Inquinamento indoor nelle scuole italiane: cos’è e cosa comporta

Gli edifici delle scuole italiane sono una minaccia alla salute degli studenti ed al loro apprendimento. Infatti i livelli di anidride carbonica, polveri sottili PM2.5, biossido di azoto ed altri inquinanti irritanti superano i valori stabiliti dalle autorità sanitarie in materia di inquinamento indoor. I dati provengono dal Progetto Ccm Indoor School, finanziato dalla Commissione Europea e coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità.

Le malattie cronico-degenerative sono tra le principali cause di morbosità e mortalità in tutto il mondo e l’ aumento non dipende solamente  dall’invecchiamento  della popolazione – ma anche da  fattori legati a stili di vita, alla propensione delle popolazioni occidentali a vivere gran parte del tempo in ambienti chiusi e poco ventilati, con microclima caldo-umido e presenza di elevati livelli di inquinanti chimici e di allergeni. Le costruzioni, i materiali le tecniche costruttive degli ultimi cinquanta anni sono antiquate e condizionano il benessere e la salute della popolazione.   Recentemente l’Unione Europea ha potenziato le attività per fronteggiare le malattie croniche nell’infanzia e nell’adolescenza promuovendo anche molte iniziative, per sensibilizzare le istituzioni sanitarie affinché adottino nei loro programmi un approccio preventivo intersettoriale della “salute in tutte le politiche”, fondato sulla creazione di sinergie tra politiche della salute, dell’istruzione, dell’ambiente, del lavoro e della ricerca. Questo percorso è oramai indispensabile anche nella filiera delle costruzioni. I geometri, gli ingegneri, gli architetti, le imprese edili, l’industria, non possono rimandare una formazione ed informazione adeguata per la tutela dell’utenza. Possiamo certo affermare che la Categoria dei Geometri Italiani, grazie al progetto dell’Associazione Nazionale “Donne Geometra”, avendo già da anni iniziato una ricerca finalizzata alla salubrità degli edifici in relazione alla salute degli occupanti – ha dato già un valido supporto alla risoluzione di tanti problemi, con la messa sul mercato degli Esperti in Edificio Salubre.

Negli ultimi decenni, infatti l’attenzione del mondo scientifico e istituzionale ha convalidato la connessione tra le problematiche di salute e la salubrità degli ambienti confinati e nelle scuole il fenomeno è da “codice rosso”. L’apparato respiratorio rappresenta, infatti, la porta d’ingresso di vari contaminanti indoor aerodispersi; si tratta soprattutto di prodotti della combustione, agenti biologici/bioaerosol (virus, batteri, funghi, prodotti di animali domestici, ecc.), Composti Organici Volatili (COV), radon (e suoi prodotti di decadimento) e monossido di carbonio.

I risultati del progetto hanno confermato che la Indoor Air Quality (IAQ) nelle scuole è una problema rilevante di sanità pubblica sia perché la IAQ nelle scuole è influenzata da numerosi fattori, strutturali, gestionali e comportamentali, sia perché ha un impatto sulla salute dei bambini, soprattutto per problemi respiratori, asma e allergie, così come sulla partecipazione e sulla performance scolastica. Dall’indagine è emerso, che il patrimonio edilizio necessita di urgenti interventi di manutenzione. Lo stato di pericolosità delle scuole non è solo sismico, ma  le gravi criticità sono radicate nelle condizioni igienico-sanitarie rilevate nella metà delle scuole esaminate per lo sviluppo del progetto, nella  quasi inesistente  adesione delle scuole ai protocolli operativi per le procedure di pulizia e bonifica ambientale, alla scarsa conoscenza delle problematiche e dei rischi tipici degli ambienti indoor da parte del personale scolastico, degli studenti e delle loro famiglie. Infine un ulteriore grave dato rilevato è la mancanza nella scuola di alcune certificazioni importanti per l’edilizia scolastica. I ragazzi in età scolastica, frequentano scuole in cui si riscontrano l’umidità, la muffa, inoltre le temperature non adeguate aggravano le vie respiratorie, scarsa ventilazione e servizi igienici mal funzionanti, tutti fattori che poi contribuiscono all’assenteismo scolastico e far insorgere malattie respiratorie, riducendo inoltre il benessere psico-fisico e il rendimento scolastico degli alunni.

