Ai costruttori italiani dell’ANCE la soluzione proposta dal Governo per risolvere il problema dei ritardati pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese non piace per niente. Nello specifico non convince il fatto che le imprese possano cedere i propri crediti non riscossi alle banche pro solvendo, ossia, rispondendo dell’eventuale insolvibilità da parte della pubblica amministrazione (leggi anche Pagamenti PA alle imprese, arrivano le banche!).
“Non si può, da una parte, dire che si vuole trovare una soluzione al problema dei ritardati pagamenti e, dall’altra, introdurre norme che vanno nella direzione opposta”, dice il presidente ANCE, Paolo Buzzetti, facendo riferimento appunto alla proposta di emendamento al decreto sulla Riforma fiscale che introduce la cessione pro solvendo, accanto a quella pro soluto, modificando la norma sulla certificazione obbligatoria, da parte degli enti locali, dei crediti vantati dalle imprese.
Il timore degli industriali delle costruzioni è che con il sistema del pro solvendo, la possibilità di ottenere nuovi finanziamenti per le imprese risulti fortemente limitata se non addirittura impossibile.
Secondo Buzzetti, infatti, la cessione pro solvendo rischia di rendere inutile il canale di finanziamento di 2 miliardi che la Cassa Depositi e Prestiti ha messo a disposizione delle banche e che, proprio in questi giorni, sta diventando operativo.
“Una soluzione inaccettabile, che scarica tutti gli oneri e le responsabilità sulle imprese – conclude Buzzetti – e che va contro i propositi, che il Governo ha pubblicamente manifestato, di voler trovare risposta al grave problema dei ritardati pagamenti”.
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