Ecco la seconda parte dell’approfondimento dell’ing. Nicola Mordà sulle criticità delle strutture prefabbricate progettate senza antisismica, una le tematiche centrali del convegno tecnico Strutture prefabbricate e antisismica: prestazioni delle nuove costruzioni ed adeguamento dell’esistente organizzato da Maggioli Editore con la partecipazione del main sponsor Truzzi.
Leggi la prima parte dell’articolo: Antisismica, criticità delle strutture prefabbricate non progettate ad hoc.
Sono di recente emanazione alcune norme UNI che trattano il tema della manutenzione civile. Il programma normativo sta formalizzando delle figure, tecniche e operative, con lo scopo di garantire che anche in ambito civile vi siano soggetti in grado di gestire in modo corretto le politiche manutentive (cfr. per esempio www.assoeman.it).
Senza entrare nell’ambito di dettaglio delle politiche manutentive, riteniamo utile, per il contesto delle strutture prefabbricate, attingere a quella che è la definizione di manutenzione migliorativa: essa rappresenta l’insieme delle azioni volte all’eliminazione delle cause che originano il guasto, e/o la riduzione della probabilità di comparsa di altri guasti.
Il tema manutenzione è presente in ambito civile, in realtà da lungo tempo e in particolar modo nel contesto delle strutture prefabbricate, e nello specifico con ottica di migliorare/mantenere le prestazioni in casi specifici, quali ad esempio il mutamento dello scenario di carico.
Di seguito si riportano alcuni stralci delle norme di cui al D.M. 1987 e delle norme CNR 10025 sulle strutture prefabbricate.
D.M. 3 dicembre 1987
6. Uso e manutenzione
Il produttore di elementi prefabbricati dovrà fornire al committente gli elaborati (disegni, particolari costruttivi, ecc.), firmati dal progettista e dal responsabile della produzione, secondo le rispettive competenze, contenenti istruzioni per il corretto impiego dei singoli manufatti, esplicitando in particolare:
[…]
e) prescrizioni per le operazioni integrative o di manutenzione, necessarie per conferire o mantenere nel tempo le prestazioni e i requisiti dichiarati;
[…]
6.1. Cambiamento d’uso dell’opera
Nel caso di cambiamento d’uso dell’opera, la proprietà deve provvedere a fare effettuare una verifica strutturale di progetto dell’intera opera da tecnico a ciò abilitato.
Per cambiamento d’uso si intende qui quello che comporta azioni di esercizio non previste in fase di progettazione. Detta verifica, firmata, dovrà essere conservata agli atti.
CNR 10025 Parte I – 2.10 – Istruzioni di esercizio
I controlli durante la vita di servizio della struttura devono essere rapportati all’importanza e alle caratteristiche funzionali delle opere; essi possono variare da ispezioni periodiche di routine ad indagini coordinate coinvolgenti tecniche speciali sia di ispezione che di prova.
Il Progettista dell’opera dovrà fornire al Committente gli elaborati contenenti le istruzioni per il corretto impiego della costruzione; nella relazione dovranno essere esplicitati la destinazione d’uso (con i requisiti connessi) , le prestazioni statiche previste, le prescrizioni per eventuali operazioni integrative o di manutenzione programmate per preservare nel tempo le prestazioni dichiarate.
Le verifiche, intese a garantire la sicurezza di esercizio e la conservazione delle caratteristiche nel tempo, vanno applicate sia alla struttura considerata nel suo complesso che ai singoli elementi costitutivi. In particolare dovrà essere fornito un documento riepilogativo con i carichi di servizio di tutti i locali e luoghi accessibili.
Si ritiene molto importante evidenziare il concetto che si sta diffondendo in tema di manutenzione civile, poiché, coma appena evidenziato, la messa in sicurezza delle strutture industriali che rappresentano luoghi di lavoro, ai sensi dell’Allegato IV del Dlgs.81/08 s.m.i., è esattamente un tema di manutenzione ed è quindi abbastanza logico, e immediato, collegare i due “mondi”, considerato che in ambito industriali la figura del manutentore è spesso presente.
Eliminare le cause di un guasto significa provvedere a mettere in sicurezza antisismica una struttura riducendone la vulnerabilità, ad esempio, rispetto al sisma.
Ciò è praticamente quello che le precedenti norme, sia cogenti che di riferimento, riportavano in tema di strutture prefabbricate.
Dunque, esattamente ad una carenza di manutenzione è attribuibile quasi ogni evento registrato nei sismi passati che hanno investito le strutture prefabbricate.
È auspicabile che al fine di ottemperare alle norme, coadiuvare il RSPP e il datore di lavoro, i temi della manutenzione così come voluti dalle norme sia recepiti, e le politiche di messa in sicurezza antisismica siano correttamente inquadrate in questo contesto.
Con questo articolo abbiamo voluto affrontare le tematiche portanti del convegno tecnico Strutture prefabbricate e antisismica: prestazioni delle nuove costruzioni ed adeguamento dell’esistente organizzato da Maggioli Editore con la partecipazione del main sponsor Truzzi e che si terrà a Reggio Emilia (il 10 ottobre), a Ferrara (14 novembre) e a Bologna (5 dicembre). Relatore, oltre all’ing. Nicola Mordà, sarà Ermanno Papazzoni, Ingegnere civile, specializzato in progettazione di strutture prefabbricate in cemento armato e cemento armato precompresso. Il convegno è in fase di accreditamento professionale per Ingegneri, Architetti e Geometri.
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