VMC Ventilazione Meccanica Controllata: 6 motivi per sceglierla

Dal recupero del calore prodotto a una qualità dell’aria indoor decisamente superiore. Con l’aiuto degli esperti ecco 6 motivi per scegliere di adottare la ventilazione meccanica controllata.

Riprendiamo la serie di articoli di “servizio” per fornire qualche strumento di conoscenza in più su specifici aspetti della progettazione e dell’efficienza energetica: dopo gli errori più gravi (da evitare) nell’installazione del cappotto termico, concentriamo l’attenzione sulla VMC, acronimo che sta a indicare la Ventilazione Meccanica Controllata.

Anche questa volta chiediamo l’aiuto di Federico Arieti, architetto Passive House Designer, autore del manuale Progettare edifici a energia zero edito da Maggioli Editore. Avvisiamo il lettore: nel proseguo di questo articolo forniremo alcuni cenni sulla Ventilazione Meccanica Controllata e sui motivi per i quali sta prendendo piede, anche nelle ristrutturazioni edilizie. Ulteriori e più approfondite informazioni si possono trovare nel manuale citato che dedica un intero capitolo al contributo della VMC per la realizzazione di strutture ad alta efficienza energetica.

Impianti VMC: i vantaggi

Gli impianti VMC garantiscono diversi vantaggi: dall’incremento dell’efficienza energetica dell’edificio (il che si traduce, non da ultimo, in bollette meno care) alla tutela della salute degli occupanti  minata da fenomeni di muffa e condensa in edifici con un buon involucro “a tenuta” ma insufficientemente  ventilati.

L’argomento VMC è ben approfondito qui:

Efficienza energetica degli impianti tecnologici

Il sistema edificio-impianto è di fondamentale importanza per ottenere prestazioni energetiche ottimali e rispondere così alla crescente esigenza di realizzare o trasformare manufatti edilizi a bassa efficienza in strutture con alte o altissime prestazioni. Purtroppo, gli impianti tecnologici, essendo prevalentemente nascosti all’interno dell’edificio, tendono troppo spesso a essere trattati dagli operatori del settore come elementi di importanza secondaria. Questo libro è stato scritto per rimarcare il loro ruolo centrale.L’opera, dopo avere fornito alcune fondamentali definizioni e chiarito essenziali concetti base, tratta le principali tipologie di impianti tecnologici: dalla ventilazione meccanica controllata (VMC), agli impianti di riscaldamento, climatizzazione e idrico sanitario fino agli impianti elettrici.Ogni impianto viene trattato secondo una impostazione base che facilita la consultazione e l’uso del manuale:• Caratteristiche peculiari• Indicazioni per la progettazione e l’installazione• Soluzioni per l’efficienza energetica• Riferimenti normativiOve pertinente, infine, sarà riportato il punto di vista delle norme UNI/TS 11300 quali base di calcolo di riferimento per il recepimento a livello nazionale della legislazione europea sul rendimento energetico in edilizia degli impianti. Enea Pacini, Architetto, libero professionista, si occupa di progettazione, installazione e manutenzione di impianti. Sostenitore della tesi che “la casa è una macchina per abitare”, da sempre pone l’attenzione sull’analisi del sistema edificio-impianto. Iscritto negli elenchi del Ministero degli interni come professionista antincendio, da diversi anni è socio AICARR. Volumi collegati• Manutenzione, ricostruzione e risparmio energetico, N. Mordà, C. Carlucci, M. Stroscia, II ed. 2019• Impianti idrico-sanitari, di scarico e di raccolta delle acque nell’edilizia residenziale, F. Re Cecconi, M. Fiori, II ed. 2018• Progettazione degli impianti di climatizzazione, L. De Santoli, F. Mancini, I ed. 2017

Enea Pacini | 2019 Maggioli Editore

28.00 €  26.60 €

VMC: il recupero dell’aria in espulsione

Tornando all’argomento del post, la Ventilazione Meccanica Controllata produce una fondamentale miglioria energetica rispetto alla ventilazione naturale in ragione del recupero di calore dall’aria in espulsione. Tralasciamo volutamente come questo avvenga da un punto di vista tecnico, argomento che viene affrontato nel volume dell’architetto Federico Arieti.

Con le attuali tecnologie, la percentuale di calore che la Ventilazione Meccanica Controllata può recuperare (quindi il “rendimento” della macchina) può arrivare al 90% e, in qualche caso, addirittura di più. Ma oltre all’indubbio vantaggio dato dal risparmio energetico, che si  apprezza soprattutto negli edifici ben isolati nei quali le dispersioni energetiche “per trasmissione” attraverso l’involucro sono già notevolmente ridotte, esistono altri “meriti” della VMC.

Gli altri vantaggi della VMC

Ne abbiamo selezionati 6 che riassumiamo qui sotto:

1. Ventilazione costante dell’ambiente interno con tutte le positive ricadute sul comportamento termo-igrometrico dunque sugli aspetti di comfort ed igienico-sanitari di cui abbiamo accennato poc’anzi.

2. Filtrazione dell’aria immessa nell’ambiente interno con evidenti benefici per soggetti affetti da allergie e da patologie a carico del sistema respiratorio.

3. Possibilità di integrare sistemi di umidificazione e deumidificazione, ma anche sistemi di climatizzazione “a tutta aria” (o “aria primaria”), di cui il lettore interessato potrà trovare informazioni nel volume Progettare edifici a energia zero.

4. Comfort acustico I: il venire meno della necessità di aprire le finestre consente di non risentire dell’inquinamento acustico esterno. Va d’altra parte precisato che, disattivando l’impianto, le finestre possono essere liberamente aperte senza causare alcuno scompenso del sistema di VMC.

5. Comfort acustico II: se opportunamente progettato e dimensionato, l’impianto risulta acusticamente impercettibile.

6. Recupero del calore altrimenti dissipato con la ventilazione naturale, come già ricordato.

Per concludere, a livello di curiosità, è interessante segnalare il fatto che una delle primissime applicazioni italiane della Ventilazione Meccanica Controllata in ambito residenziale è stata fatta in un condominio dell’IPES di Bolzano e l’esigenza alla base non era quella del risparmio energetico ma del comfort acustico. Il condominio, infatti, è inserito in un lotto di terreno intercluso tra una linea ferroviaria, una strada a scorrimento veloce e un’area industriale fragorosa.

Si ringrazia l’arch. Federico Arieti per la preziosa collaborazione alla stesura del presente articolo.

Mauro Ferrarini

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