Regolare il contratto per il restauro del Colosseo, che impegna la Tod’s di Diego Della Valle a finanziare i lavori di risanamento dell’Anfiteatro Flavio per 25 milioni di euro in cambio del diritto di sfruttamento di spazi per fini pubblicitari senza lo svolgimento di altre attività.
Dopo la richiesta da parte del Codacons e della Uil Beni culturali al T.A.R. Lazio di indagare sull’accordo e la successiva richiesta di chiarimenti da parte del Tribunale amministrativo (leggi articolo), è ora il turno dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture di intervenire sulla vicenda. E lo ha fatto sancendo la regolarità del contratto, che, si legge in una nota: “Non appare in contrasto con i principi di legalità, buon andamento e trasparenza dell’azione amministrativa”.
La nota prosegue specificando che il contratto di sponsorizzazione per il restauro del Colosseo: “non è sottoposto alla disciplina del Codice dei contratti bensì alle norme di contabilità di Stato”.
“La vicenda”, continua l’informativa dell’Authority, “era nata nell’agosto 2010 con la pubblicazione di un avviso per la ricerca di sponsor per il finanziamento e la realizzazione di lavori secondo il Piano degli interventi Colosseo, Roma (sponsorizzazione tecnica); a seguito di ciò si sono presentati due candidati, Ryanair.com e Tod’s S.p.A., le cui offerte sono risultate non conformi alle modalità previste, motivo che condusse l’Amministrazione a ricorrere ad una procedura negoziata per il solo finanziamento degli interventi (sponsorizzazione pura) invitando a parteciparvi la Tod’s S.p.A., la Ryanair, la Fimit Sgr. In seguito, all’esito della trattativa, il Commissario incaricato ha stipulato un contratto con la Tod’s S.p.A. di sponsorizzazione di puro finanziamento di lavori da realizzare nel Colosseo, per un importo di 25 milioni di euro”.
La conclusione dell’Authority è dunque che in tale tipo di contratto lo sponsor si impegna nei confronti della stazione appaltante esclusivamente al riconoscimento di un contributo in cambio del diritto di sfruttare spazi per fini pubblicitari senza lo svolgimento di altre attività.
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