Decreto del Fare, cambia la norma sul permesso di costruire in zona vincolata

Come avevamo accennato ieri, la bozza del nuovo Decreto del Fare allo studio del Governo contiene un pacchetto di norme volte alla semplificazione delle procedure e a una sburocratizzazione degli adempimenti previsti in diversi settori: dall’edilizia alle infrastrutture, dal lavoro alla sicurezza (leggi anche Maxi Decreto del Fare, ecco le misure per edilizia, sicurezza e ambiente).

Tra le misure all’esame contenute nella bozza del decreto vi è l’obbligo, da parte delle amministrazioni pubbliche, di motivare con un provvedimento espresso un eventuale diniego alla concessione del permesso di costruire richiesto per interventi edilizi in aree sottoposte a vincolo paesaggistico.

Allo stato attuale, ricordiamo, la Soprintendenza può non agire e fare scattare così il c.d. “silenzio rifiuto” alla concessione del titolo edilizio. La complicazione è evidente per chi si vede negato il permesso di costruire: poiché l’impugnazione del provvedimento o, meglio, del “silenzio rifiuto” non è espressa, il privato che desideri impugnare la decisione non ha informazioni circa le motivazioni che hanno portato al rigetto dell’istanza del permesso di costruire.

L’unica perplessità dalla lettura della bozza è che, in caso di mancata produzione della motivazione espressa per giustificare il diniego al permesso di costruire, per l’amministrazione non sono previste conseguenze. È probabile si tratti di una svista che sarà emendata con una nuova versione del Decreto del Fare prima della sua approvazione e successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Nulla cambia, invece, per le richieste di permesso di costruire nelle zone non sottoposte a vincoli che conservano l’attuale meccanismo del silenzio assenso.

Di Marina Rui Ferro

Redazione Tecnica

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