Le malattie respiratorie, le allergie e l’asma sono malattie multifattoriali, nelle quali giocano un ruolo determinante le interazioni tra fattori genetici, ambientali e stili di vita. Un importante studio ha dimostrato che in Europa il 4,6% delle morti per tutte le cause ed il 31% delle inabilità (DALY)[1] nei bambini da 0 a 4 anni di età sono attribuibili all’inquinamento dell’aria indoor.

Lo stato di fatto

Il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “School environment: policies and current status” ha raccolto i dati raccolti delle indagini di livello di inquinamento indoor sia internazionale – condotte da OMS e UE – che nazionale, volte a indagare sulle politiche di miglioramento dell’ambiente scolastico o a valutare le esposizioni a rischi ambientali nelle scuole. La principale fonte di dati per l’elaborazione del rapporto, è stata l’indagine OMS del 2014, che ha coinvolto anche l’Italia e ha focalizzato l’attenzione su varie tematiche fra cui: servizi igienici e igiene nelle scuole e asili nido, la qualità dell’aria indoor (IAQ) sempre in scuole e asili nido, la prevenzione delle malattie legate all’amianto. Altri dati sono stati desunti dal progetto “Schools Indoor Pollution and Health: Observatory Network in Europe” (SINPHONIE). In 23 paesi dell’UE è stata monitorata l’esposizione ad un certo numero di inquinanti chimici e biologici e condotta successivamente una valutazione dello stato di salute degli alunni, in un piccolo campione di scuole per ogni paese (da 3 a 6) significativo delle diverse sottoregioni geografiche dell’Europa. Nello studio sono citate altre indagini sulla qualità dell’aria indoor nelle scuole, fra cui quelle del progetto “School Environment and Respiratory Health of Children” (SEARCH), condotta in 10 paesi fra cui l’Italia, come mostra la tabella sottostante.

TABELLA 9. LIVELLI MEDI DI INQUINANTI INDOOR NELLE SCUOLE
(fonte: SEARCH Project)
Inquinante AL BEL BA HU IT KZ SRB SK TJ UA
PM 50 (μg/mc) 69 28 102 56 82 65 81 80 91 33
Formaldeide (μg/mc) 5.6 7.5 7.1 2.4 33.1 10.4 1.7 8.7 12.9 11.5
Benzene (μg/mc) 4.1 2.0 6.3 2.2 2.0 6.3 5.9 4.8 7.4 2.5
Toluene (μg/mc) 15.5 6.2 27.6 4.6 5.0 18.1 21.9 29.5 17.4 4.9
Etilbenzene (μg/mc) 1.2 0.9 1.6 1.6 1.8 1.6 1.6 1.4 1.5 0.8
Xilene (μg/mc) 5.0 5.9 7.7 7.0 7.1 9.1 8.0 5.1 7.0 4.3
NO2 (μg/mc) 12 10 21 16 19 17 22 14 13 12

Lo studio di valutazione della “Qualità dell’aria indoor nelle scuole”, ha fatto risaltare che:

