Giunti ormai a metà anno, è possibile fare un bilancio sull’incidenza degli infortuni sul lavoro, bilancio che purtroppo non è positivo: sono 369 le vittime sul lavoro (286 in occasione di lavoro e 83 in itinere), 11 in più rispetto al 2023 (+3,1%), di cui 57 nel settore delle costruzioni, quello più colpito in assoluto. In zona rossa Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige, Umbria, Campania, Emilia-Romagna, Sicilia e Puglia; il Veneto è la regione che registra l’incidenza di mortalità più bassa.
Continua a crescere anche il numero delle denunce di infortunio complessive (mortali e non): +2,1% rispetto a maggio 2023. È questo in sintesi quanto riportato dall’analisi dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre. Vediamo meglio questi dati.
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Infortuni sul lavoro, dati aggiornati a maggio 2024
“Giunti quasi al giro di boa di metà anno, la proiezione per la fine del 2024 delle vittime sul lavoro sembra essere già tragica e simile a quella degli anni precedenti. Da gennaio a maggio 2024 si contano 369 vittime, 11 in più rispetto a fine maggio 2023. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso crescono purtroppo le morti in occasione di lavoro, del +5,5%. E questo è il dato più significativo e sconfortante, perché è quello che racconta un peggioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, esprime così la propria preoccupazione a seguito della lettura dell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti sull’incremento dei decessi sul lavoro. “Ma come sempre – sostiene Rossato – è l’incidenza il vero indicatore di rischio per i lavoratori del nostro Paese, poiché si parla di vittime rispetto alla popolazione lavorativa. Un dato che indica concretamente le aree a maggior rischio e che si propone come mappatura preziosa per tutti coloro che operano per la sicurezza sul lavoro”.
Rischio di infortuni mortali, regione per regione
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.
A finire in zona rossa (incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale) a fine maggio 2024, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 12,1 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono, come abbiamo anticipato in apertura: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Umbria, Campania, Emilia-Romagna, Sicilia e Puglia.
In zona arancione (incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale): Calabria. In zona gialla (incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale): Abruzzo, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia e Molise. In zona bianca (incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale): Lazio, Sardegna, Marche e Veneto.
Fasce più a rischio: over 65 e stranieri
Anche nei primi cinque mesi dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). Un dato, quest’ultimo, che continua ad essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza del 55,0), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 19,4).
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi cinque mesi dell’anno sono 62 su un totale di 286, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 26,1 morti ogni milione di occupati, contro i 10,6 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
Infortuni mortali nel settore delle costruzioni
Alla fine dei primi cinque mesi del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 57. Il settore delle Costruzioni è seguito dalle Attività Manifatturiere (37), da Trasporti e Magazzinaggio (25) e dal Commercio (18). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro nelle costruzioni è quella tra i 55 e i 64 anni (99 su un totale di 286).
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine maggio 2024 sono 21, mentre 8 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 62, mentre sono 17 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.
Il martedì risulta essere il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi cinque mesi dell’anno (23,1%).
Denunce di infortunio in crescita, i dati a maggio 2024
Le denunce di infortunio totali crescono del 2,1% rispetto a maggio 2023. Erano, infatti, 245.857 a fine maggio 2023, nel 2024 sono passate a 251.132.
Anche a fine maggio del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (29.256); seguono: Costruzioni (14.469), Sanità (14.370), Trasporto e Magazzinaggio (13.266) e Commercio (12.911). Qualche altro dato sulle denunce di infortunio:
- Le denunce di infortunio delle lavoratrici a maggio 2024 sono state 91.441, quelle dei colleghi uomini 159.691.
- Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono state 212.803 a fine maggio 2024: 72.241 sono le donne e 140.562 gli uomini.
- Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 171.584, mentre degli stranieri sono 41.219.
- La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 53.420 denunce (il 21,3% del totale).
Articolo tratto dal comunicato dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering.
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