Recupero periferie urbane: il decreto da 500 milioni

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Sulla Gazzetta Ufficiale n. 127 dell’1 giugno 2016 è stato pubblicato il Decreto per il Recupero delle periferie urbane (Presidente del Consiglio dei Ministri 25 maggio 2016). I soggetti proponenti dovranno presentare i progetti entro 90 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (quindi a partire dall’1 giugno).

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Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione dell’inaugurazione della Biennale Architettura 2016, aveva annunciato di aver firmato il decreto che prevede il bando da 500 milioni di euro per il recupero delle periferie introdotto dalla Legge di Stabilità 2016. La pubblicazione del bando per il recupero delle periferie urbane era attesa per il 31 gennaio 2016, e poi di nuovo per il 19 di maggio, quando il segretario generale dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Veronica Nicotra, aveva annunciato l’imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ricomincia quindi l’attesa.

Il provvedimento consentirà di recuperare e riqualificare le aree marginali delle città italiane, e di “dare le risposte che tanti giovani delle periferie meritano”.

Era stato Renzi, nel novembre dello scorso anno, ad annunciare lo stanziamento di 500 milioni per “rammendare” le periferie delle nostre città, riprendendo l’eloquente concetto di “rammendo urbano” coniato da Renzo Piano.

Cosa prevede il bando di recupero periferie urbane

Il bando per il recupero delle periferie urbane destina 500 milioni di euro per l’anno 2016 ai Comuni capoluoghi di Provincia, di Regione e alle Città Metropolitane per interventi di riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie.

Due bozze del bando erano uscite già ad aprile (la prima l’8, e la seconda, aggiornata, il 14), con oltre due mesi di ritardo rispetto alla scadenza del 31 gennaio che era stata stabilita in partenza. Le bozze definiscono soggetti proponenti, tipologia degli interventi ammessi, requisiti e criteri di valutazione.

Ai fini del bando, sono considerate “periferie” le aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi. Gli interventi possono riguardare diverse tipologie di azioni, da attuarsi senza ulteriore consumo di suolo:
– miglioramento della qualità del decoro urbano;
– manutenzione e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e strutture edilizie esistenti;
– accrescimento della sicurezza territoriale e della capacità di resilienza urbana;
– potenziamento di prestazioni e servizi a scala urbana;
– mobilità sostenibile e adeguamento di infrastrutture destinate a servizi sociali, culturali, educativi e didattici.

 

I soggetti proponenti dovranno presentare i progetti entro 90 giorni dall’1 giugno 2016. Sono ammessi anche progetti di fattibilità tecnica ed economica.

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Redazione Tecnica

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