Da Padova a Milano, passando per Cuneo e Roma, prosegue in tutta Italia il viaggio del RIGENERA Tour, l’evento organizzato da Maggioli Editore con la collaborazione di partner di primaria importanza nel settore dell’edilizia, per confrontarsi con i progettisti e sensibilizzarli sul nuovo indirizzo che sta prendendo il mercato dell’edilizia, sempre più improntato al recupero e alla riqualificazione dell’esistente.
Per trovare una conferma (o una smentita) di questo trend, la nostra Redazione ha parlato con l’ing. Andrea Pattarini (nella foto) responsabile marketing e comunicazione di Azichem, realtà che da 30 anni opera nell’edilizia specializzata risolvendo i problemi più difficili con prodotti e tecnologie all’avanguardia: “In una parola”, dice Pattarini, “una piccola grande azienda”.
Ediltecnico. Questa ce la deve spiegare: perché piccola grande azienda?
Andrea Pattarini. Piccola perché è come una famiglia, fatta da persone affiatate tra loro, che operano bene insieme, dedite al proprio lavoro con passione ed impegno. Piccola perché da sempre la nostra missione è la specializzazione, le nicchie più difficili dell’edilizia specializzata. Infine, piccola perché non abbiamo mai avuto manie di grandezza: abbiamo sempre pensato più alla qualità e al prestigio piuttosto che alla quantità e ai grandi volumi, sin dai nostri primi giorni di attività.
Ediltecnico. E grande, invece, perché?
AP. Abbiamo un portafoglio prodotti molto completo, in grado di soddisfare moltissime esigenze e di risolvere ogni problema. La nostra realtà è grande perché ben conosciuta dagli addetti ai lavori, presente sul territorio, capace di affrontare forniture imponenti nei più importanti e complessi lavori infrastrutturali; e soprattutto grande perché nonostante i recenti violenti turbamenti di mercato ha saputo essere stabile, crescere, investire, fare ricerca e sviluppo.
Ediltecnico. Andiamo subito al nocciolo della questione. Mercato dell’edilizia in Italia: se avesse un euro da scommettere, lo punterebbe sulle nuove costruzioni o sul recupero di quelle esistenti?
AP. Il mercato delle nuove costruzioni in Italia, è evidente a tutti, è ben lungi dal recuperare gli splendori di qualche anno fa. Le imponenti attività immobiliari e speculative dei primi anni 2000 sono un lontano ricordo per tanti professionisti del settore. Oggi, giustamente, ci si preoccupa più di sistemare, aggiustare, recuperare e riassorbire l’invenduto. È un passaggio inevitabile e, a mio avviso, corretto. Aggiungo che secondo me, il triste emblema della transizione tra il vecchio modo di costruire e quello odierno è il paradosso delle unità abitative costruite nei primissimi anni di crisi, quando ancora non era chiara l’entità di ciò che stava avvenendo, mai vendute e mai abitate.
Ediltecnico. E quindi?
AP. Queste case sono ancora il frutto della cultura speculativa di quegli anni, sono generalmente di qualità medio-bassa e non essendo abitate (e dunque non manutenute), sono già diventate “vecchie” e con problemi.
Ediltecnico. E oggi com’è la situazione?
AP. Oggi la situazione è migliorata. Il nuovo è generalmente di buona qualità; la gente cerca case in classe energetica elevata, dai bassi consumi e costi. I costruttori, ahimè quelli sopravvissuti, si sono adeguati abbandonando le logiche speculative e costruiscono quasi esclusivamente su commissione. Il resto del mercato (certamente la parte preponderante) è fatto da ristrutturazioni, nelle quali il nodo cruciale è dato dall’efficientamento energetico del vecchio edificio, o il suo risanamento da umidità e acqua.
Ediltecnico. In questo scenario che ha delineato, come si pone la vostra azienda?
AP. Azichem, per nostra fortuna, non è mai stata un’azienda impostata principalmente sul “nuovo”. Il nostro portafoglio prodotti ruota prevalentemente attorno a problemi di recupero edilizio, del risanamento e delle ristrutturazioni. Abbiamo anche soluzioni per quanto concerne le nuove costruzioni, ovviamente, ma rappresentano il 30-40% del fatturato aziendale. Grazie anche a questa scelta, possiamo dire che finora la grande crisi edile italiana non ci ha travolti, se non in modo molto marginale.
Ediltecnico. Questa è senz’altro una buona notizia. Ma per meglio specificare la situazione, quali sono dunque le tipologie di prodotti che vi vengono maggiormente richiesti?
AP. I prodotti e i materiali che rappresentano la parte preponderante della produzione di Azichem sono certamente quelli per il ripristino del calcestruzzo, segmento nel quale siamo nati (insieme ai pavimenti industriali) e dove ci sentiamo particolarmente preparati. Un’altra grande famiglia di prodotti per i quali riteniamo di avere una proposta tecnica di assoluta eccellenza riguarda le impermeabilizzazioni e l’umidità. In questo ambito abbiamo una grande varietà di soluzioni e sistemi, in grado di risolvere problemi sia sulle nuove costruzioni che sull’esistente.
