La Detrazione 55% per interventi di efficienza energetica che impieghino tecnologie basate sulle fonti di energia rinnovabile va stabilizzata e resa permanente. È questa una delle sette proposte che il settore della meccanica italiana avanza al nuovo Governo ancora in fase di formazione.
“Oggi la crisi del mercato interno sta assumendo dimensioni tali che non è più sufficiente neanche aggrapparsi alle esportazioni per mantenere i livelli di fatturato”, dice il presidente della Federazione ANIMA, Sandro Bonomi. “Per questo ritengo sia fondamentale indirizzare al nuovo Governo che verrà, qualunque esso sia, un documento derivato anche dalla condivisione del recente documento programmatico presentato da Confidustria che abbiamo chiamato: ANIMA per l’Italia. Un percorso per lo sviluppo che meritiamo“.
Ma quali sono le 7 priorità di cui si fa portavoce la federazione che riunisce le associazioni confindustriali della meccanica varia e affine?
Oltre alla già ricordata stabilizzazione della Detrazione 55% per l’acquisto di tecnologie che utilizzano fonti rinnovabili, il documento programmatico evidenzia la necessità di sostenere il comparto delle rinnovabili termiche e quello dell’efficienza energetica. A questo scopo ANIMA chiede l’avvio del Conto Energia Termico con la possibilità di cumulare gli incentivi per gli utilizzatori di tecnologie che uniscano la sommatoria di Rinnovabili ed Efficienza Energetica.
Tra le altre proposte vi sono anche elementi per l’incremento dei volumi delle esportazioni, la modernizzazione del parco macchine delle aziende, per aumentare l’attenzione alla qualità nelle procedure di aggiudicazione delle gare di appalto e altro ancora.
Nel dettaglio, ecco le 7 priorità indicate dalla Meccanica italiana.
1. Aumentare le esportazioni per puntare a raggiungere nel medio periodo un incremento annuo dell’export pari al 9%.
1.1 Raddoppiare le risorse dell’ICE destinate alla promozione, rafforzare gli strumenti finanziari (250 milioni aggiuntivi a SIMEST) e facilitarne l’accesso, centralizzare e razionalizzare i fondi pubblici per l’internazionalizzazione. Oggi ci sono sprechi e doppioni tra più enti.
1.2 Cogliere appieno l’opportunità di Expo 2015 per promuovere le produzioni e le tecnologie italiane nel mondo.
2. Per crescere in modo concreto, stabile e duraturo abbiamo bisogno di investimenti per la modernizzazione dell’attuale parco macchine da produzione. Ad esempio
2.1 Riproponendo su larga scala l’utilizzo della Legge Sabatini, come da più parti ormai indicato
2.2 “Targando” le tecnologie industriali per assicurare l’introduzione di macchinari che rispondano ai requisiti minimi di efficienza e di sicurezza previsti dalle Direttive UE
3. Per l’efficienza energetica e lo sviluppo delle rinnovabili termiche. La SEN, Strategia Energetica Nazionale, presentata dai Ministri Passera e Clini è un utile strumento di riflessione che manca però di decreti attuativi che la rendano effettiva.
L’efficienza energetica e l’utilizzo delle Rinnovabili termiche deve essere una delle priorità per far ripartire la crescita del Paese.
Una vera Strategia Energetica Nazionale sviluppata con al centro la stabilizzazione dell’incentivo della detrazione 55% per l’acquisto di tecnologie che utilizzano fonti rinnovabili.
L’avvio del Conto Energia Termico con la possibilità di cumulare gli incentivi per gli utilizzatori di tecnologie che uniscano la sommatoria di Rinnovabili ed Efficienza Energetica.
4. Stimolare la collaborazione nelle filiere italiane, tra le grandi imprese appaltatrici che lavorano all’estero e le imprese fornitrici meccaniche italiane, così da affidare alle stesse la promozione delle produzioni Made in Italy all’estero e incentivare l’innovazione tecnologica e l’occupazione in Italia. Ad esempio attraverso l’introduzione di un provvedimento analogo a quello previsto per le reti di impresa, che favorisca la cooperazione tra imprese appaltatrici internazionali e fornitori italiani
5.Investire sul controllo del mercato, per impedire che vengano commercializzati prodotti industriali che solo apparentemente sono conformi alle norme. Questo impegno, preso di concerto con l’Unione Europea, ha finalità ed effetti simili a quelli della ricerca dell’evasione fiscale.
Chi produce o importa manufatti industriali non conformi turba il mercato, mette a rischio i lavoratori, incrina la fiducia sulla qualità delle produzioni nazionali. Come il recente caso delle pentole radioattive al Cobalto 60 importate dall’India.
6. Made In per la meccanica. Quello che ANIMA chiede è di introdurre la denominazione obbligatoria dell’origine dei prodotti, di tutti i prodotti, in special modo di quelli in ingresso nella UE, e che sia apposta con criteri semplici e facilmente verificabili. Sul modello statunitense, per esempio, che vige senza problemi, da oltre mezzo secolo, senza che questo abbia mai creato problemi al WTO. Lo stesso in altri paesi, a cominciare dal Giappone.
Riportare la manifattura al centro delle politiche Europee e di tutelarla adottando poche misure semplici, facilmente applicabili e già ben conosciute per contribuire seriamente a rappresentare entro il 2020 il 20% del Pil europeo, dall’attuale 16%, in linea con quanto indicato dal Presidente Barroso pochi mesi fa a Bruxelles.
7.I titolari di gare d’appalto nazionali non hanno una sufficiente attenzione alla qualità delle forniture meccaniche: a causa di una spasmodica ricerca del minor prezzo, costringono il mercato ad adeguarsi a standard qualitativi bassi e favoriscono le importazioni di bassa qualità dai paesi extracomunitari.
Ricordiamo che il comparto della meccanica rappresentato da ANIMA ha chiuso il 2012 con valore della produzione di 41,4 miliardi di euro, in leggero calo rispetto all’anno precedente, con esportazioni, pari a oltre 23 miliardi di euro, che corrispondono al 56% del fatturato complessivo. L’export ha assunto negli ultimi 4 anni un’importanza sempre maggiore passando da 20,5 a oltre 23 miliardi di euro con un incremento del 12% nel periodo considerato.
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