Contemporaneamente al Decreto del fare, il Consiglio dei Ministri ha approvato un provvedimento contro il consumo di suolo, che sarà sottoposto all’attenzione della Conferenza unificata. Negli ultimi anni il consumo di suolo in Italia è cresciuto a una media di 8 metri quadrati al secondo, in un processo non conosce momenti di pausa, dal 1956.
Obiettivo alla base del provvedimento che da tempo i Governi italiani rincorrono è la previsione del riuso e della rigenerazione edilizia del suolo edificato rispetto all’ulteriore consumo di suolo: lo scopo finale della legge è impedire che il suolo venga eccessivamente “eroso” e “consumato” dalla progressiva urbanizzazione e promuovere e sostenere il riuso e la rigenerazione di aree già interessate da processi di edificazione.
Per queste ragioni il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che verrà sottoposto al parere della Conferenza unificata per il contenimento del consumo del suolo e il riutilizzo del suolo edificato.
Il decreto ha inoltre lo scopo di contenere il consumo di suolo, di valorizzare il suolo non edificato, promuovere l’attività agricola che su quel suolo si svolge sullo o potrebbe svolgersi, infine di valorizzare il suolo come risorsa da tutelare anche ai fini di mitigazione prevenzione del rischio idrogeologico.
Il Governo, quindi, accelera e punta sulla salvaguardia della destinazione agricola dei suoli e la conservazione della relativa vocazione naturalistica, obiettivo di primaria importanza soprattutto alla luce dei dati statistici acquisiti, dai quali risulta la progressiva “cementificazione” della superficie agricola nazionale.
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In discussione in Parlamento ci sono altre 3 proposte sull’argomento, due provenienti dalla scorsa legislatura (Realacci e Catania) e una in bozza presentata nel mese di maggio, del Movimento 5 Stelle.
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