Ripescare i principi della legge delega sulla riforma del catasto approvata due anni fa dal Parlamento e portare alle Camere lo schema di decreto attuativo che era stato bloccato da Palazzo Chigi. Il ritorno sulla scena della riforma del catasto trova giustificazione nelle ultime raccomandazioni formulate all’Italia dalla Commissione europea: in Italia sono stati compiuti “progressi limitati nel completare la riforma del catasto”, che in realtà era stata definita quasi del tutto ed era stata bloccata dai dubbi sul rispetto della clausola di invarianza del gettito con la definizione delle nuove regole di tassazione degli immobili.
Il principio rimane lo stesso: garantire l’invarianza per le casse dello Stato, non aumentare la tassazione, ridistribuire il carico fiscale tra centro e periferia. Questo l’intento dei tecnici di via Venti Settembre. La riforma del catasto tornerebbe quindi nel nuovo piano nazionale delle riforme (Pnr) che accompagnerà il Documento di economia e finanza, in arrivo entro il prossimo 10 aprile.
Il risveglio della Riforma del catasto: storia vecchia..
Il risveglio della riforma del catasto non è quindi il titolo di un b-movie dimenticabile, bensì una possibilità di ripartenza per l’importante riforma della materia catastale contenuta nella delega fiscale (legge 23/2014).
Lo era però anche in aprile 2016..
Il Def varato la prima settimana di aprile dal Consiglio dei ministri menzionava infatti in maniera esplicita “la revisione dei valori catastali”, avvertendo tuttavia che l’operazione “sarà oggetto di interventi più generali e organici” da effettuare “al termine di complesse operazioni di allineamento delle basi dati”. Poi tutto si è bloccato.
Riforma del catasto, i principi direttivi
Ma quali sono nel dettaglio i principi direttivi che governano la delega per la riforma fiscale (originata dalla legge 23/2014)? Principi che, lo ricordiamo, non si sono persi nel nulla con la provvisoria entrata in quiescenza del progetto riformistico delle Entrate. Elenchiamoli in maniera sintetica:
1. Invarianza di gettito.
2. Passaggio dai vani catastali ai metri quadrati;
3. Coinvolgimento dei Comuni;
4. Uso di funzioni statistiche al fine di determinare il valore patrimoniale delle unità immobiliari a destinazione ordinaria (case, uffici, box auto);
5. Stima diretta per le unità a destinazione speciale;
6. Trasparenza, con l’introduzione di forme di tutela precontenziosa per i proprietari.
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