Dallo scorso settembre è in libreria, Il sole, le ali e la civetta (pagg. 205, 13 euro, Alpine Studio Editore), un’inchiesta sul mondo delle energie rinnovabili realizzata da Lucia Navone, giornalista, autrice esperta di comunicazione ambientale e blogger del nostro quotidiano online Ediltecnico.it.
Il libro racconta nella forma della docu-fiction e della ricostruzione giornalistica, per la prima volta, come sono andate le cose in Italia sul fronte delle energie rinnovabili. Si tratta di un tema a noi molto caro e che vogliamo approfondire direttamente con l’autrice, che abbiamo incontrato a qualche settimana dal lancio del suo libro.
Mauro Ferrarini. Mescolare fiction e inchiesta giornalistica in un romanzo dedicato alle rinnovabili: come è nata quest’idea?
Lucia Navone. Occupandomi da tanti anni di temi legati più in generale alla sostenibilità e, in particolare, all’energia, mi sono resa conto che la gente ne capisce assai poco. E per far avvicinare un lettore e toccare qualche corda, l’autore non può far altro che ricorrere alla narrativa. Per questo ho scomodato la fiction. Solo così una vicenda che apparentemente potrebbe sembrare per addetti ai lavori, lontana dalle nostre vite quotidiane, può diventare più comprensibile.
Tra l’altro alternare la fiction ai fatti, la cosidetta docu-fiction, è uno stile molto utilizzato dai colleghi anglosassoni. Questo consente anche al lettore non specialistico di entrare nella storia, di non sentirsi troppo guidato dall’autore e soprattutto di sentirsi libero di giudicare chi sono i buoni e i cattivi e, mi auguro, di comprendere alcuni meccanismi piuttosto complicati.
Nel mio libro non si salva nessuno ma non perché sono tutti cattivi. Tutt’altro. Se hai un obiettivo e perdi di vista te stesso e la tua vita, è evidente che il risultato non lo raggiungerai mai. È questo è quello che racconto, sia nei fatti che nella narrazione: uno spaccato di come oggi lavoro e aspettative personali si sovrappongono fino ad annullare l’individuo nelle sue caratteristiche umane più importanti. I miei personaggi vivono e si muovono solo in un contesto lavorativo proprio perché non hanno altro, perché pensano che vincere quella sfida li porti ad avere un posto al sole. Ma rimarranno invece nell’ombra.
Mauro Ferrarini. “Una montagna di denaro, dicasi incentivi o sussidi, poco importa, che è stato investito male e che ha drogato il sistema. Anziché investire nell’innovazione, molte imprese hanno preferito pagare consulenti ed avvocati per accedere al meglio a questa mangiatoia pubblica”. Parole forti quelle del suo libro, che non mancheranno di suscitare un vespaio di polemiche …
Lucia Navone. Rispondo citando il Foscolo, da le “Ultime lettere di Jacopo Ortis: “in tutti i paesi ho veduto gli uomini sempre di tre sorta, i pochi che comandano, l’universalità che serve e i molti che brigano”. Questa citazione mi è stata inviata in occasione dell’uscita del mio libro da un operatore che da poco si era avvicinato al mercato delle energie pulite e che mi stava leggendo.
Ed è proprio la classe dei “molti che brigano” che in Italia, purtroppo, abbonda. La folla di faccendieri, intrallazzoni, trafficoni, lobbisti, corruttori che prosperano nel nostro paese e che sopravvivono (e fanno affari) in un sistema poco trasparente, poco avvezzo alle regole, controllato il più delle volte dalle logiche politiche e non da quelle economiche. Anche il neonato sistema delle energie pulite è stato purtroppo inquinato da queste figure, favorendo i fenomeni di corruzione che racconto, a discapito dei più meritevoli . Ciò vuol dire che in un sistema sussidiato il più delle volte non c’è libera concorrenza e trasparenza e chi davvero investe denaro e risorse proprie, spesso ne rimane ai margini. Se non addirittura, come racconto nel libro, ci rimette di tasca propria. Penso ad esempio ai tanti fornitori che stanno aspettando di essere pagati o gli operai che aspettano la cassa integrazione e ad altri che mi hanno “prestato” la loro voce e raccontato le loro storie. In Italia dal 2003 al 2008, 840.000 imprese hanno beneficiato delle agevolazioni pubbliche e un esempio su tutti è la Fiat che per anni si è “sfamata alla mangiatoia pubblica” e che ora decide di abbandonare il paese. Per non parlare poi di altri settori dove sono state investite risorse pubbliche e che oggi sono allo sfascio.
Mauro Ferrarini. Non teme che il suo libro possa essere liquidato come l’ennesima campagna contro le rinnovabili a favore delle lobby dell’energia fossile?
Lucia Navone. In Italia purtroppo i fatti, di qualunque tipo, sembrano infastidire le coscienze o quantomeno la “coscienza critica”. Se un giornalista, in modo indipendente, decide di scrivere qualcosa “controcorrente” o, semplicemente, di raccontare come sono andate le cose, è al soldo di qualcuno.
Nel mio caso le insinuazioni si sono già sprecate. Ma il mio obiettivo non è favorire qualcuno. È stato semplicemente quello di voler informare perché solo la consapevolezza può aiutarci (e non solo in questa storia), ad arginare quei fenomeni dove a rimetterci siamo noi.
Mi spiego meglio. In questo caso a rimetterci sono stati i tanti operatori seri che hanno chiesto per anni trasparenza e regole certe, i lavoratori che hanno visto cancellare in pochissimo tempo un posto di lavoro che credevano eterno, il paesaggio che è stato deturpato ma anche le generazioni future a cui dovremmo consegnare questa storia e che, come noi, continueranno a pagare, via bolletta elettrica.
Come scrive Transparency nel rapporto “Green Clean Market”, più volte citato nel libro, un euro speso male è un euro rubato ai nostri figli e nelle energie rinnovabili 900 sono stati i milioni sottratti dai fenomeni corruttivi di cui racconto. Leggendo il libro si può capire che non salvo nessuno: a rimetterci è il sistema e la possibilità di costruire un futuro realmente più pulito per tutti. Non si può pensare di farlo negando o mettendo a tacere i fatti, peraltro alcuni eclatanti su cui stanno indagando più Procure d’Italia. E la fiction in questo aiuta: i personaggi di cui narro rimangono come appesi nella loro “incompiutezza”, soprattutto umana, non solo professionale. Ed è quello che è successo alla vicenda delle rinnovabili: una buona opportunità che non è stata colta al meglio. E su questo, ritengo, tutti saranno d’accordo con me.
Mauro Ferrarini. Secondo lei, non solo per “salvare” le rinnovabili, ma per spingere sempre più queste forme di energia pulita, cosa bisognerebbe fare? È un problema che devono affrontare i politici? Gli imprenditori? Oppure chi?
Lucia Navone. L’energia pulita porta con sé un grande cambiamento. Non solo dal punto di vista energetico. E io di questo sono fermamente convinta. Non può esserci futuro senza questa nuova forma di energia. Ciò che deve cambiare però deve essere in primis una certa classe imprenditoriale, addestrata dalla politica a subordinare gli interessi di impresa agli interessi del pubblico, che preferisce siglare deal nelle stanze del potere piuttosto che mettersi in gioco e rischiare.
La politica o meglio, la buona politica, è evidente che deve fare la sua parte.
Non dimentichiamo che la storia di cui racconto sconta in primis la mancanza di un piano energetico nazionale e di una politica industriale degna di questo nome. Ma prima di tutto sono gli amministratori, a tutti i livelli, che devono garantire regole certe e rispetto di queste ultime, uguali per tutti. Nel bene o nel male, quantomeno se si guarda alla cronaca raccontata nel libro, la grid parity è vicina, almeno nel Sud Italia. Oggi se un supermercato in Sicilia vuole installare un impianto fotovoltaico sul tetto, può farlo senza incentivi e con 8.000 euro si riesce ad avere un impianto fotovoltaico da 3 kW. Ma tutto ciò è avvenuto senza controllo.
