Le muffe sono una particolare categoria di microrganismi, appartenenti al regno dei funghi. Per vivere, la muffa in casa necessita di tre sole cose: acqua o umidità sufficiente, piccolissime quantità di nutrimento e una superficie sulla quale insediarsi.
“Se si formano le muffe in casa, significa che c’è acqua oppure umidità in misura eccessiva”, spiega Marco Argiolas, tecnico specializzato nelle problematiche legate alla presenza di umidità nelle costruzioni e che ha da poco dato alle stampe il secondo volume della collana “Quaderni di Patologia Edilizia” dedicata a Muffe e Condense nelle abitazioni: diagnosi e sistemi correttivi , edito da Maggioli Editore.
“Con questo libro, il grande merito dell’autore è quello di apportare un contributo che permetta alla comunità professionale impegnata in questo settore di effettuare scelte sempre più consapevoli e strutturate”, aggiunge la dottoressa Annalisa Balloi, microbiologa titolare di molti brevetti (tra cui un un procedimento per il bio-restauro di manufatti lapidei mediante l’impiego di microrganismi) che ha firmato la prefazione al volume. “Questo manuale”, conclude Balloi, “risulta essere una lettura obbligata per esperti e profani della materia, che vogliano migliorare la salubrità di spazi di vita e di lavoro propria e dei propri clienti”.
Quando si forma la muffa in casa
Con l’aiuto di Argiolas, in questo post forniremo alcune utili informazioni per sapere quando si formano le muffe all’interno delle abitazioni, invitando i lettori interessati ad approfondire ulteriormente, ad acquistare il libro già disponibile sullo shop online della casa editrice Maggioli.
L’ambiente ideale per lo sviluppo della muffa è quello dove l’umidità relativa UR è almeno dell’80%, nonostante le primissime formazioni possano manifestarsi già con UR del 70%. Preferiscono un’illuminazione scarsa o nulla, richiedono la presenza di un minimo di nutrienti sulle superfici, e prediligono l’aria calma, priva di correnti.
Temperatura e pH svolgono un ruolo altrettanto cruciale per la proliferazione dei miceti che possono infestare le abitazioni con conseguenze anche gravi per la salute delle persone.
Le muffe domestiche si suddividono in tre categorie, in base all’umidità minima necessaria per la loro proliferazione:
– Colonizzatori primari o xerofili UR inferiore all’80%
– Colonizzatori secondari UR fra l’80 ed il 90%
– Colonizzatori terziari o idrofili UR superiore al 90%
Come combattere la muffa in casa
Rimandando il lettore al manuale di Marco Argiolas per una trattazione dettagliata e rigorosa dei sistemi di diagnosi e di correzione del fenomeno delle muffe in casa, giova qui sottolineare un concetto guida fondamentale: “l’unico metodo certo per eliminare la muffa, o meglio, per impedire il suo sviluppo, è quello di tenere bassa l’umidità”.
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Le sette causa dell’umidità in eccesso
Se l’umidità in eccesso è la causa primaria della proliferazione dei miceti, è utile sapere quali sono le cause della sua presenza:
- Meteorica
- Da apporti accidentali
- Condensativa
- Igroscopica
- Dal terreno
- Da risalita
- Residuale
Ognuna di queste causa di presenza eccessiva di umidità viene analizzata nel manuale di Marco Argiolas sulle muffe e le condense nelle abitazioni. In particolare, ciascuna di queste forme di umidità ha degli effetti diversi sulle muffe. Con un po’ di pratica è possibile osservare le manifestazioni delle muffe, e individuare quali fra le cause citate siano presenti e quali invece siano da escludere.
Solo a titolo di esempio, l’umidità di natura igroscopica incide molto poco, e solo occasionalmente sulla formazione delle muffe, mentre i fenomeni condensativi sono quelli che generano la maggior parte dei problemi legati alla presenza di muffe in casa.
L’umidità da risalita non produce muffe
L’umidità di risalita contrariamente a ciò che si crede di solito non consente la formazione di muffe, perché le macchie umide dovute a questo fenomeno, sono una soluzione satura di acqua contenente numerosi sali. Questo ambiente non consente la proliferazione delle muffe.
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