissimo. Abbiamo oggi nuovi strumenti, più idonei e mirati, per punire reati gravissimi che incidono sulla tutela di un bene comune a tutti noi: il nostro territorio e, di conseguenza, la nostra salute”, aveva detto il presidente del Senato Pietro Grasso in maggio.

La legge sugli Ecoreati “è fondamentale per il Paese, sta funzionando bene e i numeri confermano la sua efficacia: dalla sua approvazione è già stata usata oltre mille volte, a tutela di legalità, ambiente, salute e buona economia. (…) . È anche un simbolo, purtroppo non frequente, di lavoro efficace e trasversale del Parlamento nell’interesse del Paese. Sono molto contento e fiero che questa legge, che porta la mia prima firma, abbia visto finalmente la luce il 19 maggio del 2015 L’introduzione degli ecoreati nel codice penale italiano è stata una battaglia storica di Legambiente, nata oltre 20 anni fa quando ero presidente dell’associazione” aveva dichiarato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera.

In generale, i risultati della lotta alle ecomafie sono positivi. Nel senso che è positivo il trend. I numeri, infatti, sono cresciuti veramente molto poco. Come possiamo essere contenti di 37 arresti in più? O di 4195 denunce in più? E di 172 sequestri in più? Anche gli altri miglioramenti (reati ambientali e fatturato delle ecomafie) sono molto ridotti ed è difficile sostenere davvero che la legge stia funzionando. Per esempio, la riduzione del fatturato è dovuta alla riduzione della spesa pubblica per opere infrastrutturali nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso. Fermare la spesa pubblica per le opere pubbliche allo scopo di fermare l’ingerenza della mafia non è una soluzione al problema, è una toppa. Andranno trovate soluzioni più durature perché, per esempio, la Sicilia ha bisogno di infrastrutture.

Non è un problema di facile soluzione, ma cantare vittoria così presto significa non prendere sul serio la vastità del fenomeno mafioso ambientale, dare più importanza alla propaganda politica rispetto alla gravità della situazione e riposare sugli allori. Senza considerare che il fenomeno dell’abusivismo edilizio, legato senz’altro alle ecomafie, non è affatto sconfitto, anzi. Cresce.

In maggio, infatti Legambiente sostenne che ci sono ancora dei problemi da risolvere. Alcune azioni devono rendere ancora più incisiva la stessa legge sugli ecoreati dal punto di vista repressivo e preventivo. In piu, bisogna spingere sui decreti attuativi per rendere operativa la legge di riforma del sistema nazionale delle Agenzie per la protezione dell’ambiente. Infine, anche se per i delitti ambientali la legge ha raddoppiato i tempi di prescrizione, i tempi brevi di prescrizione fanno spesso finire nel nulla molti processi ambientali per reati di natura contravvenzionale.

Foto DazebaoNews

Redazione Tecnica

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