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La possibilità di godere della detrazione per questo tipo di intervento era stata confermata con un chiarimento esplicito da parte dell’Agenzia delle Entrate, attraverso la risposta 461/2022. A seguire ANFIT, Associazione nazionale che tutela la finestra Made in Italy, con un comunicato stampa annunciava la possibilità di estendere sconto in fattura e cessione del credito anche al Bonus Barriere Architettoniche 75%.
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No sostituzione infissi e serramenti, no domotica
Con il provvedimento normativo di fine anno 2023 cambiano le regole e decade così la possibilità di sfruttare la detrazione per rinnovare infissi e serramenti e installare sistemi automatici per le aperture e il sollevamento delle tapparelle.
Il Bonus, dal 1° gennaio 2024, è pertanto applicabile solo per la realizzazione, in edifici già esistenti, di interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche aventi ad oggetto esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.
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Come cambia il Bonus Barriere 75% dal 1° gennaio 2024?
Per conoscere nel dettaglio tutte le novità del Bonus Barriere e sciogliere tutti i dubbi in merito, non perdere il webinar in diretta – che si terrà mercoledì 24 gennaio 2024 (ore 14:30 – 17:30) – Detrazione 75%: il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche, in cui l’esperta Antonella Donati illustrerà nel dettaglio le regole 2024, i soggetti e gli interventi ammessi, i meccanismi di cessione credito e di sconto in fattura, tutti i requisiti e le attestazioni necessarie.
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Barriere architettoniche e bonus 75%: i serramenti sono fuori. Ma ANFIT non ci sta
Il 28 dicembre 2023, l’Esecutivo ha approvato il decreto-legge Superbonus, suscitando sorpresa per l’esclusione inaspettata di serramenti ed infissi dal Bonus 75%. L’Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy, nella persona del suo Presidente Marco Rossi, ha reagito prontamente, avvertendo ministri, deputati e senatori sui rischi legati a questa decisione ritenuta imprudente.
Le ragioni per sostenere l’inclusione del settore sono chiare ed evidenti: la necessità di proteggere il Made in Italy. Dopo le precedenti eliminazioni ingiustificate di sconto in fattura e cessione del credito dall’Ecobonus 50%, questa decisione aggiuntiva, priva di giustificazione, potrebbe seriamente compromettere la stabilità economica dell’intero settore. Si tratta di posti di lavoro e investimenti legati a un settore artigianale caratterizzato da qualità, controllo e contributi completamente versati allo Stato italiano, a differenza di quanto avverrebbe nel caso in cui si dovesse cedere il passo alle produzioni estere.
Così il Presidente Rossi: “(il decreto) stravolge la pianificazione produttiva e finanziaria del primo semestre del 2024. Tantissime aziende si sono ampliate e hanno fatto investimenti che ora devono ammortizzare e ripagare. Oggi si trovano ad operare senza un contributo importante che sicuramente avrebbe aiutato a raggiungere i budget prefissati per far quadrare i conti” >> Leggi l’articolo completo <<
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Foto:iStock.com/zlikovec
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