Nella riunione di venerdì scorso il Consigio dei Ministri ha approvato il decreto di semplificazione fiscale.
Come anticipato nei giorni scorsi la Chiesa paghera’ l’Ici anche sulle attivita’ non esclusivamente commerciali, saranno escluse le attività esclusivamente no profit.
Il provvedimento non sarà però incluso in questo decreto: il governo ha deciso di inserire in una proposta di modifica presentata al decreto liberalizzazioni all’esame del Senato.
Per le case all’estero non è previsto alcun pagamento dell’Imu nel caso in cui l’importo sia inferiore ai 200 euro; è ridotta allo 0,4% per gli italiani che lavorano all’estero solo in riferimento al periodo di lavoro e inoltre è prevista una detrazione di 200 euro se l’immobile è dichiarato come abitazione principale.
Confermata l’introduzione della TARES, la nuova tassa comunale sui rifiuti e sui servizi per le unita’ immobiliari a destinazione ordinaria, sulla base dell’80% della superficie catastale.
Tra le misure introdotte dal nuovo decreto vi sono anche:
-lo stop alle partite IVA inattive,
– il ritorno dell’elenco clienti-fornitori, ovvero per le operazioni rilevanti a fini Iva soggette all’obbligo di fatturazione, gli operatori devono comunicare l’importo complessivo delle operazioni svolte nei confronti di un cliente o fornitore. Per le operazioni per le quali non e’ previsto l’obbligo di emissione della fattura, la comunicazione telematica e’ dovuta solo per le operazioni di importo non inferiore ad euro 3.600, Iva inclusa;
– il contribuente ammesso a reateizzazione del debito tributario può partecipare a gare di affidamento di concessioni e di appalti pubblici grazie alle certificaizoni rilasciate dagli uffici finanziari.
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