Pareti verdi, non solo per ridurre la temperatura interna degli edifici: -1 grado in città

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L’anno scorso, uno studio ENEA – parte del progetto Infrastrutture “verdi” per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e la qualità del microclima nelle aree urbane –aveva dimostrato che il cosiddetto cappotto verde di piante su tetti e pareti degli edifici consente di abbattere quasi il 50% del flusso termico tramite l’ombreggiamento e la traspirazione delle coltri vegetali, portando in estate a una riduzione della temperatura interna fino a 3° C.

La copertura vegetale agisce infatti a tutti gli effetti come isolante termico, dando il massimo dei risultati nel periodo primavera-estate, quando le piante agiscono anche come estrattori naturali di calore dall’ambiente. In pratica, l’effetto benefico di regolazione termica è dovuto all’ombreggiamento estivo, all’evapo-traspirazione e alla fotosintesi clorofilliana delle piante. Ma il cappotto verde può portare effetti benefici anche alla temperatura esterna dell’aria in città?

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Un nuovo studio ENEA, recentemente pubblicato su Energy and Buildings, conferma di sì: in estate i cappotti verdi sugli edifici – in particolare le pareti verdi e i living walls, ovvero quelle soluzioni di giardino verticale costituite da moduli di produzione industriale, integrati da appositi sistemi di irrigazione, che vengono fissati alle facciate degli edifici e alloggiano mix di piante di differente specie e provenienza – possono arrivare a ridurre di oltre 1° C la temperatura dell’aria in città.

Lo studio ha valutato l’efficacia di un impiego diffuso di tetti e muri esterni ricoperti di vegetazione contro le isole di calore in zone urbane densamente abitate, prendendo in considerazione le città di Roma e Torino in una tipica giornata estiva. Le pareti verdi sono risultate più efficaci dei tetti verdi nella riduzione della temperatura dell’aria esterna.

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In particolare, lo studio ha simulato tre scenari di mitigazione caratterizzati da varie combinazioni di soluzioni verdi.

A Roma, lo scenario più favorevole all’abbattimento delle temperature prevedeva 12 mila metri quadrati di tetti verdi in combinazione con 60 mila metri quadrati di facciate verdi, con cui è stata calcolata una riduzione media della temperatura di 0,33° C, con punte fino a 1,17° C alle ore 15.

A Torino lo studio ha registrato una riduzione della temperatura esterna dell’aria di circa 0,5° C in due scenari, che prevedevano rispettivamente 6 mila metri quadrati di living wall e altrettanti di facciate verdi sugli edifici presenti lungo un cosiddetto “canyon urbano”, parallelo alla direzione principale del vento.

Pareti verdi meglio dei tetti verdi per la temperatura dell’aria esterna

Spiega la ricercatrice ENEA Tiziana Susca, che ha lavorato allo studio insieme ai colleghi Fabio Zanghirella e Vincenzo Del Fatto: “Il merito di questo abbattimento della temperatura deve essere attribuito soprattutto alle pareti verdi, che aumentano la loro efficacia in modo proporzionale all’altezza dell’edificio. I tetti verdi estensivi, invece, risultano inefficaci nel mitigare direttamente il riscaldamento urbano quando sono installati su edifici alti dai 20 metri in poi, ma sono molto utili per ridurre la temperatura interna dell’abitazione e, di conseguenza, l’uso della climatizzazione”.

Pereti verdi, quali specie di piante

Per lo studio sono state considerate le specie vegetali solitamente più utilizzate per la realizzazione di pareti verdi, living walls e tetti verdi: il sedum – che raggruppa varie piante perenni in grado di crescere senza problemi anche in ambienti caldi, aridi e rocciosi – per i tetti verdi, l’edera per le facciate verdi e la felce comune per i living walls.

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Immagine: iStock/_ultraforma_

Redazione Tecnica a.g.

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