A questo punto però si tratta di favorire queste possibilità agendo sullo scambio sul posto, sostenendo l’autoconsumo e favorendo l’accumulo di energia E in questo quadro è utile pensare ad un sostegno per gli impianti piccoli, quelli familiari da 3 kW, magari collegandoli alle batterie per permettere la sconnessione dalla rete.
In ultimo è importante evidenziare un aspetto, molto spesso sottovalutato e che nel libro cerco di far comprendere con dei casi concreti. La natura economica della corruzione, in tutti i settori, è da ricercare nella presenza dello Stato nella vita economica di un paese. Molti analisti sono concordi nel dire che a fronte di un aumento marginale dei livelli di corruzione, segue una diminuzione del tasso di crescita. Pertanto se vogliamo usare una metafora, peraltro contenuta nel titolo del libro, possiamo dire che la corruzione (e l’ingordigia umana) sono state “l’uccello del malaugurio” di questa storia. Vale a dire la civetta, di cui il sole (l’energia dal sole), le ali (l’energia dal vento) ne hanno subito in un qualche modo gli effetti negativi. Non dimentichiamo però che la civetta è, nella mitologia, “anche il simbolo della sapienza, dell’intelligenza razionale che discerne laddove altri vedono solo ombre e tenebre”. Mi auguro che la consapevolezza, anche degli errori fatti, serva per percorrere al meglio la strada del futuro.
Mauro Ferrarini. In un passo del suo libro lei cita una sindacalista pugliese che denuncia il fatto che “La cosa più assurda è che neanche un centesimo dei soldi spesi dalle aziende straniere (per le rinnovabili, ndr) in Puglia è rimasto sul nostro territorio”. Una denuncia simile è arrivata qualche tempo fa anche da uno dei blogger di Ediltecnico.it, l’ing. Giorgio Demurtas a proposito dell’eolico in Sardegna … insomma l’Italia è ancora”terra di conquista”. Qual è la sua opinione in proposito?
Lucia Navone. Siamo il paese dalle immense ricchezze naturali ma siamo anche il paese più incapace di amarle e valorizzarle. Il vento, il sole, l’acqua e la terra sono ciò di cui disponiamo in abbondanza ma sembra che la cosa non ci riguardi. Preferiamo delegare ad altri la loro gestione per poi lamentarci che le cose vanno sempre male. Anche nel caso delle energie pulite è successo questo. Sono arrivati degli “sviluppatori di futuro” che hanno promesso ritorni stratosferici ad agricoltori, sindaci ed amministratori pubblici e a loro abbiamo affidato il nostro futuro. A loro però sono anche andati i guadagni che avrebbero dovuto creare occupazione a livello locale, indotto economico e benefici per il territorio. E i casi raccontati nel libro riguardano più regioni, non solo la Sardegna.
Mauro Ferrarini. Ci dica tre buoni motivi per comprare e leggere il suo libro.
Lucia Navone. Il primo perché è inedito e scritto praticamente in diretta, mentre i fatti stavano accadendo grazie al mio blog lucianavone.it che raccoglie molte delle cronache raccontate nel libro. Il secondo perché alterna la fiction all’inchiesta, una nuova forma di narrazione ancora poco sperimentata in Italia. Terzo, perché spiega in modo semplice e divulgativo, talvolta a discapito della precisione tecnica, un argomento non facile che però ci tocca da vicino. L’energia pulita è e rimane un’importante opportunità per la nostra economia e per la tutela dell’ambiente. Non sprecarla vuol dire anche cercare di capire come sono andate le cose, nel bene o nel male.
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