  • nella maggior parte dei paesi esistono politiche volte a migliorare la qualità dell’aria indoor nelle scuole e asili; nei paesi ad alto reddito si trovano più facilmente norme che regolano il massimo ammissibile di livelli di inquinanti indoor;
  • gli stati membri hanno una varietà di linee guida o norme in materia di ventilazione applicabili alle aule. Il ricambio d’aria minimo o tasso di ventilazione sono definiti usando metodi di valutazione diversi a seconda del paese, per cui i massimi livelli di CO2 consigliati nelle aule variano da 1000 ppm a 1500 ppm.;
  • la scarsa ventilazione e l’aria chiusa nelle aule scolastiche è un problema comune ad alcuni paesi durante la stagione invernale e questo si riscontra in modo particolare nelle regioni ad alto-medio reddito del sud-est europeo dove in molti edifici scolastici manca il riscaldamento.
  • la maggior parte dei paesi hanno norme sulla minima e/o massima temperatura dell’aria nelle scuole. Purtroppo però, come già detto, la mancanza di riscaldamento centralizzato in molti edifici nei paesi dell’Europa sud-orientale ad alto-medio reddito associa al disagio per la bassa temperatura una scarsa ventilazione e una elevata umidità durante la stagione fredda;
  • i dati relativi all’acustica delle aule, ai livelli di rumore, alla illuminazione e ad altri fattori fisici sono piuttosto scarsi, pertanto la valutazione dell’esposizione ai fattori fisici dovrebbe essere promossa come un passo ulteriore verso la creazione di un ambiente scolastico confortevole che faciliti l’apprendimento.

Cosa fare?

Nonostante la legge n. 107/2015 su “La Buona Scuola”, entrata in vigore il 16 luglio 2015, preveda misure specifiche che riguardano l’edilizia scolastica e altrettante scadenze che gli Enti locali devono rispettare per beneficiare delle misure contenute nel provvedimento, è necessario essere ancora più tassativi nel definire i sistemi costruttivi, la definizione di regole per la progettazione, gestione e manutenzione dei sistemi di ventilazione e di climatizzazione, e le misure cautelative da adottare nella scelta dei materiali. Inoltre, è opportuno prevedere di inserire tra le attività dell’Osservatorio e dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica (previsti dall’ex L. 23/96) anche informazioni specifiche sull’ IAQ. Sarebbe indispensabile inoltre, consentire l’attività edilizia esclusivamente a tecnici ed operatori aggiornati obbligatoriamente sulle materie.

La scelta dei materiali deve ricadere inoltre solo su materiali certificati che seguono criteri specifici e standard prestazionali, con caratteristiche tali da essere duraturi, pulibili, igienici e con livelli di inquinamento accettabili. Attualmente, a livello europeo, esiste il marchio di qualità Ecolabel (Regolamento CE n. 66/2010), che è un sistema volontario, esigente che ha come scopo principale quello di far conoscere ed aiutare i consumatori a preferire prodotti in base alle loro caratteristiche ambientali e salubri. L’obiettivo chiaramente, non è quello di escludere alcuni materiali nocivi, ma di promuovere la diffusione di quei prodotti che favoriscono  i benefici sulla salute e sul comfort ambientale. Per arrivare all’obiettivo dovrà essere promossa una etichettatura “positiva”, che identifichi i prodotti “salubri”, con iniziative da parte della stessa industria, la filiera edile tutta, tecnici professionisti compresi ed i consumatori. Per definire un involucro edilizio salubre, i materiali dovrebbero essere privi di formaldeide, non dovrebbero contenere COV, deve essere poi applicato un adeguato impianto di ventilazione durante l’istallazione o la manutenzione dei materiali che emettono inquinanti indoor, occorre rimuovere ogni causa di umidità per evitare le muffe, occorre sottrarsi dalla scelta di materiali contenenti asbesto o formaldeide per i soffitti, scegliere arredi idonei, informare poi il corpo docente ed educare gli allievi a riconoscere ciò che potrebbe essere dannoso per la loro salute all’interno degli edifici. Non ultimo è opportuno valutare  la collocazione di dispositivi certificati e titolati per la rilevazione del radon nelle scuole e di tutti gli inquinanti, evitando ovviamente quelli che rispondono esclusivamente alle leggi commerciali e purtroppo sul mercato iniziano ad esserne presenti moltissimi, non sono sostenuti da una fondamentale conoscenza scientifica dell’effettivo problema.

Una “buona scuola”, parte sicuramente da una “sana scuola” e da una appropriata informazione e formazione.

[1] DALY (Disability-adjusted life years) è un indice che combina morbosità e mortalità, comunemente impiegato dall’OMS per misurare l’impatto globale delle malattie (le malattie respiratorie croniche ne rappresentano una parte rilevante)

Sonia Minicozzi

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento