Gli immobili perdono valore, ma il peso impositivo sugli stessi si eleva a livello esponenziale: è di questa immensa contraddizione che si nutre un 2015 non facile per i proprietari di immobili. Il fresco calcolo è effettuato dalla CGIA di Mestre: il valore economico nel complesso di tutti gli immobili italiani (alle case ai capannoni industriali) è precipitato del 14,2 % (un segno meno per 1200 miliardi) con il contemporaneo aumento di peso del fardello del fisco, che è cresciuto di una quota del 31,2% negli ultimi 5 anni. Se nel 2010 il peso ammontava a 40 miliardi complessivi, oggi si assesta sulla cifra-monstre di 52 miliardi di euro.
Dati paurosi che confermano un assunto: “Siamo meno ricchi, ma paghiamo di più”. Il virgolettato assume ancora più importanza (ed amarezza) se si pensa che racchiude le ultime dichiarazioni ufficiali di Massimo Bortolussi, segretario della CGIA prematuramente scomparso sabato scorso all’età di 67 anni. Bortolussi dal 1980 era alla guida dell’Associazione degli artigiani di Mestre: con l’istituzione dell’Ufficio studi della CGIA, a partire dagli anni ’90 è diventato uno dei maggiori esperti a livello nazionale delle tematiche legate al Nordest, al fisco e alla piccola e micro impresa. Tra il 2005 e il 2010 è stato Assessore al Commercio del Comune di Venezia nella Giunta guidata da Massimo Cacciari.
Il vuoto lasciato da Bortolussi fa chiaramente passare in secondo piano la fredda cronaca dei dati CGIA sul valore degli immobili ed il peso della fiscalità immobiliare: permane tuttavia il fatto che i due trend di segno opposto sopra menzionati non hanno fatto altro che contribuire a spingere il settore dell’edilizia su un baratro che rappresenta la più grande crisi di settore degli ultimi 70 anni.
Gli immobili che si deprezzano di più sono le abitazioni, con gli uffici meno colpiti dal fenomeno. All’erosione provocata dalla crisi si è poi sommata la pletora di balzelli (culminanti in IMU, TASI e TARI) che ha condotta alla attuale situazione.
In un articolo dello scorso anno mettevamo in evidenza la situazione grazie al contributo proprio della CGIA di Mestre: per saperne di più consulta l’articolo CGIA: benvenuti nell’inferno della tassazione sugli immobili.
Si auspica a questo punto che la riforma del catasto (in fase si congelamento, tuttavia, in questo momento, leggi l’articolo Riforma del Catasto ai box: ora l’attenzione si sposta sulla Local Tax) in atto possa in parte provvedere a sanare questa situazione mediante la revisione delle rendite catastali e l’introduzione della nuova Local Tax, che dovrebbe sostituire a partire dal 2016 il combinato disposto di IMU e TASI conducendo ad una più congrua equità sul piano fiscale. È questa la speranza espressa dalla CGIA: che il 2016 sia l’anno decisivo per risollevarsi?
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