Stress da lavoro correlato, cos’è e come si manifesta

Lo stress colpisce 9 italiani su 10, molto diffuso in particolare lo stress da lavoro correlato. Scopri di più sul fenomento

Il 7 novembre scorso è stata la giornata dedicata allo stress e anche il gruppo di Ediltecnico vuole dedicare un pensiero a questo fenomeno ormai così diffuso, che, secondo Assosalute, colpisce 9 italiani su 10, in particolare parlando dello stress da lavoro correlato.

Questo tipo di stress non deve essere sottovalutato, anzi va preso in considerazione, in particolare dall’RSPP.

Stress da lavoro correlato, cause e sintomi

Lo stress non è altro che la “pressione” di eventi psicologici che causano nell’organismo una reazione generale di adattamento agli stessi. L’adattamento può assumere varie forme e si articola a vari livelli: cognitivi, emotivi, comportamentali, psicofisiologici. In psicologia clinica, ad esempio, si utilizza il termine generico stress per significare la dinamica di pressione ambientale/adattamento dell’organismo, distinguendolo in distress, cioè lo stress “negativo”, che può condurre anche a reazioni patologiche, ed in eustress, lo stress “positivo”, che è dovuto all’attivazione ed energia che gli impegni derivanti dalle pressioni esterne, dall’ambiente circostante, stimolano nel soggetto.

Stress da lavoro corrlato: cos’è?

Restringendo il problema all’ambito lavorativo, secondo l’articolo 3 dell’Accordo Europeo dell’8 ottobre 2004, recepito dall’Accordo Interconfederale il 9 giugno 2008, lo stress lavoro correlato viene definito come “condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro”. Da ciò appare chiaro che tale squilibrio si può verificare quando il lavoratore non si sente in grado di corrispondere alle richieste lavorative.

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Stress da lavoro correlato: sintomi

Come conseguenza di tale inadeguatezza nel lavoratore si instaurano sentimenti di rabbia, irritabilità, ansia e segni di depressione che portano ad un calo dell’autostima e del senso di autoefficacia. Il calo in termini di salute fisica e mentale dei lavoratori porta inevitabilmente al deterioramento delle prestazioni dell’intera organizzazione: questo aspetto è riscontrabile in alcuni indicatori come l’aumento dell’assenteismo, l’aumento del tasso di turnover e la riduzione della produttività.

Un altro indicatore importante della presenza di stress lavoro correlato è il problema del presenzialismo, definibile come il presenziare al lavoro senza apportare la propria totale portata produttiva a causa di problemi di salute. Questo fenomeno sembra emergere quando il lavoratore si sente stressato, ma, nel contempo, teme di perdere il posto e di essere etichettato come malato, quindi rimane presente, ma senza dare produttività all’impresa.

Gli obblighi dell’azienda

Il datore di lavoro non può sottovalutare questi segnali di malessere all’interno della propria azienda.

In base al D.lgs 81/2008 gli adempimenti di un’impresa edile includono la nomina di un RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione) che, per aziende fino a 30 addetti viene esplicato dal datore di lavoro stesso, mentre per aziende con un numero superiore di lavoratori, può essere scelto tra il personale interno alla ditta o un consulente esterno. L’RSPP ha il compito di redigere il DVR, il documento di valutazione dei rischi, in cui oltre a verificare i rischi riguardanti le attrezzature di lavoro, le sostanze o i preparati chimici che possono essere impiegati dai propri lavoratori, l’organizzazione stessa del cantiere, dovrà tenere conto anche dei rischi collegati allo stress lavoro-correlato.

La valutazione del rischio

Il 18 novembre 2010, una volta deliberate dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, sono state diffuse con lettera circolare del Ministero del Lavoro prot.15 le indicazioni metodologiche per la valutazione del rischio stress lavoro-correlato, se i requisiti fissati dalla Commissione non vengono rispettati, il DL è passibile di sanzioni.

La valutazione deve essere svolta in due fasi:

valutazione preliminare, che risulta obbligatoria;
valutazione approfondita, da effettuarsi successivamente nel caso in cui la preliminare abbia fatto emergere evidente stato di rischio.

Valutazione della percezione dell’impresa

Potenziali indicatori di questo tipo di stress, come già detto, possono essere dati da un alto tasso di assenteismo o di una elevata turnazione del personale. Come strumenti per valutare la percezione soggettiva dell’impresa da parte dei lavoratori, vengono usati questionari, interviste semi strutturate e focus group che necessitano del coinvolgimento diretto dei lavoratori sia in fase di valutazione approfondita che di analisi dei risultati ottenuti.

Il documento dell’INAIL

La metodologia per effettuare la valutazione del rischio stress lavoro-correlato è descritta da un documento redatto dall’INAIL a cui tutte le imprese, anche edili, fanno riferimento. Questa metodologia è stata sviluppata nel maggio 2011 dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e pubblicata su una specifica piattaforma online utilizzabile da tutte le aziende.

Il metodo proposto offre alle aziende strumenti validati e risorse specifiche, seguendo un approccio articolato per fasi che prevede il coinvolgimento delle figure della prevenzione, datore di lavoro ed RSPP, e dei lavoratori. Alla suddetta metodologia sono state apportate ulteriori novità, incluse nel manuale d’uso, edizione 2017, consultabile e scaricabile in pdf sul sito dell’INAIL.

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Antonietta Puma

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