Martedi 24 aprile le novità sull’Imu sono diventate legge: il Senato ha votato la fiducia (con 228 sì) al decreto sulle semplificazioni fiscali approvato in via definitiva. Il dibattito sul peso delle tasse resta sempre in primo piano, così come la confusione riguardante le aliquote. A giugno infatti si pagherà l’acconto Imu, con aliquota al 4 per mille, anche nei Comuni che hanno già deliberato per la prima casa un’aliquota più favorevole o addirittura per l’esenzione: le aliquote più favorevoli si applicano solo a conguaglio, con rimborso a fine anno. Semplice e logico, no?
Possiamo effettivamente affermare che le sono corrette le parole di Maurizio Leo, presidente della Commissione parlamentare per l’Anagrafe tributaria: “È un pasticcio, per come è scritta la norma sull’Imu si può arrivare a questa conclusione assurda”. Il criterio fissato nel decreto fiscale obbligherebbe contribuenti che diventano esenti a versare per poi avere la restituzione, con modalità non previste.
La questione riguarderebbe (il condizionale è d’obbligo, le cose potrebbero cambiare) dunque i Comuni che hanno già deciso di agevolare i cittadini con un’aliquota sulla prima casa al 2 per mille.
Cosa bisognerebbe fare?
Calcolando la detrazione di 200 euro, che aumenta di 50 euro per ogni figlio, a giugno (con la norma inserita nel dl fiscale che impone di pagare con le aliquote di base e dunque applicando il 4 per mille) si pagherebbe più del previsto e addirittura, in alcuni casi, si arriverebbe a pagare quando invece con l’aliquota del Comune l’Imu sarebbe pari a zero.
Il problema era stato sollevato nel corso dei lavori parlamentari al dl fiscale e per questo c’era stata anche una sospensione per portare avanti le dovute verifiche con il ministero dell’Economia. Senza però trovare una soluzione. Secondo quanto si apprende, il Tesoro vorrebbe risolvere la questione in via interpretativa e quindi con un atto amministrativo.
Altre novità sull’Imu dal decreto fiscale
L’Imu sulla prima casa si pagherà in due o tre rate. Sarà il contribuente a scegliere.
Possibili le agevolazioni per le case degli anziani negli ospizi e per gli italiani all’estero che hanno una casa non affittata. L’ultima parola spetterà ai Comuni.
La tassa di scopo, legata alle grandi opere, a regime dal 2007 e finora applicata da una ventina di Comuni, passa nelle mani dei Comuni e potrà durare dieci anni. Si pagherà, dove verrà applicata, sulla base imponibile Imu.
Continua il pressing sul governo affinché l’imposta sulla prima casa si paghi soltanto nel 2012, sia cioé una tantum.
Cambia il peso della tassa tra i coniugi separati o divorziati: l’Imu sarà pagata da chi abita l’immobile, a prescindere dalla proprietà. Per l’agricoltura la tassa è stata alleggerita, come anche per le dimore storiche.
Per le case de L’Aquila inagibili dopo il terremoto viene sancita l’esenzione non solo sull’Imu ma anche sull’Irpef e sull’Ires. Restano fuori dalle agevolazioni le case affittate a canone concordato.
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