Imprese e famglie hanno dato forti segnali che denotano la voglia di investire nel settore delle rinnovabili: le fonti energetiche rinnovabili sono una risorsa per l’economia italiana, non un peso. Per quanto riguarda la detrazione del 55%, prorogata per tutto il 2012 (e che forse verrà portata fino al 2020), ne hanno infatti tratto beneficio anche le casse dello stato. Questi alcuni spunti tratti dal discorso del Ministro dell’ambiente Clini, ieri, agli Stati generali delle rinnovabili all’apertura del Solarexpo. Erano presenti anche 25 associazioni nazionali, alcune delle quali molto deluse per il mancato confronto con il ministro Clini, che se n’è andato in anticipo. Avrebbero voluto esprimergli il proprio parere sui decreti sulle rinnovabili elettriche e sul fotovoltaico che, così come sono stati presentati alle Regioni, sono penalizzanti per questi comparti.
“Bisogna sviluppare le capacità del sistema Italia nel campo dell’innovazione, dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. Il tessuto delle imprese è pronto a scattare: ha bisogno solo di una cornice di sicurezza delle regole e di una ragionevole liquidità. Le fonti di energia rinnovabili sono una risorsa per l’economia e non un costo per l’economia italiana, come spesso afferma una parte di Confindustria. Con i decreti abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare in questa direzione”, è quanto ha detto il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini intervenuto all’evento inaugurale di Solarexpo: “Stati generali delle rinnovabili e dell’efficienza energetica in Italia”.
“I segnali dell’interesse mostrato dalle imprese e dalle famiglie e la voglia di investire in questi settori sono fortissimi, come conferma il numero di domande arrivate al fondo per Kyoto che abbiamo avviato a metà marzo insieme con la cassa depositi e prestiti – ha aggiunto il ministro Clini. Nel caso della detrazione del 55%, che abbiamo prorogato per tutto il 2012 e che vogliamo portare fino al 2020, abbiamo visto anche un beneficio per le casse dello stato, visto che in un paio di anni il minore gettito fiscale viene compensato da entrate tre volte superiori grazie all’iva che viene messa in movimento, ai maggiori incassi di fornitori e istallatori, grazie all’emersione del nero. Gli strumenti come il credito agevolato oppure il credito d’imposta sono tra i più efficaci per consentire alla domanda potente di ambiente ed efficienza di esprimersi”.
Presenti agli “Stati Generali” di Solarexpo 25 associazioni nazionali del settore per chiedere al Governo un sistema di incentivazione in grado di accompagnare le varie fonti verso la competitività e per affrancarsi in pochi anni dagli incentivi. Delusione da parte di alcune delle associazioni del fotovoltaico per non essere riuscite a confrontarsi con il ministro Clini e presentare le loro posizioni a causa della partenza anticipata del ministro che ha deciso di tornare a Roma in relazione all’andamento dell’incontro della Conferenza Stato-Regioni che stava discutendo proprio sui temi dei decreti di incentivazione alle rinnovabili.
Le associazioni, chiedono che il sistema di incentivazione venga fatto “con interventi intelligenti, in grado di accompagnare le varie fonti verso la competitività. In questo modo si favorisce la crescita dell’occupazione e, in prospettiva, si assicura un guadagno economico per la collettività, si aumenta la sicurezza energetica del paese, si riducono le emissioni di gas climalteranti”. Ma, lamentano, che i decreti sulle rinnovabili elettriche e sul fotovoltaico, così come sono stati presentati alle Regioni, sono fortemente penalizzanti per questi comparti.
Il Ministro Clini ha detto di voler ridiscutere il sostegno al settore dopo l’approvazione dei decreti che comunque dovrebbero, secondo la sua visione, far continuare nel breve periodo lo sviluppo del settore. “L’obiettivo – ha spiegato il ministro Clini – è però di andare oltre l’attuale meccanismo e guardare al futuro di maturità delle tecnologie pulite con nuovi strumenti normativi e strategie, come incentivi basati sulla fiscalità energetica-ambientale da includere nei decreti ‘Innovazione’ e ‘Crescita’”
Invece le Associazioni delle rinnovabili chiedono con forza certezze normative in tempi brevi perché ritengono che i decreti possano già contenere una serie di disposizioni (limiti di spesa degli incentivi e soprattutto i paralizzanti registri burocratici) che possono da subito mettere in ginocchio le imprese. Chiedono inoltre di essere maggiormente ascoltate dai ministeri in specifici Tavoli di lavoro, almeno in questa fase di predisposizione del decreto sulle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica, atteso per il settembre scorso.
Per quanto riguarda il fotovoltaico le Associazioni di categoria chiedono che torni plafond di spesa con il limite di 7 miliardi, già indicato nel quarto conto energia, che consentirebbe a questa tecnologia di riuscire a raggiungere la grid parity, garantendo l’installazione di migliaia di MW senza incentivi. Per accompagnare il passaggio al nuovo regime si chiede inoltre un periodo transitorio di tre mesi dalla data di raggiungimento del limite di spesa previsto. Per costruire un percorso verso la competitività economica del fotovoltaico che sia a impatto zero in bolletta, si deve dare la possibilità di usufruire dello scambio sul posto anche agli impianti sopra i 200 kW come percorso alternativo agli incentivi. Inoltre, occorre ripristinare i premi previsti dal quarto conto energia per gli interventi più costosi, come gli impianti a concentrazione e gli impianti sui tetti industriali con lo smaltimento dell’amianto.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento