Debiti della PA, dissesto idrogeologico ed edilizia scolastica sono tra le priorità del programma di Governo individuate da Matteo Renzi nel discorso con cui ha chiesto e ottenuto ieri la fiducia del Senato. Sarà che sua moglie è una professoressa, ma il nuovo Premier tiene molto alla scuola e dunque vuole ricostruirla. Sappiamo che ha una sensibilità particolare per l’argomento, e sappiamo che, tra tutti quelli elencati, è stato il punto che ha messo alla base del programma: è l’idea che abbraccia tutte le altre, quella che si collega all’importanza dell’istruzione, che Renzi ha sempre messo in evidenza.
Ma come si fa per ricostruire le scuole? Non ci possono essere “delle norme che si occupano della stabilità burocratica e non della stabilità delle nostre scuole”. L’edilizia scolastica deve restare fuori dal patto di stabilità e il programma di ricostruzione deve essere realizzata tra 15 giugno e 15 settembre.
Vediamo alcuni passaggi del discorso di Renzi per renderci conto dell’importanza che attribuisce all’edilizia scolastica all’interno del suo programma.
“Domani chiederò per lettera a tutti gli 8mila sindaci e ai presidenti delle province superstiti il punto della situazione sull’edilizia scolastica, seguendo una suggestione di Renzo Piano, che ha parlato di rammendare i nostri territori, le nostre periferie. È un’espressione molto bella”.
“Dal 15 giugno al 15 settembre ci sarà un programma straordinario, dell’ordine di qualche miliardo di euro, sui singoli territori in base alle richieste dei sindaci. Di fronte alla crisi economica non si può non partire dalle scuole”.
“Gli investimenti sull’edilizia scolastica sono bloccati dal Patto di stabilità interno che su questo punto va cambiato subito. Un paese riparte dalla scuola, anche dalla dignità degli insegnanti”.
“Mi piacerebbe che chi ha la presunzione di avere la verità in tasca, avesse la possibilità di confrontarsi con gli insegnanti, con le famiglie, nella vita di tutti i giorni. L’idea che la casta è di qui e i cittadini di là, si è un po’ rovesciata in questo Parlamento. Noi sappiamo perfettamente che c’è la richiesta di restituire valore sociale agli insegnanti, e per fare questo non servono riforme ma solo il rispetto che si deve a chi va quotidianamente nelle nostre classi”.
La sua proposta è una diversa visione della scuola, che parta dalla ricostruzione. Ha inoltre promesso di dedicare ogni mercoledì a visitare una scuola, per dare un segnale simbolico che si riparte proprio dall’edilizia scolastica e dalla capacità di educare.
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