Molti altri prodotti e sistemi sarebbero degni di nota, ma credo che elencarli tutti sarebbe lungo e fuori dallo scopo di questa intervista…
Ediltecnico. Decisamente! Ma se qualcuno volesse saperne di più, come può fare?
AP. Ad un lettore interessato segnalo il nostro sito internet aziendale azichem.com, dove poter trovare centinaia di documenti tecnici e news relative al settore dell’edilizia specializzata.
Ediltecnico. Il RIGENERA Tour, che si sta tenendo in Italia, organizzato da Maggioli Editore con la collaborazione di Ediltecnico, conferma il crescente interesse dei tecnici dell’edilizia per il recupero e le ristrutturazioni. Sui medesimi temi, quali sono i vostri interlocutori principali?
AP. Azichem si rivolge ad un ampio “spettro” di interlocutori. Siamo vicini agli studi tecnici, architetti geometri ed ingegneri, per trovare con loro il protocollo di intervento ideale a seconda del problema. Siamo presenti in alcuni rivenditori selezionati solo per alcuni prodotti di utilizzo più immediato e intuitivo. Dialoghiamo anche direttamente con imprese di costruzioni, applicatori e piccoli artigiani… fino ad arrivare in alcuni casi alle vendite dirette a privati, che certamente rappresentano una porzione minima delle nostre attività.
Ediltecnico. Un focus sul problema dell’umidità e della impermeabilizzazione nelle abitazioni: un tema sempre in primo piano tra i tecnici e i proprietari di immobili, come testimonia il grande successo di vendite dell’ebook di Ediltecnico su Umidità, Condense e Muffe nelle abitazioni. Quali soluzioni proponete per affrontare questi problemi?
AP. Le soluzioni che proponiamo sono molteplici, a seconda del tipo di problema, dalle cause che lo provocano, della tipologia di edificio, di locale, di muratura, ecc. Più nel dettaglio, i nostri sistemi per il problema dell’umidità possono essere riassunti in una gamma completa di intonaci deumidificanti, macroporosi, traspiranti, a base calce idraulica o cemento. In questo ambito, a titolo di esempio, vorrei citare SANAWARME e CALEOSANA come nostre punte di diamante: si tratta di intonaci bioedili, a base calce, perlite, farine di sughero e caolino. Abbiamo inoltre trattamenti anti-sale, 5 diverse tipologie di barriere chimiche, sistemi integrati antimuffa, pitture traspiranti, pitture termiche, trattamenti consolidanti, impermeabilizzanti, ecc.
Sappiamo bene, d’altra parte, che combattere l’umidità negli edifici non è possibile semplicemente applicando intonaci o pitture: l’umidità va contrastata con un progetto completo e integrato, che tenga in considerazione tipo ed entità di sali presenti nella muratura, la ventilazione naturale o forzata dei locali affetti dal problema, la loro eventuale deumidificazione meccanica, ed in generale la ricerca e l’analisi delle cause remote del problema.
Ediltecnico. Spesso si sente dire, affermare che l’umidità si riscontra solo nelle abitazioni vecchie. È d’accordo?
AP. No. Le cause dell’umidità possono essere davvero tante, una delle quali, banalmente, può essere il semplice rilascio dalla muratura dell’acqua in eccesso (quella di “impasto”); questo è il tipico problema che si riscontra nelle abitazioni dove si realizza l’intonacatura dei muri e subito dopo si applica una pittura a basso costo. Il rilascio di umidità in eccesso da parte dello strato di intonaco crea problemi alla pittura non traspirante, con apparizione delle classiche bolle e macchie di umidità anche in abitazioni nuove. Il problema è ulteriormente aggravato magari dall’apposizione di armadi e mobili a diretto contatto con il muro nuovo, impedendo la naturale ventilazione e causando quindi il ristagno dell’umidità in eccesso infine l’apparizione di muffe.
Parlando di umidità residua, personalmente trovo interessante notare come, da una formula empirica, si registra che il tempo di evaporazione dipende dal tipo di materiale e dal quadrato dello spessore dello strato: quindi a parità di materiale al raddoppiare dello spessore, il tempo di evaporazione quadruplica!
In generale, comunque, direi che a parte la già citata e non trascurabile umidità residua, problemi di umidità che possono affliggere i nuovi edifici sono certamente dovuti ad una incorretta progettazione ed esecuzione delle opere, dato che i nuovi edifici in teoria dovrebbero già prevedere dei presidi impermeabilizzanti per impedire che potenziali fonti d’acqua e umidità penetrino nella muratura.
Per parlare con gli esperti del settore e i tecnici delle aziende con la possiblità di porre loro quesiti specifici e organizzare incontri one-to-one per affrontare problemi concreti della pratica operativa, ricordiamo ai nostri lettori che le prossime tappe del RIGENERA Tour saranno a Bari, il 9 giugno, e a Napoli il prossimo 22 settembre. Per le altre date del tour e per riservarsi un posto in prima fila a questi importanti incontri di formazione e confronto, consultate la pagina dedicata sul sito Maggioli Formazione.
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