Dopo le proteste di Geometri e Periti Industriali, che si erano visti esclusi dal decreto ministeriale sul Sismabonus firmato da Delrio riguardo alle attività tecniche relative agli interventi destinati alla riduzione del rischio sismico, è stato emanato un correttivo (n.65 del 7 Marzo 2017).
L’articolo 3, in cui si leggeva “L’efficacia degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico è asseverata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico in possesso di una laurea in ingegneria o in architetturasecondo le competenze di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328, e iscritti ai relativi Ordini professionali di appartenenza”, è stato modificato togliendo la porzione che fa riferimento al possesso di laurea in ingegneria o in architettura.
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Inarcassa: possono solo Architetti e Ingegneri
A tal proposito Inarcassa ha inviato una lettera a Delrio dicendo che la competenza della ricostruzione è solo degli Architetti e degli Ingegneri:
Ill.mo Signor Ministro, dal 24 agosto 2016 il Centro Italia è stato investito da oltre 45 mila scosse di terremoto che hanno reso inagibili più di 200 mila immobili. Una catastrofe per la quale il Governo si era impegnato ad assicurare una ricostruzione sicura con regole certe.
Eppure, recentemente, Lei stesso ha emanato un decreto a variazione dell’art. 3 del decreto n. 58 del 2017, modificando l’originaria previsione normativa che riservava a ingegneri e architetti iscritti ai rispettivi Ordini tutte le attività tecniche connesse al cosiddetto “sisma Bonus”, ed estendendo così – molto più genericamente – tali attività a qualunque professionista iscritto ai rispettivi Ordini o Collegi.
Noi architetti e ingegneri liberi professionisti iscritti a Inarcassa lamentiamo da anni, da molti anni, la terribile confusione esistente sulle competenze professionali delle figure tecniche che affollano il mondo delle costruzioni. Un caos che, purtroppo ancora una volta, viene ulteriormente alimentato anziché essere risolto.
Bisogna essere consapevoli che i primi a farne le spese sono i cittadini.
Sulla specifica attività inerente alle prestazioni tecniche in ambito sismico riteniamo che non possa più essere tollerato nessun tipo di confusione, soprattutto quando a essere in gioco è la pubblica incolumità. Migliorare la sicurezza statica o adeguare alla normativa vigente gli edifici esistenti in zona sismica richiede necessariamente valutazioni complesse sulle strutture e sulla loro risposta alle azioni sismiche. Solo ingegneri e architetti con laurea magistrale possiedono le competenze tecniche necessarie a svolgere tali valutazioni.
È quindi necessario definire compiti e obblighi in forma chiara e precisa.
Per questo motivo ci permettiamo di richiederLe che vengano definite nel concreto e con puntualità le attività relative al “sisma Bonus” che possono rientrare nelle competenze di geometri, periti edili, dottori in agraria, periti agrari e laureati triennali.
Siamo certi che, ben comprendendo l’importanza delle questioni da noi sollevate, vorrà dedicare alla presente lettera la giusta attenzione e fornire alla categoria e ai cittadini tutti conseguente riscontro”.
Consiglio Nazionale degli Ingegneri: possono solo Architetti e Ingegneri
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri non concorda sulla modifica che, a proposito dell’attività di classificazione del rischio sismico delle costruzioni, elimina il riferimento esclusivo a ingegneri e architetti.
La modifica del decreto del MIT del 28 febbraio, fatta con decreto correttivo 65 del 7 marzo 2017, elimina il riferimento esclusivo agli ingegneri e architetti: gli interventi per ridurre il rischio sismico deve essere asseverata da professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico secondo le rispettive competenze professionali.
La prima stesura del decreto aveva interpretato al meglio il dettato della legge primaria attraverso la specificazione dei professionisti abilitati.
Il richiamo a una generica definizione, che rimanda nel solito problema delle competenze professionali, non si adatta alle forti esigenze derivanti dalle necessità della riduzione del rischio e della complessità della sicurezza sismica.
Il Consiglio nazionale degli ingegneri chiede che, nell’ottica della promozione della cultura della interdisciplinarietà, si proceda a guardare alle competenze certificate come un passaggio obbligatorio.
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