Il “gong” risuona oggi in tutta Italia: ci riferiamo alla scadenza del termine per il pagamento della ormai fatidica IMU 2014 (quindi retroattiva) sui terreni agricoli che hanno perso l’esenzione. I criteri idonei a stabilire “chi” e “in che misura” deve versare, dopo tanta incertezza, il tributo sono stati stabiliti dal decreto legge 24 gennaio 2015 n. 4, che richiama la classificazione sintetica elaborata dall’Istat relativa ai Comuni cosiddetti “montani”.
Per un “recap” della situazione (comprensivo di elenco dei Comuni in cui il tributo deve essere pagato) consulta l’articolo IMU terreni agricoli: l’elenco dei Comuni in cui bisogna pagare.
Entro oggi 10 febbraio sono infatti chiamati a pagare i possessori di terreni agricoli precedentemente esentati in base alla circolare 9/1993, ovverosia quelli che l’anno scorso (2014) non hanno versato il tributo, ma sono chiamati ora a pagare in base alle nuove regole. Per comprendere l’antefatto della vicenda leggi l’articolo Sciolto il nodo dell’IMU terreni agricoli: ecco chi paga e chi no.
Ma esiste la possibilità di essere esentati dal pagamento qualora si risulti esenti in base alle regole del decreto ministeriale 28 novembre 2014 (la clausola di salvaguardia che crea questo particolare regime per il tributo targato 2014). Una situazione in cui ricadono, potenzialmente, i contribuenti di 900 Comuni italiani. In pratica, per il pagamento di oggi, basta che i terreni siano esentati in base a uno dei due provvedimenti.
Occorre dire inoltre che il mancato pagamento non comporterebbe al momento multe e sanzioni, considerando che, come riporta lo Statuto dei Contribuenti, nel caso di situazioni poco chiare si hanno 60 giorni di tempo in più per adempiere alla scadenza fiscale. E questa non è certamente una situazione cristallina.
Per ciò che riguarda l’aliquota dell’imposta, questa viene decisa tendenzialmente dal Comune in cui è dislocato il terreno, mentre l’aliquota standard si assesta sul 7,6 per mille.
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